Chi o cosa sono i mostri? Esistono davvero o sono solamente frutto della sconfinata immaginazione dell’essere umano? Da sempre l’ignoto, il misterioso e il deforme hanno attivato all’interno della mente umana un’infinità di fantasie, storie, miti e anche superstizioni. Ciò che non si conosce ha da sempre un fascino più attraente rispetto le cose che si presentano a noi quotidianamente, forse perché l’essere umano è un animale curioso, dotato di capacità intellettive che lo portano alla comprensione di fenomeni straordinari e che possiede un'insaziabile sete di conoscenza. E dunque cosa succede nel momento in cui questo desiderio non trova appagamento e si imbatte in qualcosa di diverso e misterioso? Quest’elaborato vuole parlare di loro, dei mostri, degli esseri demoniaci che si sono insinuati nell'immaginario umano fino ad arrivare a Dante che ha accolto nella sua Commedia l’eredità che gli è stata tramandata dalle narrazioni del mondo classico, eredità che successivamente, attraverso il filtro della cristianità, ha subito delle modifiche a livello ideologico e simbolico. Questa tesi si soffermerà principalmente sulla prima cantica, l'Inferno, in quanto è stata considerata quella di maggiore interesse per questo tipo di lavoro, poiché contiene al suo interno moltissimi spunti e segmenti di testo che riportano ad una tradizione antica e consolidata. Prima di entrare nel vivo del viaggio dantesco si è ritenuto opportuno riservare i primi capitoli ad una trattazione più in generale di quello che era lo sfondo culturale del tempo. Dunque il primo capitolo si occuperà di esporre i monstra e demoni nel Medioevo, andandone ad analizzare alcune categorie che si sono sviluppate durante questo periodo storico. Saranno presenti anche riferimenti all’età classica che è stata considerata importante per lo sviluppo del capitolo, in quanto alcuni dei mostri esposti trovano la loro prima comparsa proprio nel periodo antico. Si noterà come epoche diverse e pertanto mentalità differenti, guidate anche da ideali e credenze molteplici, seguano il filo conduttore dell’orrido e della credenza in esseri maligni e demoniaci. Esseri che conservano, in molti casi, una fisionomia simile, ma portano su di sé significati completamente nuovi dettati anche, se non soprattutto, dal cambiamento che l’uomo ha nel rapporto con il divino e dunque con l'interpretazione del mondo. Si è scelto di trattare quattro mostri della Commedia: Caronte, Cerbero, i diavoli e Lucifero. La scelta di trattare questi quattro personaggi è stata guidata dal desiderio di elaborare un lavoro organico e lineare, che riuscisse a ripercorrere diverse tappe del viaggio dantesco attraverso l'Inferno. La decisione di percorrere questo argomento è stata sostenuta anche dall'attraente prospettiva che i mostri riescono a suscitare. Studiare seppur una piccola parte della Commedia, concentrando l’attenzione su queste figure mostruose, può essere un nuovo stimolo che induce a una lettura alternativa di quello che è riconosciuto come un capolavoro a livello mondiale. Inoltre, in un'ottica futura di insegnamento, avere un orizzonte più ampio a riguardo è utile per provare un approccio differente all'opera di Dante che forse, non sempre, viene accolta e studiata con il dovuto interesse.
Monstra e demoni nella Commedia di Dante
JALLA, RACHELE ALESSIA
2022/2023
Abstract
Chi o cosa sono i mostri? Esistono davvero o sono solamente frutto della sconfinata immaginazione dell’essere umano? Da sempre l’ignoto, il misterioso e il deforme hanno attivato all’interno della mente umana un’infinità di fantasie, storie, miti e anche superstizioni. Ciò che non si conosce ha da sempre un fascino più attraente rispetto le cose che si presentano a noi quotidianamente, forse perché l’essere umano è un animale curioso, dotato di capacità intellettive che lo portano alla comprensione di fenomeni straordinari e che possiede un'insaziabile sete di conoscenza. E dunque cosa succede nel momento in cui questo desiderio non trova appagamento e si imbatte in qualcosa di diverso e misterioso? Quest’elaborato vuole parlare di loro, dei mostri, degli esseri demoniaci che si sono insinuati nell'immaginario umano fino ad arrivare a Dante che ha accolto nella sua Commedia l’eredità che gli è stata tramandata dalle narrazioni del mondo classico, eredità che successivamente, attraverso il filtro della cristianità, ha subito delle modifiche a livello ideologico e simbolico. Questa tesi si soffermerà principalmente sulla prima cantica, l'Inferno, in quanto è stata considerata quella di maggiore interesse per questo tipo di lavoro, poiché contiene al suo interno moltissimi spunti e segmenti di testo che riportano ad una tradizione antica e consolidata. Prima di entrare nel vivo del viaggio dantesco si è ritenuto opportuno riservare i primi capitoli ad una trattazione più in generale di quello che era lo sfondo culturale del tempo. Dunque il primo capitolo si occuperà di esporre i monstra e demoni nel Medioevo, andandone ad analizzare alcune categorie che si sono sviluppate durante questo periodo storico. Saranno presenti anche riferimenti all’età classica che è stata considerata importante per lo sviluppo del capitolo, in quanto alcuni dei mostri esposti trovano la loro prima comparsa proprio nel periodo antico. Si noterà come epoche diverse e pertanto mentalità differenti, guidate anche da ideali e credenze molteplici, seguano il filo conduttore dell’orrido e della credenza in esseri maligni e demoniaci. Esseri che conservano, in molti casi, una fisionomia simile, ma portano su di sé significati completamente nuovi dettati anche, se non soprattutto, dal cambiamento che l’uomo ha nel rapporto con il divino e dunque con l'interpretazione del mondo. Si è scelto di trattare quattro mostri della Commedia: Caronte, Cerbero, i diavoli e Lucifero. La scelta di trattare questi quattro personaggi è stata guidata dal desiderio di elaborare un lavoro organico e lineare, che riuscisse a ripercorrere diverse tappe del viaggio dantesco attraverso l'Inferno. La decisione di percorrere questo argomento è stata sostenuta anche dall'attraente prospettiva che i mostri riescono a suscitare. Studiare seppur una piccola parte della Commedia, concentrando l’attenzione su queste figure mostruose, può essere un nuovo stimolo che induce a una lettura alternativa di quello che è riconosciuto come un capolavoro a livello mondiale. Inoltre, in un'ottica futura di insegnamento, avere un orizzonte più ampio a riguardo è utile per provare un approccio differente all'opera di Dante che forse, non sempre, viene accolta e studiata con il dovuto interesse.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/157391