The primary purpose of the present study is to explore the formation and management of non-heteronormative identities; heteronormativity is a term used by social theorists in order to describe those social and cultural practices that endorse heterosexuality as the only natural and neutral way people can engage in a sexual/sentimental relationship. This is particularly evident in the Italian context, where heterosexuality is the only form of relationship institutionalized by law, and other possibilities are excluded and socially not contemplated. The challenges posed by the Italian heteronormative background offer an interesting field where we can examine how non-heteronormative identities are constructed and managed by people who own them. With the aim of deconstructing universal dichotomies as homosexuality/heterosexuality and visibility/invisibility, the concept of homosexuality and visibility will be both historicized. We will therefore reflect on how identities are discursively shaped as well as how a diachronic perspective can depict the fluidity, variability and the performativity of their semantic boundaries. More specifically, the purpose of this thesis is to give a sound answer to two main questions: how is a non-heteronormative identity constructed? How is it managed? Empirical material was collected through in-depth interviews with 50 people, equally distributed by sex. The sample is composed of two main populations: the first one refers to parents with LGBQ offspring, of whom 10 couples have been recruited in the main Italian association, AGEdO. The second population is divided into two subpopulations: self-identified LGBQ people with and without children. The 10 people recruited from members of the Circolo Maurice (Turin), while 10 couples of LGBQ people with children have been selected from Famiglie Arcobaleno, the main Italian association on LGBTQ parenting. The case section has been driven by strategic choices, with the explicit purpose of extending the findings to their respective general population. Observing privileged experiences among a sample entirely composed by LGBTQ associations' members I've been able to collect biographical narratives of people that could construct and manage their non-normative identities within a protected environment, where they could experience social support and the acknowledgment of their identities. Using a critical case design, we can presume that the identity formation and management among non-heteronormative people would be even more complicated for those who do not experience the opportunities that associations may offer. Therefore, if we find concealment strategies and identity formation's difficulties among a sample of people who are politically involved, we can expect this to happen even more so in the general referring population. The narratives' analysis suggest that this in fact happens, thus implying that if we can observe difficulties where we least expect to find them, we can hence assume that they are more likely to occur in a less privileged situation.
Questa tesi si propone di analizzare le forme di costruzione e gestione di un'identità non eteronormativa; per eteronormatività si intende quell'insieme di pratiche sociali e culturali che privilegiano l'eterosessualità come forma naturale e neutra delle relazioni sessuali e affettive. In un contesto come quello italiano, dove questa norma è istituzionalizzata dalla legge e tutte le altre forme di relazione sessuale/affettiva non sono socialmente previste, si fa particolarmente interessante andare ad analizzare il come di questo particolare fenomeno sociale. Con l'obiettivo di andare oltre ad alcune dicotomie che nel tempo hanno condizionato la produzione scientifica su questo argomento come quelle di omosessualità/eterosessualità e visibile/invisibile, i concetti di omosessualità e di visibilità verranno storicizzati, per decostruirne la portata universale e universalizzante. Si rifletterà dunque su come le identità vengano plasmate discorsivamente e su come uno sguardo diacronico possa coglierne la fluidità, la mutevolezza e la performatività dei loro confini semantici. Il cuore di questo lavoro è dunque costituito da due quesiti conoscitivi, attorno cui la ricerca è stata strutturata: come si costruisce un'identità non eteronormata? Come la si gestisce? Con l'obiettivo di trovare risposte eloquenti a tali domande sono state raccolte, attraverso lo strumento dell'intervista discorsiva, le narrazioni biografiche di 50 persone, equamente distribuite per genere e appartenenti a due diverse popolazioni: nella prima rientrano i genitori con figli non eterosessuali, di cui sono state reclutate 10 coppie entro l'associazione AGEdO. La seconda comprende invece due sottopopolazioni, quella delle persone LGBQ senza figli e quella di LGBQ con figli. Per gli appartenenti alla prima sottopopolazione si è fatto riferimento al Circolo Maurice (Torino) ed è stato costruito un campione di 10 persone. Il contesto empirico relativo all'ultima sottopopolazione considerata, composta da LGBQ con figli, è quello dell'associazione Famiglie Arcobaleno, all'interno della quale sono state selezionate 5 coppie di uomini e 5 coppie di donne con figli nati da un progetto di genitorialità comune. I casi sono stati selezionati sulla base di precise scelte strategiche, al fine di estendere i risultati al più generale contesto di riferimento. La scelta di far capo al mondo dell'associazionismo è dunque legata al fatto che in questo modo sono state indagate esperienze per così dire privilegiate, vissute da persone che hanno la possibilità di vivere le loro identità non normative entro un contesto protetto, le associazioni, che idealmente consente loro di ricevere supporto e riconoscimento identitario. Utilizzando l'impostazione logica relativa al disegno del caso critico, si può infatti presumere che la situazione possa essere differente per chi invece non fa esperienza di queste possibilità, sia rispetto alla costruzione identitaria sia rispetto all'utilizzo di strategie di segretezza e rivelazione. Pertanto, se anche le persone militanti incontrano delle difficoltà nella loro costruzione identitaria a causa dello stigma sociale ed esperiscono strategie di segretezza nei contesti relazionali di riferimento, su un piano congetturale ci si può ragionevolmente attendere che questo accada a maggior ragione nel resto delle popolazioni di riferimento. Quanto emerge dall'analisi delle narrazioni biografiche analizzate fa infatti pensare al permanere di un certo grado di difficoltà nella costruzione e gestione di un'identità non eteronormativa, che si manifesta secondo sfumature e profili differenti ma si mostra anche nei contesti dove meno ci si attenderebbe di trovarla.
Famiglie (in)visibili: come genitori e figli costruiscono e gestiscono un'identità non eteronormativa
QUAGLIA, VALERIA
2014/2015
Abstract
Questa tesi si propone di analizzare le forme di costruzione e gestione di un'identità non eteronormativa; per eteronormatività si intende quell'insieme di pratiche sociali e culturali che privilegiano l'eterosessualità come forma naturale e neutra delle relazioni sessuali e affettive. In un contesto come quello italiano, dove questa norma è istituzionalizzata dalla legge e tutte le altre forme di relazione sessuale/affettiva non sono socialmente previste, si fa particolarmente interessante andare ad analizzare il come di questo particolare fenomeno sociale. Con l'obiettivo di andare oltre ad alcune dicotomie che nel tempo hanno condizionato la produzione scientifica su questo argomento come quelle di omosessualità/eterosessualità e visibile/invisibile, i concetti di omosessualità e di visibilità verranno storicizzati, per decostruirne la portata universale e universalizzante. Si rifletterà dunque su come le identità vengano plasmate discorsivamente e su come uno sguardo diacronico possa coglierne la fluidità, la mutevolezza e la performatività dei loro confini semantici. Il cuore di questo lavoro è dunque costituito da due quesiti conoscitivi, attorno cui la ricerca è stata strutturata: come si costruisce un'identità non eteronormata? Come la si gestisce? Con l'obiettivo di trovare risposte eloquenti a tali domande sono state raccolte, attraverso lo strumento dell'intervista discorsiva, le narrazioni biografiche di 50 persone, equamente distribuite per genere e appartenenti a due diverse popolazioni: nella prima rientrano i genitori con figli non eterosessuali, di cui sono state reclutate 10 coppie entro l'associazione AGEdO. La seconda comprende invece due sottopopolazioni, quella delle persone LGBQ senza figli e quella di LGBQ con figli. Per gli appartenenti alla prima sottopopolazione si è fatto riferimento al Circolo Maurice (Torino) ed è stato costruito un campione di 10 persone. Il contesto empirico relativo all'ultima sottopopolazione considerata, composta da LGBQ con figli, è quello dell'associazione Famiglie Arcobaleno, all'interno della quale sono state selezionate 5 coppie di uomini e 5 coppie di donne con figli nati da un progetto di genitorialità comune. I casi sono stati selezionati sulla base di precise scelte strategiche, al fine di estendere i risultati al più generale contesto di riferimento. La scelta di far capo al mondo dell'associazionismo è dunque legata al fatto che in questo modo sono state indagate esperienze per così dire privilegiate, vissute da persone che hanno la possibilità di vivere le loro identità non normative entro un contesto protetto, le associazioni, che idealmente consente loro di ricevere supporto e riconoscimento identitario. Utilizzando l'impostazione logica relativa al disegno del caso critico, si può infatti presumere che la situazione possa essere differente per chi invece non fa esperienza di queste possibilità, sia rispetto alla costruzione identitaria sia rispetto all'utilizzo di strategie di segretezza e rivelazione. Pertanto, se anche le persone militanti incontrano delle difficoltà nella loro costruzione identitaria a causa dello stigma sociale ed esperiscono strategie di segretezza nei contesti relazionali di riferimento, su un piano congetturale ci si può ragionevolmente attendere che questo accada a maggior ragione nel resto delle popolazioni di riferimento. Quanto emerge dall'analisi delle narrazioni biografiche analizzate fa infatti pensare al permanere di un certo grado di difficoltà nella costruzione e gestione di un'identità non eteronormativa, che si manifesta secondo sfumature e profili differenti ma si mostra anche nei contesti dove meno ci si attenderebbe di trovarla.File | Dimensione | Formato | |
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