The aim of this research is to take part in the debate on the social and political areas and on the field of action of the asylum seekers ¿ during and after the procedure of consideration of the request ¿ and, in general terms, of the migrants in movement. We will refer to the concept of ¿migrant citizenship¿ to indicate the actions taken by migrants regarding essential political and social aspects such as residence, movement and fundamental social rights. Our theoretical guide is the work by Engin Isis on the citizenship acts on one hand and migration autonomy on the other ; we will investigate, focusing on the ethnographic aspect, the squatting experience of the « Ex Villaggio Olimpico » in Turin (Ex Moi). The research, which lasted eight months, was carried out in the the four squatted blocks of Ex-Moi, the biggest squatting area used by migrants in Turin, where there are today more than a thousand people. In the First Part the research focuses on the institutional interventions strategies and on its various levels : from the European dimension to the local one, from the Italian legislation to the world of the Third Sector which concretely carries out hosting policy in the territories. The lack or resources and the difficulties related to the creation of an intervention strategy shared by the various levels of governance are put in relation with the survival mechanisms implemented by the migrants and by the "No Borders" movements. The squat of the Ex Villaggio Olimpico took place on 30th March, 2013, a few months after the closing of the North Africa Emergency launched by the Italian government to handle the increasing numer of asylum seekers, in a socio-political context in which thousands of people were suddenly left out of the host programmes and deprived of the opportunity of finding accomodation and jobs. This perspective enhances the claims for the rights as they break the normal conduct of action by producing new forms of rights allocations and status changes for those who take part in these claims : these are rights and status they wouldn't have if they hadn't « acted concretely ». Ex-Moi isn't asking for the migrants citizenship rights, Ex-Moi merely states these rights every day though the life of the asylum seekers who live there. In the Second Part, we looked into the strategies and resources activated by the Ex-Moi residents to tackle this situation : strategies and resources which are at the same time individual and collective, thus allowing the practice of social and economical self-sustainment, shared management of the collective areas, collective stuggles and social transformation. Despite the difficulties and contradictions which obviously arise in such a multi-faceted and complex experience, Ex-Moi gives a lot of migrants the opportunity to find answers outside the welfarism dynamics of the host schemes by stating their presence on the Italian territory and by drawing new paths to the achievement of exportable and unprecendented citizenship models.
La ricerca si propone di partecipare ai dibattiti attuali sugli spazi politici e sociali e sulla capacità d'azione dei richiedenti asilo - durante e dopo la procedura di esame della domanda - e, più in generale, dei migranti in cammino. Si farà riferimento al concetto di ¿cittadinanze migranti¿ per designare una serie di azioni intraprese e attuate dai migranti a proposito di questioni politiche e sociali essenziali quali la residenza, la mobilità e i diritti sociali fondamentali. Utilizzando come fari teorici il lavoro di Engin Isis sugli atti di cittadinanza, da un lato, e l'autonomia delle migrazioni, dall'altro, si indagherà, attraverso la lente etnografica l'esperienza dell'occupazione abitativa dell'Ex Villaggio Olimpico di Torino (Ex Moi). La ricerca, durata circa otto mesi, è stata condotta tra le mura delle quattro palazzine occupate dell'Ex Moi, la più grande occupazione abitativa attraversata da migranti a Torino, che oggi ospita più di mille persone Nella Parte I l'indagine si focalizza sulle strategie di intervento istituzionali e sui differenti livelli di intervento che le compongono: dalla dimensione europea a quella locale, dalla legislazione italiana al mondo del Terzo Settore che concretamente pratica percorsi di accoglienza nei territori. La scarsità di risorse e le difficoltà a creare una traiettoria d'intervento condivisa tra i differenti livelli di governance, vengono messe in relazione con i meccanismi di sopravvivenza promossi dai migranti e dai movimenti No Borders. L'occupazione dell'Ex Villaggio Olimpico è avvenuta il 30 marzo 2013, a pochi mesi dalla chiusura dell'Emergenza Nord Africa lanciata dal governo italiano per gestire il rapido aumento di richieste d'asilo, in un contesto socio-politico nel quale migliaia di persone si sono trovate improvvisamente escluse dai programmi di accoglienza e prive di prospettive abitative e lavorative. Questa prospettiva valorizza le mobilitazioni di rivendicazione e riconoscimento di diritti per la loro capacità di introdurre discontinuità nello svolgimento ordinario delle cose, producendo nuove forme di distribuzione dei diritti e un cambiamento di status per quelli che vi prendono parte: dei diritti e degli status di cui non avrebbero goduto se non fossero ¿passati all'atto¿. L'Ex Moi non chiede il riconoscimento del diritto di cittadinanza dei migranti, più semplicemente afferma quel diritto con la quotidianità e con la concretezza delle vite dei richiedenti e dei rifugiati che lo abitano. Nella Parte II sono state prese in esame le strategie e le risorse attivate dagli abitanti dell'Ex Moi per fra fronte a questa situazione: risorse che sono al tempo stesso individuali e collettive e che hanno permesso la definizione di forme di auto-sostentamento sociale ed economico, gestione condivisa degli spazi comuni e costruzione di momenti collettivi di lotta e trasformazione sociale. Nonostante le difficoltà e le contraddizioni che necessariamente accompagnano un'esperienza così variegata e complessa, l'Ex Moi ha rappresentato per molti migranti la possibilità di cercare risposte al di fuori delle dinamiche assistenzialiste ed emergenziali del sistema di accoglienza, affermando la propria presenza sul territorio italiano e tracciando nuovi percorsi per la conquista e la concretizzazione di modelli di cittadinanza inediti e riproducibili.
Cittadinanze migranti: l'occupazione dell'Ex Moi a Torino
PAMPURO, MARTA
2015/2016
Abstract
La ricerca si propone di partecipare ai dibattiti attuali sugli spazi politici e sociali e sulla capacità d'azione dei richiedenti asilo - durante e dopo la procedura di esame della domanda - e, più in generale, dei migranti in cammino. Si farà riferimento al concetto di ¿cittadinanze migranti¿ per designare una serie di azioni intraprese e attuate dai migranti a proposito di questioni politiche e sociali essenziali quali la residenza, la mobilità e i diritti sociali fondamentali. Utilizzando come fari teorici il lavoro di Engin Isis sugli atti di cittadinanza, da un lato, e l'autonomia delle migrazioni, dall'altro, si indagherà, attraverso la lente etnografica l'esperienza dell'occupazione abitativa dell'Ex Villaggio Olimpico di Torino (Ex Moi). La ricerca, durata circa otto mesi, è stata condotta tra le mura delle quattro palazzine occupate dell'Ex Moi, la più grande occupazione abitativa attraversata da migranti a Torino, che oggi ospita più di mille persone Nella Parte I l'indagine si focalizza sulle strategie di intervento istituzionali e sui differenti livelli di intervento che le compongono: dalla dimensione europea a quella locale, dalla legislazione italiana al mondo del Terzo Settore che concretamente pratica percorsi di accoglienza nei territori. La scarsità di risorse e le difficoltà a creare una traiettoria d'intervento condivisa tra i differenti livelli di governance, vengono messe in relazione con i meccanismi di sopravvivenza promossi dai migranti e dai movimenti No Borders. L'occupazione dell'Ex Villaggio Olimpico è avvenuta il 30 marzo 2013, a pochi mesi dalla chiusura dell'Emergenza Nord Africa lanciata dal governo italiano per gestire il rapido aumento di richieste d'asilo, in un contesto socio-politico nel quale migliaia di persone si sono trovate improvvisamente escluse dai programmi di accoglienza e prive di prospettive abitative e lavorative. Questa prospettiva valorizza le mobilitazioni di rivendicazione e riconoscimento di diritti per la loro capacità di introdurre discontinuità nello svolgimento ordinario delle cose, producendo nuove forme di distribuzione dei diritti e un cambiamento di status per quelli che vi prendono parte: dei diritti e degli status di cui non avrebbero goduto se non fossero ¿passati all'atto¿. L'Ex Moi non chiede il riconoscimento del diritto di cittadinanza dei migranti, più semplicemente afferma quel diritto con la quotidianità e con la concretezza delle vite dei richiedenti e dei rifugiati che lo abitano. Nella Parte II sono state prese in esame le strategie e le risorse attivate dagli abitanti dell'Ex Moi per fra fronte a questa situazione: risorse che sono al tempo stesso individuali e collettive e che hanno permesso la definizione di forme di auto-sostentamento sociale ed economico, gestione condivisa degli spazi comuni e costruzione di momenti collettivi di lotta e trasformazione sociale. Nonostante le difficoltà e le contraddizioni che necessariamente accompagnano un'esperienza così variegata e complessa, l'Ex Moi ha rappresentato per molti migranti la possibilità di cercare risposte al di fuori delle dinamiche assistenzialiste ed emergenziali del sistema di accoglienza, affermando la propria presenza sul territorio italiano e tracciando nuovi percorsi per la conquista e la concretizzazione di modelli di cittadinanza inediti e riproducibili.File | Dimensione | Formato | |
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