Gli Human Papilloma Virus (HPV) includono circa 30 ceppi rilevanti, tra cui HPV 16 e 18, noti per la loro forte associazione con lo sviluppo di tumori genitali, come il carcinoma della cervice uterina. La trasmissione principale avviene per via sessuale, ma può anche avvenire attraverso il contatto con superfici infette. I sintomi delle infezioni da HPV variano da verruche a lesioni più gravi che possono progredire in tumori, rendendo fondamentali i programmi di prevenzione. La prevenzione si differenzia in: primaria, che comprende la vaccinazione e l’adozione di stili di vita sani; secondaria, che include screening regolari per individuare precocemente eventuali anomalie cellulari. Le infezioni possono persistere anni, ma solo una piccola percentuale evolve in lesioni precancerose che vengono trattate con rimozione chirurgica. Il tumore della cervice uterina, causato dall’infezione di HPV, è il quarto tumore più diffuso al mondo e rappresenta il 6,9% di tutti i nuovi casi di tumore diagnosticati nel sesso femminile. Se si considerano solo Asia e Africa le percentuali di incidenza aumentano significativamente, fino ad arrivare all’80% dei casi riscontrati. Nei paesi occidentali sono stati condotti numerosi studi per valutare l’associazione tra il vaccino nonavalente, introdotto a partire dal 2017, e la riduzione del rischio di cancro della cervice uterina invasivo. I risultati confermano che il tasso di incidenza cumulativa dello sviluppo della malattia si abbassa notevolmente in caso di ragazze vaccinate entro i 17 anni. Pertanto, risulta fondamentale vaccinare le ragazze durante l’adolescenza, quando ancora non hanno avuto rapporti sessuali o infezioni pregresse da HPV. Lo studio italiano SPERANZA del 2018 ha inoltre rilevato una diminuzione dell’81,2% del rischio di recidive di tumori della cervice uterina, ritenendo opportuno ampliare la vaccinazione per le persone a rischio di ricomparsa tumorale. Oltre alle strategie di prevenzione basate sugli stili di vita ed i comportamenti, il vaccino contro l’HPV si è dimostrato efficace nel ridurre il numero di casi di tumore alla cervice uterina. E’ fondamentale ampliare le campagne vaccinali nei paesi occidentali e avviarne di nuove nei paesi in via di sviluppo. Promuovere questa forma di prevenzione primaria non solo migliora la salute pubblica e riduce il rischio di tumore della cervice uterina nelle donne, ma è anche associata a una significativa riduzione della mortalità legata a questo tipo di tumore.

Il Papilloma Virus umano e l'efficacia vaccinale nella riduzione dei tumori della cervice uterina

NEGRO, ARIANNA
2023/2024

Abstract

Gli Human Papilloma Virus (HPV) includono circa 30 ceppi rilevanti, tra cui HPV 16 e 18, noti per la loro forte associazione con lo sviluppo di tumori genitali, come il carcinoma della cervice uterina. La trasmissione principale avviene per via sessuale, ma può anche avvenire attraverso il contatto con superfici infette. I sintomi delle infezioni da HPV variano da verruche a lesioni più gravi che possono progredire in tumori, rendendo fondamentali i programmi di prevenzione. La prevenzione si differenzia in: primaria, che comprende la vaccinazione e l’adozione di stili di vita sani; secondaria, che include screening regolari per individuare precocemente eventuali anomalie cellulari. Le infezioni possono persistere anni, ma solo una piccola percentuale evolve in lesioni precancerose che vengono trattate con rimozione chirurgica. Il tumore della cervice uterina, causato dall’infezione di HPV, è il quarto tumore più diffuso al mondo e rappresenta il 6,9% di tutti i nuovi casi di tumore diagnosticati nel sesso femminile. Se si considerano solo Asia e Africa le percentuali di incidenza aumentano significativamente, fino ad arrivare all’80% dei casi riscontrati. Nei paesi occidentali sono stati condotti numerosi studi per valutare l’associazione tra il vaccino nonavalente, introdotto a partire dal 2017, e la riduzione del rischio di cancro della cervice uterina invasivo. I risultati confermano che il tasso di incidenza cumulativa dello sviluppo della malattia si abbassa notevolmente in caso di ragazze vaccinate entro i 17 anni. Pertanto, risulta fondamentale vaccinare le ragazze durante l’adolescenza, quando ancora non hanno avuto rapporti sessuali o infezioni pregresse da HPV. Lo studio italiano SPERANZA del 2018 ha inoltre rilevato una diminuzione dell’81,2% del rischio di recidive di tumori della cervice uterina, ritenendo opportuno ampliare la vaccinazione per le persone a rischio di ricomparsa tumorale. Oltre alle strategie di prevenzione basate sugli stili di vita ed i comportamenti, il vaccino contro l’HPV si è dimostrato efficace nel ridurre il numero di casi di tumore alla cervice uterina. E’ fondamentale ampliare le campagne vaccinali nei paesi occidentali e avviarne di nuove nei paesi in via di sviluppo. Promuovere questa forma di prevenzione primaria non solo migliora la salute pubblica e riduce il rischio di tumore della cervice uterina nelle donne, ma è anche associata a una significativa riduzione della mortalità legata a questo tipo di tumore.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/157231