Il glifosate possiede importanti e talvolta esclusivi vantaggi agronomici che lo rendono l’erbicida più impiegato al mondo. Nonostante i numerosi vantaggi dell’erbicida, esso è al centro di un dibattito in merito a diverse problematiche. La potenziale cancerogenicità, il fatto che sia molto diffuso nell’ambiente e nelle derrate alimentari, ha scaturito proteste e richieste da parte dell’opinione pubblica. Nelle derrate alimentari, la maggior parte delle positività, si riscontrano nella categoria cereali, in particolare nel frumento di provenienza estera. Il problema legato alla presenza di glifosate, anche a basse concentrazioni, è particolarmente sentito da tutti i componenti delle filiere produttive e di trasformazione di frumento tenero e duro a livello nazionale. Il presente elaborato contiene i risultati di un’indagine bibliografica che evidenzia dapprima le caratteristiche generali del glifosate e del suo utilizzo nelle filiere cerealicole, approfondendo quindi i fenomeni che causano la presenza di glifosate nella coltura e la loro relazione con le pratiche agronomiche. I due principali fenomeni, potenzialmente responsabili del ritrovamento della molecola, sono il root uptake e la deriva. Oltre all’indagine bibliografica, sono stati elaborati i risultati messi a disposizione dalla società di servizi SATA S.R.L e relativi a due esperienze volte a rispondere ai medesimi interrogativi su cui si è concentrata l’indagine bibliografica. Una prima indagine è partita nel 2020 al momento della maturazione del frumento (tenero e duro), campionando piante di frumento da diversi appezzamenti in Italia. Per ogni campione sono state raccolte informazioni su pratiche agronomiche potenzialmente relazionabili al ritrovamento di glifosate nella coltura. Solamente tre campioni sono risultati positivi a basse concentrazioni. Un’altra indagine ha riguardato una prova dimostrativa in campo su frumento il cui obiettivo è stato cercare di trovare relazioni tra le applicazioni di glifosate fatte al suolo in tre momenti differenti rispetto alla semina o sulla pianta (per simulare un inquinamento accidentale da deriva o l’impiego come disseccante per facilitare la raccolta) e il contenuto nel suolo, nella pianta e nella granella. La prova ha previsto rilievi in diversi momenti del ciclo che non hanno evidenziato la presenza di glifosate. Le pratiche agronomiche, tra cui la frequenza di utilizzo del glifosate, le lavorazioni del suolo e la gestione della sostanza organica sono sicuramente elementi determinanti per il contenuto di glifosate nel suolo che può essere assorbito tramite il fenomeno del root uptake. Tuttavia il glifosate assorbito dalle radici è difficilmente relazionabile con il contenuto nella pianta in stadio avanzato del ciclo. Anche le applicazioni in aree adiacenti all’appezzamento (colture a diverso ciclo o utilizzo extra-agricolo) durante il ciclo colturale, in particolar modo in prossimità della raccolta, possono determinare effetto deriva. La ricerca bibliografica svolta, così come l’analisi dei risultati delle indagini considerate hanno evidenziato possibili cause della presenza di glifosate nei cereali. Il ridotto numero di casi di positività osservati nelle indagini esaminate, se da un lato può risultare confortante, non permette di chiarire nel dettaglio quali siano le pratiche che hanno maggiori probabilità di determinare la presenza di residui nella granella e di suggerire le più corrette strategie per evitare questo fenomeno.

RISCHIO DI PRESENZA DI GLIFOSATE NELLE COLTURE CEREALICOLE

VISCUSO, LUCA
2020/2021

Abstract

Il glifosate possiede importanti e talvolta esclusivi vantaggi agronomici che lo rendono l’erbicida più impiegato al mondo. Nonostante i numerosi vantaggi dell’erbicida, esso è al centro di un dibattito in merito a diverse problematiche. La potenziale cancerogenicità, il fatto che sia molto diffuso nell’ambiente e nelle derrate alimentari, ha scaturito proteste e richieste da parte dell’opinione pubblica. Nelle derrate alimentari, la maggior parte delle positività, si riscontrano nella categoria cereali, in particolare nel frumento di provenienza estera. Il problema legato alla presenza di glifosate, anche a basse concentrazioni, è particolarmente sentito da tutti i componenti delle filiere produttive e di trasformazione di frumento tenero e duro a livello nazionale. Il presente elaborato contiene i risultati di un’indagine bibliografica che evidenzia dapprima le caratteristiche generali del glifosate e del suo utilizzo nelle filiere cerealicole, approfondendo quindi i fenomeni che causano la presenza di glifosate nella coltura e la loro relazione con le pratiche agronomiche. I due principali fenomeni, potenzialmente responsabili del ritrovamento della molecola, sono il root uptake e la deriva. Oltre all’indagine bibliografica, sono stati elaborati i risultati messi a disposizione dalla società di servizi SATA S.R.L e relativi a due esperienze volte a rispondere ai medesimi interrogativi su cui si è concentrata l’indagine bibliografica. Una prima indagine è partita nel 2020 al momento della maturazione del frumento (tenero e duro), campionando piante di frumento da diversi appezzamenti in Italia. Per ogni campione sono state raccolte informazioni su pratiche agronomiche potenzialmente relazionabili al ritrovamento di glifosate nella coltura. Solamente tre campioni sono risultati positivi a basse concentrazioni. Un’altra indagine ha riguardato una prova dimostrativa in campo su frumento il cui obiettivo è stato cercare di trovare relazioni tra le applicazioni di glifosate fatte al suolo in tre momenti differenti rispetto alla semina o sulla pianta (per simulare un inquinamento accidentale da deriva o l’impiego come disseccante per facilitare la raccolta) e il contenuto nel suolo, nella pianta e nella granella. La prova ha previsto rilievi in diversi momenti del ciclo che non hanno evidenziato la presenza di glifosate. Le pratiche agronomiche, tra cui la frequenza di utilizzo del glifosate, le lavorazioni del suolo e la gestione della sostanza organica sono sicuramente elementi determinanti per il contenuto di glifosate nel suolo che può essere assorbito tramite il fenomeno del root uptake. Tuttavia il glifosate assorbito dalle radici è difficilmente relazionabile con il contenuto nella pianta in stadio avanzato del ciclo. Anche le applicazioni in aree adiacenti all’appezzamento (colture a diverso ciclo o utilizzo extra-agricolo) durante il ciclo colturale, in particolar modo in prossimità della raccolta, possono determinare effetto deriva. La ricerca bibliografica svolta, così come l’analisi dei risultati delle indagini considerate hanno evidenziato possibili cause della presenza di glifosate nei cereali. Il ridotto numero di casi di positività osservati nelle indagini esaminate, se da un lato può risultare confortante, non permette di chiarire nel dettaglio quali siano le pratiche che hanno maggiori probabilità di determinare la presenza di residui nella granella e di suggerire le più corrette strategie per evitare questo fenomeno.
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