L’aumento della pressione antropica, legata alle attività outdoor, ha avuto un impatto notevole sull’ecosistema montano europeo. In particolare, la fauna selvatica sembra aver risentito particolarmente dell’incremento dell'influenza umana. La tesi mira ad approfondire la tematica, tramite il confronto di venti studi svolti negli ultimi anni in Europa. L’obiettivo è stato quello di poter comparare i metodi di monitoraggio proposti sia per la fauna che per l’uomo, al fine d’ipotizzare la metodologia più efficace per tale studio. In seguito, si è discusso delle potenziali misure di mitigazioni che possono essere adottate per ridurre l’impatto antropico sull’ecosistema montano. La ricerca del materiale scientifico è stata svolta tramite la consultazione delle banche dati Web of Science, Scopus e Google Scholar. Sia per il monitoraggio della fauna selvatica che per quello riguardante le attività outdoor sono state adoperate molteplici tecniche di monitoraggio. Nel primo caso, le più rappresentative sono state le trappole fotografiche, la telemetria e l'uso di analisi recenti sul territorio e monitoraggio della fauna. Per le attività antropiche, l'utilizzo dei social network, in combinazione ad altre metodiche di conteggio di tipo elettronico, sembra essere stata la soluzione più efficace per il monitoraggio nel lungo periodo delle pratiche sportive e/o ricreative montane. I dati sono stati poi analizzati e sovrapposti al fine di confrontare l'uso spazio-temporale del territorio da parte di entrambi. Nell'analisi bibliografica sono state prese in considerazione le specie più iconiche dell'ambiente montano europeo. Tra queste troviamo ungulati, grandi carnivori, mesocarnivori, lagomorfi e galliformi di montagna. In seguito al confronto dei dati di monitoraggio, sono stati analizzati diversi comportamenti adattativi da parte delle specie coinvolte. La maggior parte dei risultati ha constatato come le reazioni siano state particolarmente specifiche per ogni animale. Infatti, nei mesocarnivori e lagomorfi si è percepita maggior tolleranza verso l’influenza antropica. Al contrario, nei grandi mammiferi e nei galliformi si è riscontrato un progressivo allontanamento dalle aree con alti livelli di pressione antropica. Inoltre, i modelli di attività temporale hanno evidenziato come la fauna tenda a rendersi maggiormente attiva durante le ore di minor disturbo antropico, come quelle crepuscolari e notturne. La causa di tale evento viene attribuita alla presenza umana in continua crescita e al disturbo legato a questa, in particolare durante il giorno. Alla luce del materiale scientifico consultato, l'approccio di studio di maggiore efficacia potrebbe rivelarsi la combinazione di diverse metodiche, utili ad un’ampia comparazione dei set di dati ottenuti. In aggiunta, i risultati possono permettere di arrivare a misure di mitigazione utili a ridurre l'impatto dell'attività outdoor sulla fauna. Tra questi risulta di fondamentale importanza la valorizzazione della campagna di sensibilizzazione, in quanto essenziale per informare il pubblico sul potenziale impatto che ognuno può avere sulla natura montana.
Attività outdoor in ambiente montano e fauna selvatica: convivenza possibile?
BELLINO, ANDREA
2022/2023
Abstract
L’aumento della pressione antropica, legata alle attività outdoor, ha avuto un impatto notevole sull’ecosistema montano europeo. In particolare, la fauna selvatica sembra aver risentito particolarmente dell’incremento dell'influenza umana. La tesi mira ad approfondire la tematica, tramite il confronto di venti studi svolti negli ultimi anni in Europa. L’obiettivo è stato quello di poter comparare i metodi di monitoraggio proposti sia per la fauna che per l’uomo, al fine d’ipotizzare la metodologia più efficace per tale studio. In seguito, si è discusso delle potenziali misure di mitigazioni che possono essere adottate per ridurre l’impatto antropico sull’ecosistema montano. La ricerca del materiale scientifico è stata svolta tramite la consultazione delle banche dati Web of Science, Scopus e Google Scholar. Sia per il monitoraggio della fauna selvatica che per quello riguardante le attività outdoor sono state adoperate molteplici tecniche di monitoraggio. Nel primo caso, le più rappresentative sono state le trappole fotografiche, la telemetria e l'uso di analisi recenti sul territorio e monitoraggio della fauna. Per le attività antropiche, l'utilizzo dei social network, in combinazione ad altre metodiche di conteggio di tipo elettronico, sembra essere stata la soluzione più efficace per il monitoraggio nel lungo periodo delle pratiche sportive e/o ricreative montane. I dati sono stati poi analizzati e sovrapposti al fine di confrontare l'uso spazio-temporale del territorio da parte di entrambi. Nell'analisi bibliografica sono state prese in considerazione le specie più iconiche dell'ambiente montano europeo. Tra queste troviamo ungulati, grandi carnivori, mesocarnivori, lagomorfi e galliformi di montagna. In seguito al confronto dei dati di monitoraggio, sono stati analizzati diversi comportamenti adattativi da parte delle specie coinvolte. La maggior parte dei risultati ha constatato come le reazioni siano state particolarmente specifiche per ogni animale. Infatti, nei mesocarnivori e lagomorfi si è percepita maggior tolleranza verso l’influenza antropica. Al contrario, nei grandi mammiferi e nei galliformi si è riscontrato un progressivo allontanamento dalle aree con alti livelli di pressione antropica. Inoltre, i modelli di attività temporale hanno evidenziato come la fauna tenda a rendersi maggiormente attiva durante le ore di minor disturbo antropico, come quelle crepuscolari e notturne. La causa di tale evento viene attribuita alla presenza umana in continua crescita e al disturbo legato a questa, in particolare durante il giorno. Alla luce del materiale scientifico consultato, l'approccio di studio di maggiore efficacia potrebbe rivelarsi la combinazione di diverse metodiche, utili ad un’ampia comparazione dei set di dati ottenuti. In aggiunta, i risultati possono permettere di arrivare a misure di mitigazione utili a ridurre l'impatto dell'attività outdoor sulla fauna. Tra questi risulta di fondamentale importanza la valorizzazione della campagna di sensibilizzazione, in quanto essenziale per informare il pubblico sul potenziale impatto che ognuno può avere sulla natura montana.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/157201