This paper proposes to consider philosophical practice as pure philosophy, which is understood, starting from Pierre Hadot and Michel Foucault reflections, as the choice and practice of a way of life that involves the subject self-transformation and the transfiguration of everyday life. In fact, philosophical practice is outlined as a relational practice that, through the explicitation and criticism of worldviews, opens to the possible and creates the conditions for a process of free subjectivation. Once highlighted the political scope that philosophical practice, so conceived, assumes and pointed the criticality about its application in a daily life context, this work investigates its application in the palliative care. As a consequences it is argued that philosophical practice could be able to exercise itself profitably in the field of end-of-life care, since it is capable of enhancing and reintegrating the spiritual dimension into clinical practice, and to allow patients to live the time of death as active subjects, supporting them in the construction of a death that represents them.

Il presente lavoro propone di considerare la consulenza filosofica come pura filosofia, la quale ̶ prendendo le mosse dalle riflessioni di Pierre Hadot e di Michel Foucault ̶ è intesa come la scelta e la pratica di un modo di vivere che comporta un’autotrasformazione del soggetto e la trasfigurazione del quotidiano. Infatti, la consulenza filosofica è delineata come una pratica relazionale che, attraverso l’esplicitazione e la critica delle visioni del mondo, apre al possibile e crea le condizioni per un processo di libera soggettivazione. Evidenziata la portata politica che la consulenza filosofica, così concepita, assume e segnalata una criticità circa la sua applicazione in un contesto di vita quotidiana, si indaga poi la sua applicazione nelle cure palliative. Si sostiene, infatti, che la consulenza filosofica sia in grado di esercitarsi proficuamente nell’ambito delle cure di fine vita, poiché essa è capace di valorizzare e di reintegrare la dimensione spirituale nella pratica clinica, nonché di consentire ai malati di vivere il tempo del morire da soggetti attivi, affiancandoli nella costruzione di una morte che li rappresenti.

Filosofia praticata: consulenza filosofica e cure di fine vita

GIORGI, FABIANA
2019/2020

Abstract

Il presente lavoro propone di considerare la consulenza filosofica come pura filosofia, la quale ̶ prendendo le mosse dalle riflessioni di Pierre Hadot e di Michel Foucault ̶ è intesa come la scelta e la pratica di un modo di vivere che comporta un’autotrasformazione del soggetto e la trasfigurazione del quotidiano. Infatti, la consulenza filosofica è delineata come una pratica relazionale che, attraverso l’esplicitazione e la critica delle visioni del mondo, apre al possibile e crea le condizioni per un processo di libera soggettivazione. Evidenziata la portata politica che la consulenza filosofica, così concepita, assume e segnalata una criticità circa la sua applicazione in un contesto di vita quotidiana, si indaga poi la sua applicazione nelle cure palliative. Si sostiene, infatti, che la consulenza filosofica sia in grado di esercitarsi proficuamente nell’ambito delle cure di fine vita, poiché essa è capace di valorizzare e di reintegrare la dimensione spirituale nella pratica clinica, nonché di consentire ai malati di vivere il tempo del morire da soggetti attivi, affiancandoli nella costruzione di una morte che li rappresenti.
ITA
This paper proposes to consider philosophical practice as pure philosophy, which is understood, starting from Pierre Hadot and Michel Foucault reflections, as the choice and practice of a way of life that involves the subject self-transformation and the transfiguration of everyday life. In fact, philosophical practice is outlined as a relational practice that, through the explicitation and criticism of worldviews, opens to the possible and creates the conditions for a process of free subjectivation. Once highlighted the political scope that philosophical practice, so conceived, assumes and pointed the criticality about its application in a daily life context, this work investigates its application in the palliative care. As a consequences it is argued that philosophical practice could be able to exercise itself profitably in the field of end-of-life care, since it is capable of enhancing and reintegrating the spiritual dimension into clinical practice, and to allow patients to live the time of death as active subjects, supporting them in the construction of a death that represents them.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/156042