La danza classica rappresenta il perfetto connubio tra ritmo, controllo muscolare ed equilibrio, espressi dai danzatori durante un’esibizione. Bisogna essere consapevoli che i ballerini non devono solo saper danzare, ma soprattutto devono essere a conoscenza dell’anatomia di base per potersi allenare nella maniera corretta. Nella danza classica, un utilizzo precoce e prolungato delle punte nel tempo può provocare diverse patologie dovute a sovra reclutamento dei muscoli, oppure lesioni in diversi distretti corporei causati da un uso eccessivo. Sapendo che il nostro corpo è formato da segmenti collegati tra di loro che si influenzano a vicenda e che piedi forti e bilanciati costituiscono le fondamenta del corpo di un ballerino, l’obiettivo di questa tesi è stato quello di analizzare le problematiche riguardanti principalmente piedi e ginocchia riscontrate in coloro che utilizzano le punte. Inoltre, un altro obiettivo affrontato è stato quello di scoprire in che modo è possibile far fronte a queste infermità. Le principali cause di infortuni nei ballerini sono dovute alle svariate ore trascorse sulle scarpette da punta di danza classica, calzature tecniche scomode che possono provocare varie patologie come la sesamoidite oppure il “neuroma di Morton”, l’ipercheratosi o ancora la sindrome sintomatica da compressione dell’astragalo. I continui sforzi ripetuti e localizzati in punti specifici delle ossa possono provocare fratture da stress, come la frattura al quinto osso metatarsale; gli sforzi eccessivi a cui viene sottoposta l’articolazione possono causare stiramenti capsulari del ginocchio e anche la tendinite di Achille. Sulla base di questi infortuni, quello che si consiglia ai ballerini è di attuare protocolli di prevenzione e in caso di lesioni ricorrere tempestivamente a cure e trattamenti, non solo attraverso interventi chirurgici o terapie farmacologiche, come avviene nei casi più gravi, ma anche attraverso l’esecuzione di diverse tipologie di esercizi di stretching e di ginnastica atti al rinforzo muscolare.

Effetti clinici sull’apparato muscolo – scheletrico degli arti inferiori di un uso precoce e prolungato delle scarpette da punta nella danza classica.

DALMAZZO, CARLOTTA
2023/2024

Abstract

La danza classica rappresenta il perfetto connubio tra ritmo, controllo muscolare ed equilibrio, espressi dai danzatori durante un’esibizione. Bisogna essere consapevoli che i ballerini non devono solo saper danzare, ma soprattutto devono essere a conoscenza dell’anatomia di base per potersi allenare nella maniera corretta. Nella danza classica, un utilizzo precoce e prolungato delle punte nel tempo può provocare diverse patologie dovute a sovra reclutamento dei muscoli, oppure lesioni in diversi distretti corporei causati da un uso eccessivo. Sapendo che il nostro corpo è formato da segmenti collegati tra di loro che si influenzano a vicenda e che piedi forti e bilanciati costituiscono le fondamenta del corpo di un ballerino, l’obiettivo di questa tesi è stato quello di analizzare le problematiche riguardanti principalmente piedi e ginocchia riscontrate in coloro che utilizzano le punte. Inoltre, un altro obiettivo affrontato è stato quello di scoprire in che modo è possibile far fronte a queste infermità. Le principali cause di infortuni nei ballerini sono dovute alle svariate ore trascorse sulle scarpette da punta di danza classica, calzature tecniche scomode che possono provocare varie patologie come la sesamoidite oppure il “neuroma di Morton”, l’ipercheratosi o ancora la sindrome sintomatica da compressione dell’astragalo. I continui sforzi ripetuti e localizzati in punti specifici delle ossa possono provocare fratture da stress, come la frattura al quinto osso metatarsale; gli sforzi eccessivi a cui viene sottoposta l’articolazione possono causare stiramenti capsulari del ginocchio e anche la tendinite di Achille. Sulla base di questi infortuni, quello che si consiglia ai ballerini è di attuare protocolli di prevenzione e in caso di lesioni ricorrere tempestivamente a cure e trattamenti, non solo attraverso interventi chirurgici o terapie farmacologiche, come avviene nei casi più gravi, ma anche attraverso l’esecuzione di diverse tipologie di esercizi di stretching e di ginnastica atti al rinforzo muscolare.
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