Background: Type Ia glycogen storage disease (GSD Ia) is an autosomal recessive inherited defect in glycogen metabolism caused by a deficiency of the enzyme glucose-6-phosphatase, which impairs the mobilization of glycogen and results in its accumulation in tissues. The clinical manifestations of the disease include hepatomegaly associated with hypoglycaemia, hyperlacticaemia, and dyslipidaemia, with a clinical course characterized by fibro-cirrhotic liver disease, hepatic adenomatosis, risk of hepatocellular carcinoma (HCC) and renal failure. The current treatment approach involves the administration of a diet therapy consisting of frequent fractionated meals every three hours, supplemented with uncooked corn starch and associated with overnight enteral feeding. However, traditional therapy still carries a persistent risk of acute metabolic decompensation, failure to thrive, and does not prevent the development of hepatic and renal complications. The current therapeutic guidelines propose liver transplantation (OLT) as a second-line treatment when metabolic decompensation persists despite diet therapy or when hepatic complications arise. This study aims to demonstrate early liver transplantation represents an innovative and effective approach in the management of GSD Ia, emphasizing its superior preventive capacity in terms of clinical and histological outcomes compared to current recommendations. Materials and methods: This study includes patients with type Ia glycogen storage disease who were monitored at the Paediatric Clinic and the Liver Transplant Centre of the University of Turin and underwent liver transplantation between 2004 and 2023. Clinical, biological, and histological follow-up data are presented in this study. The average post-transplantation follow-up period was 6.7 years (range: 8 months to 18 years). Results: The first three patients who underwent OLT showed severe hepatomegaly, failure to thrive and inadequate metabolic control with hypoglycaemia and dyslipidaemia, despite diet therapy. The patient’s mean age was 2 years and 10 months (range: 1 year and 10 months to 4 years) at the time of transplantation. Histological analysis of the native livers revealed significant cyto-architectural alterations, despite the early age of the patients. Until now, the patients show excellent overall conditions, consume a varied diet and report improved quality of life with fewer hospitalisations. The weight-for-height parameters returned to the expected normal ranges for their age. Hypoglycaemia no longer occurred; triglyceride, total cholesterol, uric acid, and lactic acid levels normalized. Furthermore, a fourth patient, transplanted at the age of 22 for multiple adenomatosis and reported by another centre, experienced the natural progression of the disease despite achieving good metabolic compensation with the diet, highlighting the limited ability of traditional therapy to prevent medium and long-term complications of glycogenosis. Conclusions: Liver transplantation performed at a very early age in type Ia glycogenosis prevents clinical, metabolic and histological complications and has also demonstrated surgical advantages. Therefore, it should be considered as the primary therapeutic option for this rare inherited metabolic disease.
Background: La glicogenosi di tipo Ia (GSD Ia) è un difetto ereditario autosomico recessivo del metabolismo del glicogeno, causato dal deficit dell’enzima glucosio-6-fosfatasi, che impedisce la mobilizzazione di glicogeno e ne determina l’accumulo nei tessuti. Le manifestazioni di malattia includono epatomegalia associata a ipoglicemia, iperlattacidemia e dislipidemia con una evoluzione clinica caratterizzata da epatopatia fibro-cirrotica, adenomatosi epatica, rischio di insorgenza di epatocarcinoma (HCC) e insufficienza renale. L’attuale linea di trattamento prevede la somministrazione di una terapia dietetica a base di pasti frazionati ogni tre ore, addizionati ad amido di mais crudo, integrati con l’alimentazione enterale notturna. La terapia tradizionale espone comunque a un rischio persistente di scompenso metabolico acuto, ritardo della crescita e non previene il manifestarsi delle complicanze epatiche e renali. Le attuali linee terapeutiche propongono il trapianto di fegato (OLT) come seconda linea di trattamento, qualora sussistano scompensi metabolici nonostante la terapia dietetica o si manifestino complicanze epatiche. Con questo lavoro si intende dimostrare che il trapianto di fegato effettuato in epoca precoce rappresenta un approccio innovativo ed efficace nella gestione della GSD Ia, sottolineandone la maggiore capacità preventiva in termini di outcome clinico e istologico rispetto alle attuali raccomandazioni. Materiali e metodi: Il presente lavoro prende in considerazione i pazienti affetti da glicogenosi di tipo Ia seguiti presso la Clinica Pediatrica e presso il Centro Trapianto di Fegato dell’Università di Torino e sottoposti a trapianto nel periodo 2004-2023. In questo lavoro vengono riportati i dati di follow-up clinico, biologico ed istologico. Il follow-up medio post-OLT è stato di 6,7 anni (intervallo: 8 mesi - 18 anni). Risultati: I primi tre pazienti sottoposti a OLT presentavano severa epatomegalia, scarsa crescita e scarso controllo metabolico con ipoglicemie e dislipidemia, nonostante la terapia dietetica. I pazienti sono stati sottoposti a trapianto di fegato ad un’età media di 2 anni e 10 mesi (intervallo: 1 anno e 10 mesi - 4 anni). L’analisi istologica dei fegati nativi descriveva importanti rimaneggiamenti cito-architetturali, nonostante la giovane età dei pazienti. I pazienti ad oggi mostrano ottime condizioni generali, si alimentano con dieta varia e la qualità di vita viene riferita come migliorata, con un minor numero di accessi in ospedale. I parametri staturo-ponderali sono rientrati nei range di normalità attesi per età. Non si sono più verificati episodi di ipoglicemia, con normalizzazione di trigliceridi, colesterolo totale, acido urico e acido lattico. Un quarto paziente, trapiantato all’età di 22 anni per adenomatosi multipla e riferito da altro centro, ha invece mostrato l’evoluzione naturale della patologia, nonostante il buon compenso metabolico ottenuto con la dieta, evidenziando la scarsa capacità della terapia tradizionale di prevenire le complicanze a medio e lungo termine della glicogenosi. Conclusioni: Il trapianto di fegato effettuato in età molto precoce nella glicogenosi di tipo Ia consente la prevenzione delle complicanze cliniche, metaboliche e istologiche e si è rivelato vantaggioso anche in termini di outcome chirurgico, perciò deve essere considerato quale opzione terapeutica principale in questa rara malattia metabolica ereditaria.
Trapianto di fegato precoce nella Glicogenosi di tipo Ia: nuove prospettive terapeutiche
GAY, GIULIA
2022/2023
Abstract
Background: La glicogenosi di tipo Ia (GSD Ia) è un difetto ereditario autosomico recessivo del metabolismo del glicogeno, causato dal deficit dell’enzima glucosio-6-fosfatasi, che impedisce la mobilizzazione di glicogeno e ne determina l’accumulo nei tessuti. Le manifestazioni di malattia includono epatomegalia associata a ipoglicemia, iperlattacidemia e dislipidemia con una evoluzione clinica caratterizzata da epatopatia fibro-cirrotica, adenomatosi epatica, rischio di insorgenza di epatocarcinoma (HCC) e insufficienza renale. L’attuale linea di trattamento prevede la somministrazione di una terapia dietetica a base di pasti frazionati ogni tre ore, addizionati ad amido di mais crudo, integrati con l’alimentazione enterale notturna. La terapia tradizionale espone comunque a un rischio persistente di scompenso metabolico acuto, ritardo della crescita e non previene il manifestarsi delle complicanze epatiche e renali. Le attuali linee terapeutiche propongono il trapianto di fegato (OLT) come seconda linea di trattamento, qualora sussistano scompensi metabolici nonostante la terapia dietetica o si manifestino complicanze epatiche. Con questo lavoro si intende dimostrare che il trapianto di fegato effettuato in epoca precoce rappresenta un approccio innovativo ed efficace nella gestione della GSD Ia, sottolineandone la maggiore capacità preventiva in termini di outcome clinico e istologico rispetto alle attuali raccomandazioni. Materiali e metodi: Il presente lavoro prende in considerazione i pazienti affetti da glicogenosi di tipo Ia seguiti presso la Clinica Pediatrica e presso il Centro Trapianto di Fegato dell’Università di Torino e sottoposti a trapianto nel periodo 2004-2023. In questo lavoro vengono riportati i dati di follow-up clinico, biologico ed istologico. Il follow-up medio post-OLT è stato di 6,7 anni (intervallo: 8 mesi - 18 anni). Risultati: I primi tre pazienti sottoposti a OLT presentavano severa epatomegalia, scarsa crescita e scarso controllo metabolico con ipoglicemie e dislipidemia, nonostante la terapia dietetica. I pazienti sono stati sottoposti a trapianto di fegato ad un’età media di 2 anni e 10 mesi (intervallo: 1 anno e 10 mesi - 4 anni). L’analisi istologica dei fegati nativi descriveva importanti rimaneggiamenti cito-architetturali, nonostante la giovane età dei pazienti. I pazienti ad oggi mostrano ottime condizioni generali, si alimentano con dieta varia e la qualità di vita viene riferita come migliorata, con un minor numero di accessi in ospedale. I parametri staturo-ponderali sono rientrati nei range di normalità attesi per età. Non si sono più verificati episodi di ipoglicemia, con normalizzazione di trigliceridi, colesterolo totale, acido urico e acido lattico. Un quarto paziente, trapiantato all’età di 22 anni per adenomatosi multipla e riferito da altro centro, ha invece mostrato l’evoluzione naturale della patologia, nonostante il buon compenso metabolico ottenuto con la dieta, evidenziando la scarsa capacità della terapia tradizionale di prevenire le complicanze a medio e lungo termine della glicogenosi. Conclusioni: Il trapianto di fegato effettuato in età molto precoce nella glicogenosi di tipo Ia consente la prevenzione delle complicanze cliniche, metaboliche e istologiche e si è rivelato vantaggioso anche in termini di outcome chirurgico, perciò deve essere considerato quale opzione terapeutica principale in questa rara malattia metabolica ereditaria.File | Dimensione | Formato | |
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