Resilience got in grief studies when it became clear that most of the bereaved were able to return to everyday life at appropriate times and without destabilizing and disabling psychophysical disorders. This awareness made possible to examine subjects qualified as resilient after the death of a person close to them. At the beginning of this work, I examine Resilience absence in the context of the Psychology of Mourning. Then, I investigate the main factors related to the loss of a loved one, then I go into the more specific theme of Complicated Grief, one of the main aspects investigated by psychologists. In more recent times, just among the folds of these theorizations, it has been possible to glimpse the resilience: men are able to resist the shocks that life presents them every day and in front of death they have a lot of possibilities to react adaptively. This new conviction has allowed us to re-read some post-mourning behaviors in a new way: an individual who does not external the suffering for the loss is not necessarily identifiable as detached from reality or as not related to the deceased; could simply be aware that he has the right resources (internal and external) to overcome the difficult moment. Thanks to these steps, it has been possible to undertake many research aimed at demonstrating how resilience is a common factor for most people affected by major losses. The new scientific techniques have given, moreover, the possibility to "see" resilience, to understand the mechanisms and to assume her predisposing factors.
La resilienza è entrata di diritto negli studi sul cordoglio quando è risultato evidente che la gran parte dei soggetti colpiti da un lutto era capace di ritornare alla quotidianità in tempi adeguati e senza disturbi psicofisici destabilizzanti e invalidanti. Questa consapevolezza ha permesso di effettuare studi sui soggetti qualificati come resilienti dopo la morte di una persona a loro cara. In questo elaborato è stata manifestata, in prima istanza, la sua assenza nell'ambito della Psicologia del Lutto degli esordi. Si è rivelato utile indagare i principali fattori legati alla sofferenza derivanti dalla perdita di una persona amata, addentrandosi, poi, nel tema più specifico del Complicated Grief, uno dei principali aspetti indagati dagli studiosi di questo ambito. In tempi più recenti, proprio tra le pieghe di queste teorizzazioni, è stato possibile intravedere la resilienza: l'uomo è capace di resistere agli urti che la vita ogni giorno gli presenta e davanti alla morte ha tutte le potenzialità per reagirvi in modo adattivo. Questa nuova convinzione ha permesso di rileggere alcuni comportamenti post lutto in modo nuovo: un individuo che non esterna la sofferenza per la perdita non necessariamente è identificabile come distaccato dalla realtà o come non legato al defunto; potrebbe essere semplicemente consapevole di possedere le risorse (interne ed esterne) giuste per superare il momento difficile. Grazie a questi step è stato possibile avviare molteplici ricerche volte a dimostrare come la resilienza sia un fattore comune alla gran parte dei soggetti colpiti da perdite importanti. Le nuove tecniche scientifiche hanno dato, inoltre, la possibilità di “vedere” la resilienza, di iniziare a comprenderne i meccanismi e di ipotizzarne i propulsori.
Resistere agli urti della vita: la resilienza declinata nel lutto
ZUCCONE, MARIANNA
2019/2020
Abstract
La resilienza è entrata di diritto negli studi sul cordoglio quando è risultato evidente che la gran parte dei soggetti colpiti da un lutto era capace di ritornare alla quotidianità in tempi adeguati e senza disturbi psicofisici destabilizzanti e invalidanti. Questa consapevolezza ha permesso di effettuare studi sui soggetti qualificati come resilienti dopo la morte di una persona a loro cara. In questo elaborato è stata manifestata, in prima istanza, la sua assenza nell'ambito della Psicologia del Lutto degli esordi. Si è rivelato utile indagare i principali fattori legati alla sofferenza derivanti dalla perdita di una persona amata, addentrandosi, poi, nel tema più specifico del Complicated Grief, uno dei principali aspetti indagati dagli studiosi di questo ambito. In tempi più recenti, proprio tra le pieghe di queste teorizzazioni, è stato possibile intravedere la resilienza: l'uomo è capace di resistere agli urti che la vita ogni giorno gli presenta e davanti alla morte ha tutte le potenzialità per reagirvi in modo adattivo. Questa nuova convinzione ha permesso di rileggere alcuni comportamenti post lutto in modo nuovo: un individuo che non esterna la sofferenza per la perdita non necessariamente è identificabile come distaccato dalla realtà o come non legato al defunto; potrebbe essere semplicemente consapevole di possedere le risorse (interne ed esterne) giuste per superare il momento difficile. Grazie a questi step è stato possibile avviare molteplici ricerche volte a dimostrare come la resilienza sia un fattore comune alla gran parte dei soggetti colpiti da perdite importanti. Le nuove tecniche scientifiche hanno dato, inoltre, la possibilità di “vedere” la resilienza, di iniziare a comprenderne i meccanismi e di ipotizzarne i propulsori.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/156490