L'obiettivo della tesi è quello di ricavare, con l'ausilio di analisi statistiche, delle concentrazioni uniformate caratteristiche del fondo naturale di alcuni metalli all'interno dell'area del Comune di Torino. I valori di fondo così ricavati possono avere risvolti pratici molto importanti: la normativa nazionale sui siti contaminati permette infatti di considerare i valori di fondo naturale, in luogo delle concentrazioni soglia tabellari (CSC), come soglie specifiche per l'attivazione dei procedimenti bonifica. Inoltre, qualsiasi volume di terreno prodotto in fase di scavo, avente concentrazioni dei contaminati superiori alle CSC o ai valori di fondo naturali, è classificato come rifiuto. Ne consegue che la definizione di aree con valori di fondo naturali definiti possa essere rilevante nella gestione delle terre e rocce da scavo prodotte in qualsiasi tipo di lavorazione (es. cantieri edili, lavorazione di inerti, cave). Lo studio realizzato è frutto di una collaborazione tra il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Torino e dell'Agenzia ARPA Piemonte. I dati raccolti dalla matrice suolo e sottosuolo degli archivi ARPA sono stati inseriti in un database disponibile on-line implementabile nel tempo. Si è ritenuto opportuno suddividere l'area di studio in base alla geologia dei depositi presenti, strettamente correlata ai bacini idrografici di pertinenza. Sono stati annoverati anche i campioni prelevati all'interno di materiali di riporto, tuttavia questi sono stati esclusi per la caratterizzazione del fondo naturale. Considerato che il dato analitico rappresenta la concentrazione dell'analita determinata sulla frazione di granuli <2 mm, ma riferita all'intera frazione campionata (< 2 cm), si è considerata anche l'informazione riguardante la frazione di scheletro solido nei campioni, laddove disponibile, in modo da poter valutare la possibile influenza di questa sulla variabilità dei dati. Gli elementi chimici indagati (in particolare Co, Cr e Ni) sono stati quelli che, considerando i litotipi caratteristici delle zone di alimentazione dei corpi idrici presenti sul territorio del Comune di Torino, si trovano in concentrazioni spesso superiori rispetto ai valori di guardia definiti dalla normativa vigente. In generale tali elementi si trovano fortemente arricchiti nei minerali ultramafici e nei loro derivati metamorfici in quanto possono vicariare Fe e Mn a causa di similitudini di carica e raggio ionico. Gli ulteriori elementi chimici considerati in questo studio sono stati Cu, Pb e Zn e, nel caso di concentrazioni elevate dei precedenti, sono stati utilizzati come indici di contaminazioni antropiche. Sul set iniziale di dati così ottenuto sono state effettuate selezioni successive per confronti fra classi di valori, in relazione al modello concettuale del sito. Per elaborare i dati analitici sono stati utilizzati diversi software tra cui Excel, Qgis e ProUCL v. 5.1. Il data set individuato come più idoneo per il calcolo dei valori di fondo naturale del sito in esame rimane piuttosto ampio e comprende in tutto 489 misure per ciascuno dei metalli studiati. In conclusione, i superamenti delle concentrazioni di Co, Cr e Ni nell'area di studio sembrano riconducibili all'evoluzione geologica e alle litologie presenti, ed i valori di fondo stimati utilizzando il 95° percentile della popolazione statistica sono da considerarsi come “livelli di attenzione”.
Stima dei valori del fondo naturale nei terreni del torinese. Un approccio
GANORA, FRANCESCA
2019/2020
Abstract
L'obiettivo della tesi è quello di ricavare, con l'ausilio di analisi statistiche, delle concentrazioni uniformate caratteristiche del fondo naturale di alcuni metalli all'interno dell'area del Comune di Torino. I valori di fondo così ricavati possono avere risvolti pratici molto importanti: la normativa nazionale sui siti contaminati permette infatti di considerare i valori di fondo naturale, in luogo delle concentrazioni soglia tabellari (CSC), come soglie specifiche per l'attivazione dei procedimenti bonifica. Inoltre, qualsiasi volume di terreno prodotto in fase di scavo, avente concentrazioni dei contaminati superiori alle CSC o ai valori di fondo naturali, è classificato come rifiuto. Ne consegue che la definizione di aree con valori di fondo naturali definiti possa essere rilevante nella gestione delle terre e rocce da scavo prodotte in qualsiasi tipo di lavorazione (es. cantieri edili, lavorazione di inerti, cave). Lo studio realizzato è frutto di una collaborazione tra il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Torino e dell'Agenzia ARPA Piemonte. I dati raccolti dalla matrice suolo e sottosuolo degli archivi ARPA sono stati inseriti in un database disponibile on-line implementabile nel tempo. Si è ritenuto opportuno suddividere l'area di studio in base alla geologia dei depositi presenti, strettamente correlata ai bacini idrografici di pertinenza. Sono stati annoverati anche i campioni prelevati all'interno di materiali di riporto, tuttavia questi sono stati esclusi per la caratterizzazione del fondo naturale. Considerato che il dato analitico rappresenta la concentrazione dell'analita determinata sulla frazione di granuli <2 mm, ma riferita all'intera frazione campionata (< 2 cm), si è considerata anche l'informazione riguardante la frazione di scheletro solido nei campioni, laddove disponibile, in modo da poter valutare la possibile influenza di questa sulla variabilità dei dati. Gli elementi chimici indagati (in particolare Co, Cr e Ni) sono stati quelli che, considerando i litotipi caratteristici delle zone di alimentazione dei corpi idrici presenti sul territorio del Comune di Torino, si trovano in concentrazioni spesso superiori rispetto ai valori di guardia definiti dalla normativa vigente. In generale tali elementi si trovano fortemente arricchiti nei minerali ultramafici e nei loro derivati metamorfici in quanto possono vicariare Fe e Mn a causa di similitudini di carica e raggio ionico. Gli ulteriori elementi chimici considerati in questo studio sono stati Cu, Pb e Zn e, nel caso di concentrazioni elevate dei precedenti, sono stati utilizzati come indici di contaminazioni antropiche. Sul set iniziale di dati così ottenuto sono state effettuate selezioni successive per confronti fra classi di valori, in relazione al modello concettuale del sito. Per elaborare i dati analitici sono stati utilizzati diversi software tra cui Excel, Qgis e ProUCL v. 5.1. Il data set individuato come più idoneo per il calcolo dei valori di fondo naturale del sito in esame rimane piuttosto ampio e comprende in tutto 489 misure per ciascuno dei metalli studiati. In conclusione, i superamenti delle concentrazioni di Co, Cr e Ni nell'area di studio sembrano riconducibili all'evoluzione geologica e alle litologie presenti, ed i valori di fondo stimati utilizzando il 95° percentile della popolazione statistica sono da considerarsi come “livelli di attenzione”.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/156550