This thesis is the result of a research project financed by Regione Piemonte and started in 2000, with the aim of obtaining scientifical evidences about cropping systems managed following the organic agriculture regulations. The trial is located in Cussanio ¿ Fossano (CN). The experimental design consists in the comparison of three cropping systems, one conventional and two organic. The main difference between organic and conventional agriculture is the level of auxiliary power introduced in agro ¿ systems: conventional agriculture emploies a significant amount of additional power from industrial processes (chemicals, mining, mechanics, etc.) that are not used in organic agriculture. The two organic treatments differs for the connection to a barn. The first agricultural system is based on the use of purchased organic fertilizers, and green manuring. The second treatment instead is based on the presence of livestock that constrain the cropping system to the feed production, but also to the availability of farmyard manure for fertilisation. The results here presented refers to 2007¿2009 period. The cropping systems have been analysed under different points of view: 1.the production and the quality level of the crops; 2.the variation of the physical, chemical and biological features of the soil; 3.the environmental impact of an organic farm supposed to have the same crop rotation of one of the three experimental systems (the one with manure supply only), and an additional cow breeding, characterised by a complete re-cycle of the resources from the fields to the stable (¿closed-cycle¿). According to the results, is possible to conclude that, in this test, there are average reductions of the fields productions of about 30 percent between the conventional management and the organic one; however, the level quality of the products is good. The evident reduction obtained in the wheat field is mostly linked with the climate conditions. Surely, the big amount of weeds in the field has been an important limiting factor, showing that the only mechanical work to control them is often failing. The structural organisation of the organic farm has been supposed refering to the typical features of Piedmont's organic farms, in which there is a widespread breeding of the Piemontese race. In order to give an evaluation as practical as possible, all the hypothesis have been related to the European and regional law concernig organic farming (Reg. CE 889/2008 and the Nitrates Directive), which aims to protect water bodies against pollution induced by nitrates from agricultural sources, and designed Piedmont as a ¿Vurnerable Zone¿. In this work, we propose a model trying to evaluate feed administered to the groups of animals in the barn, calculating the amount of material necessary to the litter in order to guarantee the re-cycle of the fields products in the farm, and, last, we calculated the surface for the obtained animal stocking. The efficiency of this closed cropping system shows that this organic models can be well sustainable, and enable the employment of local resources like manure, re-use of the products of the fields, and therefore cost-effectiveness, through the adoption of agricultural practices with low environmental impact.

La presente tesi espone i risultati di un progetto di ricerca avviato nel 2000, con l'obiettivo di acquisire dati agronomici sui sistemi colturali erbacei in agricoltura biologica. I risultati sperimentali si riferiscono alla prova di campo realizzata in località Cussanio che prevede il confronto fra tre sistemi colturali: un sistema gestito secondo tecniche convenzionali e due secondo metodi biologici, che si differenziano per la presenza/assenza della stalla, che impone la produzione di alimenti per il bestiame, ma crea anche la disponibilità di letame. I risultati dei rilievi e delle analisi in campo esposti in questo lavoro fanno riferimento al triennio 2007-2009.I tre diversi sistemi colturali a confronto sono stati valutati da diversi punti di vista: il livello produttivo e qualitativo delle colture, nell'intento di verificare se i sistemi cerealicoli condotti secondo metodi biologici conducono a significative diminuzioni delle rese; la valutazione della sostenibilità ambientale ottenibile in un'ipotetica azienda zootecnica biologica impostata su uno dei due sistemi biologici della sperimentazione, in cui si verifichi il completo ricircolo delle risorse interne (ciclo chiuso). Dai risultati ottenuti, si è arrivati a concludere che, nella prova condotta, si verificano riduzioni delle rese in media del circa 30% nei sistemi biologici rispetto al sistema convenzionale, con trascurabile differenza tra il sistema che prevede apporto di letame e quello caratterizzato dalla presenza di sovescio. Le riduzioni ottenute possono essere attribuite non tanto alle tecniche colturali, quanto più alle condizioni climatiche sfavorevoli. Inoltre, la presenza di erbe infestanti è risultata essere un importante fattore limitante, per cui si è concluso che i soli interventi meccanici spesso non si dimostrano sufficienti al controllo delle malerbe presenti in campo.Si propone, inoltre, la valutazione della sostenibilità ambientale di un'ipotetica azienda biologica cerealicola-zootecnica a ciclo chiuso, impostata sul sistema colturale della sperimentazione con apporto di solo letame come fertilizzante, e caratterizzata da un allevamento di bovini di razza Piemontese. L'organizzazione aziendale è stata ipotizzata nell'ottica di rispecchiare il più possibile l'impianto strutturale delle aziende biologiche presenti nella nostra regione, sulla base delle normative a cui devono attenersi gli agricoltori che scelgono questo tipo di metodo di produzione, ossia il Reg. 889/2008 che disciplina la zootecnia biologica, e la Direttiva Nitrati, che regolamenta lo spandimento degli effluenti di origine agricola in tutto il territorio piemontese.Si è cercato di fornire il più possibile una valutazione d'insieme, nell'intento di elaborare un modello aziendale che possa essere utilizzato come base di valutazione per altre realtà. La valutazione dell'efficienza ottenibile da un sistema a ciclo chiuso è risultata positiva sia sulla base dei vincoli stabiliti dalla Direttiva Comunitaria, che in funzione del disciplinare biologico, dimostrando che un'azienda con caratteristiche analoghe a quella ipotizzata possa essere effettivamente sostenibile, proponendo un metodo di produzione che si confronti con la necessità di contemperare gli interessi aziendali con il mantenimento di un ambiente ecologicamente equilibrato, tramite l'adozione di pratiche agronomiche a ridotto impatto ambientale e capaci di garantire un oculato impiego dei fattori produttivi.

Analisi di sistemi colturali erbacei per aziende biologiche

RINALDI, CARLOTTA
2009/2010

Abstract

La presente tesi espone i risultati di un progetto di ricerca avviato nel 2000, con l'obiettivo di acquisire dati agronomici sui sistemi colturali erbacei in agricoltura biologica. I risultati sperimentali si riferiscono alla prova di campo realizzata in località Cussanio che prevede il confronto fra tre sistemi colturali: un sistema gestito secondo tecniche convenzionali e due secondo metodi biologici, che si differenziano per la presenza/assenza della stalla, che impone la produzione di alimenti per il bestiame, ma crea anche la disponibilità di letame. I risultati dei rilievi e delle analisi in campo esposti in questo lavoro fanno riferimento al triennio 2007-2009.I tre diversi sistemi colturali a confronto sono stati valutati da diversi punti di vista: il livello produttivo e qualitativo delle colture, nell'intento di verificare se i sistemi cerealicoli condotti secondo metodi biologici conducono a significative diminuzioni delle rese; la valutazione della sostenibilità ambientale ottenibile in un'ipotetica azienda zootecnica biologica impostata su uno dei due sistemi biologici della sperimentazione, in cui si verifichi il completo ricircolo delle risorse interne (ciclo chiuso). Dai risultati ottenuti, si è arrivati a concludere che, nella prova condotta, si verificano riduzioni delle rese in media del circa 30% nei sistemi biologici rispetto al sistema convenzionale, con trascurabile differenza tra il sistema che prevede apporto di letame e quello caratterizzato dalla presenza di sovescio. Le riduzioni ottenute possono essere attribuite non tanto alle tecniche colturali, quanto più alle condizioni climatiche sfavorevoli. Inoltre, la presenza di erbe infestanti è risultata essere un importante fattore limitante, per cui si è concluso che i soli interventi meccanici spesso non si dimostrano sufficienti al controllo delle malerbe presenti in campo.Si propone, inoltre, la valutazione della sostenibilità ambientale di un'ipotetica azienda biologica cerealicola-zootecnica a ciclo chiuso, impostata sul sistema colturale della sperimentazione con apporto di solo letame come fertilizzante, e caratterizzata da un allevamento di bovini di razza Piemontese. L'organizzazione aziendale è stata ipotizzata nell'ottica di rispecchiare il più possibile l'impianto strutturale delle aziende biologiche presenti nella nostra regione, sulla base delle normative a cui devono attenersi gli agricoltori che scelgono questo tipo di metodo di produzione, ossia il Reg. 889/2008 che disciplina la zootecnia biologica, e la Direttiva Nitrati, che regolamenta lo spandimento degli effluenti di origine agricola in tutto il territorio piemontese.Si è cercato di fornire il più possibile una valutazione d'insieme, nell'intento di elaborare un modello aziendale che possa essere utilizzato come base di valutazione per altre realtà. La valutazione dell'efficienza ottenibile da un sistema a ciclo chiuso è risultata positiva sia sulla base dei vincoli stabiliti dalla Direttiva Comunitaria, che in funzione del disciplinare biologico, dimostrando che un'azienda con caratteristiche analoghe a quella ipotizzata possa essere effettivamente sostenibile, proponendo un metodo di produzione che si confronti con la necessità di contemperare gli interessi aziendali con il mantenimento di un ambiente ecologicamente equilibrato, tramite l'adozione di pratiche agronomiche a ridotto impatto ambientale e capaci di garantire un oculato impiego dei fattori produttivi.
ITA
This thesis is the result of a research project financed by Regione Piemonte and started in 2000, with the aim of obtaining scientifical evidences about cropping systems managed following the organic agriculture regulations. The trial is located in Cussanio ¿ Fossano (CN). The experimental design consists in the comparison of three cropping systems, one conventional and two organic. The main difference between organic and conventional agriculture is the level of auxiliary power introduced in agro ¿ systems: conventional agriculture emploies a significant amount of additional power from industrial processes (chemicals, mining, mechanics, etc.) that are not used in organic agriculture. The two organic treatments differs for the connection to a barn. The first agricultural system is based on the use of purchased organic fertilizers, and green manuring. The second treatment instead is based on the presence of livestock that constrain the cropping system to the feed production, but also to the availability of farmyard manure for fertilisation. The results here presented refers to 2007¿2009 period. The cropping systems have been analysed under different points of view: 1.the production and the quality level of the crops; 2.the variation of the physical, chemical and biological features of the soil; 3.the environmental impact of an organic farm supposed to have the same crop rotation of one of the three experimental systems (the one with manure supply only), and an additional cow breeding, characterised by a complete re-cycle of the resources from the fields to the stable (¿closed-cycle¿). According to the results, is possible to conclude that, in this test, there are average reductions of the fields productions of about 30 percent between the conventional management and the organic one; however, the level quality of the products is good. The evident reduction obtained in the wheat field is mostly linked with the climate conditions. Surely, the big amount of weeds in the field has been an important limiting factor, showing that the only mechanical work to control them is often failing. The structural organisation of the organic farm has been supposed refering to the typical features of Piedmont's organic farms, in which there is a widespread breeding of the Piemontese race. In order to give an evaluation as practical as possible, all the hypothesis have been related to the European and regional law concernig organic farming (Reg. CE 889/2008 and the Nitrates Directive), which aims to protect water bodies against pollution induced by nitrates from agricultural sources, and designed Piedmont as a ¿Vurnerable Zone¿. In this work, we propose a model trying to evaluate feed administered to the groups of animals in the barn, calculating the amount of material necessary to the litter in order to guarantee the re-cycle of the fields products in the farm, and, last, we calculated the surface for the obtained animal stocking. The efficiency of this closed cropping system shows that this organic models can be well sustainable, and enable the employment of local resources like manure, re-use of the products of the fields, and therefore cost-effectiveness, through the adoption of agricultural practices with low environmental impact.
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
329516_tesifinepdf.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 2.29 MB
Formato Adobe PDF
2.29 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/15601