In un momento storico così delicato per l’economia nazionale e mondiale, contestuale ad una pandemia globale che ha nettamente abbattuto il tasso di crescita economica di tutti gli Stati, risulta importante analizzare le possibili strategie che si potrebbero applicare per una veloce ripresa. Nello specifico caso italiano, il sistema tributario dovrebbe contribuire ad assicurare una crescita economica mediante l’applicazione di un prelievo trasparente, equo ed efficiente. Tutti sono concordi che servirebbe un sistema fiscale molto più efficiente e moderno, e grazie anche ai fondi stanziati dall’Europa, mediante il “Recovery Fund”, si ha la possibilità di progettare una riforma che possa essere davvero in grado di cambiare la situazione attuale in modo importante. Attualmente, il sistema fiscale italiano è oggetto di numerose discussioni che andrebbero affrontate il più celermente possibile. Infatti, la pressione fiscale complessiva si attesta al 41,8 per cento, ben superiore alla media europea, rendendo l’Italia il paese con il settimo valore più alto a livello continentale; una particolare attenzione va rivolta alla pressione fiscale sul lavoro, la quale risulta essere la terza più alta in tutta Europa, con una aliquota implicita pari al 42,7 per cento. Per quanto concerne l’IRPEF, sulla base degli ultimi dati disponibili, esso detiene un ruolo centrale all’interno del nostro sistema, con un gettito del 11,3 per cento di PIL, contribuendo a circa il 40 per cento delle entrate tributarie delle Pubbliche Amministrazioni. Inoltre, sapendo che la platea dei soggetti passivi IRPEF è composta da 41,4 milioni di contribuenti, di cui 21,3 sono lavoratori dipendenti, 13,5 milioni sono pensionati e solo 2,9 milioni sono riconducibili a imprenditori, autonomi o soci di società di persone, mentre circa 1 milione di contribuenti è soggetto a regimi agevolati, si può affermare che l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche sia pagata principalmente da lavoratori dipendenti e pensionati. Nel corso del tempo l’IRPEF è stata oggetto di numerose revisioni che ne hanno diminuito la capacità di conseguire gli obiettivi redistributivi per i quali era stata istituita, e dunque una sua riforma sarebbe auspicabile per semplificare la struttura attualmente vigente e al contempo ridurre gradualmente il carico fiscale senza intaccare la progressività. La tesi ha dunque l’obiettivo di analizzare l’attuale struttura dell’imposta per poi studiare delle possibili riforme a cui potrebbe essere assoggettata. Nello specifico, nel capitolo 1 si introduce il concetto di imposta e i differenti modelli teorici che ne garantiscono la progressività, una caratteristica assolutamente imprescindibile. Nel capito 2 invece si analizza tutta la storia dell’IRPEF, dal 1974, anno della sua introduzione, fino all’attuale struttura, analizzando tutte le principali modifiche che sono state apportate nel corso degli anni. Successivamente si prendono in considerazione le caratteristiche attualmente presenti, studiando la composizione e le maggiori criticità che il sistema possiede. Infine, nel capitolo 3 si focalizza l’attenzione sulle possibili modifiche che sono state proposte e si analizzano in modo da comprenderne le motivazioni, oltre ai relativi costi e benefici che potrebbero apportare al sistema stesso. Seguono, per ultime, le conclusioni dove si intende capire quale possa essere la migliore strada che l’Italia potrebbe intraprendere per riformare un sistema non più sostenibile.
Imposta Personale sul Reddito delle Persone Fisiche: inquadramento, storia, funzionamento e possibili riforme
FABBRI, RICCARDO
2020/2021
Abstract
In un momento storico così delicato per l’economia nazionale e mondiale, contestuale ad una pandemia globale che ha nettamente abbattuto il tasso di crescita economica di tutti gli Stati, risulta importante analizzare le possibili strategie che si potrebbero applicare per una veloce ripresa. Nello specifico caso italiano, il sistema tributario dovrebbe contribuire ad assicurare una crescita economica mediante l’applicazione di un prelievo trasparente, equo ed efficiente. Tutti sono concordi che servirebbe un sistema fiscale molto più efficiente e moderno, e grazie anche ai fondi stanziati dall’Europa, mediante il “Recovery Fund”, si ha la possibilità di progettare una riforma che possa essere davvero in grado di cambiare la situazione attuale in modo importante. Attualmente, il sistema fiscale italiano è oggetto di numerose discussioni che andrebbero affrontate il più celermente possibile. Infatti, la pressione fiscale complessiva si attesta al 41,8 per cento, ben superiore alla media europea, rendendo l’Italia il paese con il settimo valore più alto a livello continentale; una particolare attenzione va rivolta alla pressione fiscale sul lavoro, la quale risulta essere la terza più alta in tutta Europa, con una aliquota implicita pari al 42,7 per cento. Per quanto concerne l’IRPEF, sulla base degli ultimi dati disponibili, esso detiene un ruolo centrale all’interno del nostro sistema, con un gettito del 11,3 per cento di PIL, contribuendo a circa il 40 per cento delle entrate tributarie delle Pubbliche Amministrazioni. Inoltre, sapendo che la platea dei soggetti passivi IRPEF è composta da 41,4 milioni di contribuenti, di cui 21,3 sono lavoratori dipendenti, 13,5 milioni sono pensionati e solo 2,9 milioni sono riconducibili a imprenditori, autonomi o soci di società di persone, mentre circa 1 milione di contribuenti è soggetto a regimi agevolati, si può affermare che l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche sia pagata principalmente da lavoratori dipendenti e pensionati. Nel corso del tempo l’IRPEF è stata oggetto di numerose revisioni che ne hanno diminuito la capacità di conseguire gli obiettivi redistributivi per i quali era stata istituita, e dunque una sua riforma sarebbe auspicabile per semplificare la struttura attualmente vigente e al contempo ridurre gradualmente il carico fiscale senza intaccare la progressività. La tesi ha dunque l’obiettivo di analizzare l’attuale struttura dell’imposta per poi studiare delle possibili riforme a cui potrebbe essere assoggettata. Nello specifico, nel capitolo 1 si introduce il concetto di imposta e i differenti modelli teorici che ne garantiscono la progressività, una caratteristica assolutamente imprescindibile. Nel capito 2 invece si analizza tutta la storia dell’IRPEF, dal 1974, anno della sua introduzione, fino all’attuale struttura, analizzando tutte le principali modifiche che sono state apportate nel corso degli anni. Successivamente si prendono in considerazione le caratteristiche attualmente presenti, studiando la composizione e le maggiori criticità che il sistema possiede. Infine, nel capitolo 3 si focalizza l’attenzione sulle possibili modifiche che sono state proposte e si analizzano in modo da comprenderne le motivazioni, oltre ai relativi costi e benefici che potrebbero apportare al sistema stesso. Seguono, per ultime, le conclusioni dove si intende capire quale possa essere la migliore strada che l’Italia potrebbe intraprendere per riformare un sistema non più sostenibile.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/156144