Il presente lavoro è una ricostruzione dei livelli di discorso dialettico e retorico in Aristotele attraverso un'analisi del primo libro dei Topici e del primo libro della Retorica, con riferimento alle Confutazioni sofistiche come sviluppo e completamento dell'indagine. Aristotele istituisce e chiarisce le differenze che sul piano metodologico caratterizzano dialettica e retorica da un lato in rapporto alla scienza, ma dall'altro anche in rapporto a sofistica ed eristica, distinte queste ultime per il fatto di essere l'una (la sofistica) la tecnica della confutazione reale, l'altra (l'eristica) la tecnica della confutazione apparente e ingannevole. Rispetto alla scienza, dialettica e retorica differiscono perché i loro ragionamenti sono deduttivi ma non dimostrativi; tuttavia, in quanto tecniche capaci o di esaminare e ricercare (la dialettica) o di argomentare persuasivamente (la retorica), esse hanno una loro utilità per la scienza e la filosofia. Aristotele vuole evidentemente evitare che la dialettica sia confusa con la sofistica e, insieme alla retorica, lasciata nelle mani di sofisti/eristi e retori di professione; da questi ultimi, il dialettico e l'oratore si distinguono infatti sia per il metodo, sia per l'intenzione. Tuttavia, dialettica e retorica differiscono tra loro: l'una (la dialettica) costruisce i suoi ragionamenti nell'ambito del plausibile, a partire da opinioni reputate, l'altra (la retorica) nell'ambito del verosimile, a partire dalla persuasione.Dopo aver ricostruito nella prima parte del lavoro il quadro delle rispettive differenze tracciato da Aristotele, nella seconda parte sono analizzati gli elementi componenti (proposizioni e ragionamenti) e gli strumenti del rispettivo metodo con cui le due tecniche operano per le loro finalità. Dall'indagine risulta evidente che dialettica e retorica sono in grado di elaborare procedimenti di tipo logico- argomentativo nel proprio campo, ma per le ragioni dette non possono raggiungere i livelli di formalizzazione cui pervengono gli Analitici con la loro teorizzazione del sillogismo dimostrativo. Non è un caso quindi che i Topici almeno siano da considerare, con la loro indagine sulla dialettica, un'opera di logica; essi anzi, insieme alle Confutazioni sofistiche, sono l'opera piu estesa tra quelle che compongono l'Organon. Diverso sembra il caso della Retorica, in cui non è in gioco solo l'aspetto logico-argomentativo, perché la persuasione non è solo produzione di argomentazioni e di sillogismi, ma si avvale pure delle doti morali dell'oratore e agisce sulle emozioni del pubblico.Le osservazioni finali suggeriscono spunti di riflessione che esulano dai confini del presente lavoro e sui quali possediamo solo scarse informazioni; tali spunti riguardano il pubblico e i destinatari ai quali le ricerche e gli scritti di Aristotele su dialettica e retorica si rivolgevano. Erano scritti di scuola o divulgativi? Delineando una figura di dialettico sul modello socratico e distinto dal filosofo, intendeva Aristotele proporre un modello alternativo a quello di Platone, per il quale il dialettico è lo stesso filosofo? E allo stesso modo, delineando un modello di oratore in possesso di un metodo con precise finalità, intendeva Aristotele proporre un modello alternativo a quello della retorica corrente dominata da Isocrate? Le risposte definitive a queste domande darebbero maggior spessore allo sfondo storico-critico della concezione aristotelica, ma formularle è molto difficile.

discorso dialettico e discorso retorico in Aristotele

CURCELLI, MAURIZIO
2009/2010

Abstract

Il presente lavoro è una ricostruzione dei livelli di discorso dialettico e retorico in Aristotele attraverso un'analisi del primo libro dei Topici e del primo libro della Retorica, con riferimento alle Confutazioni sofistiche come sviluppo e completamento dell'indagine. Aristotele istituisce e chiarisce le differenze che sul piano metodologico caratterizzano dialettica e retorica da un lato in rapporto alla scienza, ma dall'altro anche in rapporto a sofistica ed eristica, distinte queste ultime per il fatto di essere l'una (la sofistica) la tecnica della confutazione reale, l'altra (l'eristica) la tecnica della confutazione apparente e ingannevole. Rispetto alla scienza, dialettica e retorica differiscono perché i loro ragionamenti sono deduttivi ma non dimostrativi; tuttavia, in quanto tecniche capaci o di esaminare e ricercare (la dialettica) o di argomentare persuasivamente (la retorica), esse hanno una loro utilità per la scienza e la filosofia. Aristotele vuole evidentemente evitare che la dialettica sia confusa con la sofistica e, insieme alla retorica, lasciata nelle mani di sofisti/eristi e retori di professione; da questi ultimi, il dialettico e l'oratore si distinguono infatti sia per il metodo, sia per l'intenzione. Tuttavia, dialettica e retorica differiscono tra loro: l'una (la dialettica) costruisce i suoi ragionamenti nell'ambito del plausibile, a partire da opinioni reputate, l'altra (la retorica) nell'ambito del verosimile, a partire dalla persuasione.Dopo aver ricostruito nella prima parte del lavoro il quadro delle rispettive differenze tracciato da Aristotele, nella seconda parte sono analizzati gli elementi componenti (proposizioni e ragionamenti) e gli strumenti del rispettivo metodo con cui le due tecniche operano per le loro finalità. Dall'indagine risulta evidente che dialettica e retorica sono in grado di elaborare procedimenti di tipo logico- argomentativo nel proprio campo, ma per le ragioni dette non possono raggiungere i livelli di formalizzazione cui pervengono gli Analitici con la loro teorizzazione del sillogismo dimostrativo. Non è un caso quindi che i Topici almeno siano da considerare, con la loro indagine sulla dialettica, un'opera di logica; essi anzi, insieme alle Confutazioni sofistiche, sono l'opera piu estesa tra quelle che compongono l'Organon. Diverso sembra il caso della Retorica, in cui non è in gioco solo l'aspetto logico-argomentativo, perché la persuasione non è solo produzione di argomentazioni e di sillogismi, ma si avvale pure delle doti morali dell'oratore e agisce sulle emozioni del pubblico.Le osservazioni finali suggeriscono spunti di riflessione che esulano dai confini del presente lavoro e sui quali possediamo solo scarse informazioni; tali spunti riguardano il pubblico e i destinatari ai quali le ricerche e gli scritti di Aristotele su dialettica e retorica si rivolgevano. Erano scritti di scuola o divulgativi? Delineando una figura di dialettico sul modello socratico e distinto dal filosofo, intendeva Aristotele proporre un modello alternativo a quello di Platone, per il quale il dialettico è lo stesso filosofo? E allo stesso modo, delineando un modello di oratore in possesso di un metodo con precise finalità, intendeva Aristotele proporre un modello alternativo a quello della retorica corrente dominata da Isocrate? Le risposte definitive a queste domande darebbero maggior spessore allo sfondo storico-critico della concezione aristotelica, ma formularle è molto difficile.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/15732