L’elaborato tratta l’influenza delle attività antropiche sul tursiope (Tursiops truncatus), un mammifero marino appartenente all’ordine dei cetacei, sottordine degli odontoceti. Questa specie è diffusa in vaste zone del Mar Mediterraneo, popolando acque costiere e pelagiche di diversi paesi, tra cui l’Italia. Ad oggi questa specie appare nella Red List della IUCN, dove rientra nella categoria di Rischio minimo (Least Concern, LC) nel Mediterraneo, dopo essere stata a lungo nella categoria Vulnerabile. Questa passata condizione è stata causata dalle forti pressioni esercitate dall’uomo su questa specie e sull’habitat che popola. Analizzando gli studi di Blasi e colleghi (2015), Solomando e co-autori (2022) e Papale e colleghi (2011) si sono analizzati tre aspetti che influiscono sulle abitudini del tursiope, in particolare: l’influenza della pesca antropica e la conseguente interazione di T. truncatus con le reti e i pescherecci a strascico; la presenza dei rifiuti marini, i cosiddetti litter, e la capacità di questi di causare aggrovigliamenti e ingestioni; e la presenza del traffico marittimo, capace di indurre cambiamenti comportamentali. Analizzando le interazioni tra il tursiope e la pesca emerge che questa specie approfitta della presenza delle reti da pesca per facilitare il foraggiamento, riuscendo a spendere meno energia, esponendosi tuttavia al rischio di provocarsi ferite. Per quanto riguarda la presenza dei rifiuti marini è evidente come questi possano portare a ferite mortali per l’animale: le reti fantasma sono capaci di condurre ad amputazioni di arti interi e la presenza di plastica può indurre alla morte per soffocamento o per denutrizione. Inoltre, l’elevato numero di imbarcazioni che solcano questo mare aumenta il rischio che il tursiope incorra in una collisione e, siccome queste provocano un inquinamento acustico, l’animale si vede obbligato a produrre dei cambiamenti nelle vocalizzazioni prodotte.

Pressioni antropiche sul tursiope (Tursiops truncatus) nel mar Mediterraneo

AUDISIO, GIADA
2022/2023

Abstract

L’elaborato tratta l’influenza delle attività antropiche sul tursiope (Tursiops truncatus), un mammifero marino appartenente all’ordine dei cetacei, sottordine degli odontoceti. Questa specie è diffusa in vaste zone del Mar Mediterraneo, popolando acque costiere e pelagiche di diversi paesi, tra cui l’Italia. Ad oggi questa specie appare nella Red List della IUCN, dove rientra nella categoria di Rischio minimo (Least Concern, LC) nel Mediterraneo, dopo essere stata a lungo nella categoria Vulnerabile. Questa passata condizione è stata causata dalle forti pressioni esercitate dall’uomo su questa specie e sull’habitat che popola. Analizzando gli studi di Blasi e colleghi (2015), Solomando e co-autori (2022) e Papale e colleghi (2011) si sono analizzati tre aspetti che influiscono sulle abitudini del tursiope, in particolare: l’influenza della pesca antropica e la conseguente interazione di T. truncatus con le reti e i pescherecci a strascico; la presenza dei rifiuti marini, i cosiddetti litter, e la capacità di questi di causare aggrovigliamenti e ingestioni; e la presenza del traffico marittimo, capace di indurre cambiamenti comportamentali. Analizzando le interazioni tra il tursiope e la pesca emerge che questa specie approfitta della presenza delle reti da pesca per facilitare il foraggiamento, riuscendo a spendere meno energia, esponendosi tuttavia al rischio di provocarsi ferite. Per quanto riguarda la presenza dei rifiuti marini è evidente come questi possano portare a ferite mortali per l’animale: le reti fantasma sono capaci di condurre ad amputazioni di arti interi e la presenza di plastica può indurre alla morte per soffocamento o per denutrizione. Inoltre, l’elevato numero di imbarcazioni che solcano questo mare aumenta il rischio che il tursiope incorra in una collisione e, siccome queste provocano un inquinamento acustico, l’animale si vede obbligato a produrre dei cambiamenti nelle vocalizzazioni prodotte.
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