Lungo il territorio del comune di Buronzo, sito nella pianura vercellese, scorre il torrente Cervo: i depositi fossiliferi emersi dal suo alveo, ricchi in macroresti vegetali, coprono un intervallo temporale da 4 a 1.5 milioni di anni fa, risultando di grande importanza per la ricostruzione delle paleoflore e del paleoclima di questo territorio tra il Pliocene e il Pleistocene Inferiore. Negli ultimi 5 milioni di anni il trend globale di raffreddamento climatico ha comportato un’evidente trasformazione della vegetazione europea e di quella italiana: con la transizione plio-pleistocenica si assiste al passaggio da un clima pliocenico subtropicale ad una condizione climatica più fredda che conduce alla scomparsa di molte specie dall’Europa. La ricchezza di taxa “esotici” delle foreste plioceniche viene progressivamente sostituita nel corso del Pleistocene da elementi tipici dei climi temperati, fino a scomparire del tutto: tali paleoflore ed i loro resti fossili sono una vera e propria documentazione delle variazioni climatiche pleistoceniche e risultano essere degli ottimi marker stratigrafici, dalla cui integrazione con altre tipologie di analisi (come il paleomagnetismo) è possibile risalire ad un determinato intervallo di tempo geologico. In questa tesi, confrontando i risultati delle analisi paleocarpologiche con quelli delle analisi paleomagnetiche, è stato possibile datare la porzione più recente della successione stratigrafica di Buronzo-Cascina Colombera, stabilendo con una discreta certezza che l’intervallo di tempo in analisi era collocabile nel Pleistocene Inferiore piuttosto che in quello Medio. Il lavoro multidisciplinare svolto ha incluso campionamenti paleocarpologici e paleomagnetici, la preparazione di grafici stratigrafici e la determinazione dei taxa botanici campionati. Fra questi sono state evidenziate specie stratigraficamente ed ecologicamente rilevanti, come Magnolia cor, Najas minor e Azolla filiculoides. Il materiale campionato è stato fotografato con fotocamere digitali, stereomicroscopio e microscopio a scansione elettronica e le immagini acquisite sono state utilizzate per la realizzazione digitale delle tavole sistematiche paleocarpologiche.

Analisi carpologiche e paleomagnetiche della successione pleistocenica di Buronzo (VC, Piemonte)

BORNANCIN, MICHELA
2022/2023

Abstract

Lungo il territorio del comune di Buronzo, sito nella pianura vercellese, scorre il torrente Cervo: i depositi fossiliferi emersi dal suo alveo, ricchi in macroresti vegetali, coprono un intervallo temporale da 4 a 1.5 milioni di anni fa, risultando di grande importanza per la ricostruzione delle paleoflore e del paleoclima di questo territorio tra il Pliocene e il Pleistocene Inferiore. Negli ultimi 5 milioni di anni il trend globale di raffreddamento climatico ha comportato un’evidente trasformazione della vegetazione europea e di quella italiana: con la transizione plio-pleistocenica si assiste al passaggio da un clima pliocenico subtropicale ad una condizione climatica più fredda che conduce alla scomparsa di molte specie dall’Europa. La ricchezza di taxa “esotici” delle foreste plioceniche viene progressivamente sostituita nel corso del Pleistocene da elementi tipici dei climi temperati, fino a scomparire del tutto: tali paleoflore ed i loro resti fossili sono una vera e propria documentazione delle variazioni climatiche pleistoceniche e risultano essere degli ottimi marker stratigrafici, dalla cui integrazione con altre tipologie di analisi (come il paleomagnetismo) è possibile risalire ad un determinato intervallo di tempo geologico. In questa tesi, confrontando i risultati delle analisi paleocarpologiche con quelli delle analisi paleomagnetiche, è stato possibile datare la porzione più recente della successione stratigrafica di Buronzo-Cascina Colombera, stabilendo con una discreta certezza che l’intervallo di tempo in analisi era collocabile nel Pleistocene Inferiore piuttosto che in quello Medio. Il lavoro multidisciplinare svolto ha incluso campionamenti paleocarpologici e paleomagnetici, la preparazione di grafici stratigrafici e la determinazione dei taxa botanici campionati. Fra questi sono state evidenziate specie stratigraficamente ed ecologicamente rilevanti, come Magnolia cor, Najas minor e Azolla filiculoides. Il materiale campionato è stato fotografato con fotocamere digitali, stereomicroscopio e microscopio a scansione elettronica e le immagini acquisite sono state utilizzate per la realizzazione digitale delle tavole sistematiche paleocarpologiche.
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