L’impiego di prodotti fitosanitari è uno dei principali sistemi attuati dall’uomo per proteggere le produzioni vegetali dagli organismi nocivi, nonché di migliorare la produzione agricola. Nella complessa interazione uomo-ambiente l’alimentazione gioca un ruolo cruciale. È necessario garantire che i residui di prodotti fitosanitari, utilizzati in agricoltura e presenti negli alimenti, non costituiscano un rischio per la salute dei consumatori. In questo lavoro di tesi è stato valutato il rischio acuto e cronico dovuto all’esposizione ai residui di prodotti fitosanitari negli alimenti di origine vegetale campionati nell’ambito dei controlli ufficiali nel territorio dell’ASL CN1, nella Provincia di Cuneo. Ogni livello massimo di residuo per ciascuna combinazione residuo/alimento è stato sottoposto ad un processo di valutazione del rischio utilizzando il modello di calcolo dell’EFSA, PRIMo (Pesticide Residue Intake Model). Nella valutazione del rischio cronico, l’esposizione stimata è stata confrontata con la dose giornaliera accettabile (ADI). Nella valutazione del rischio acuto, invece, l’esposizione è stata confrontata con la dose di riferimento acuta (ARfD). Sono stati esaminati i risultati delle analisi svolte su 79 campioni di alimenti vegetali nel biennio 2019-2020. Nei campioni considerati sono stati riscontrati livelli quantificabili di residui per 29 residui su 185 ricercati, i quali sono stati sottoposti alla valutazione del rischio. Dei 79 campioni totali, 28 presentavano residui di fitofarmaci a livelli quantificabili, 15 campioni erano multiresiduo ed in 5 campioni sono stati riscontrati livelli di prodotti fitosanitari superiori ai limiti massimi di residuo (LMR). I risultati della valutazione del rischio cronico per gli adulti e per i bambini indicano che i livelli di residui indagati non dovrebbero rappresentare un rischio per la salute dei consumatori. Lo stesso si può affermare per la valutazione del rischio acuto per i consumatori adulti. Nella valutazione del rischio acuto per i bambini invece, per due sostanze attive, Pyraclostrobin e Tebuconazole, sono stati rilevati in tre prodotti alimentari livelli di esposizione superiori alla ARfD. Tuttavia, è importante considerare il fatto che per la valutazione del rischio è stato utilizzato un modello di calcolo conservativo che fornisce una sovrastima dell’esposizione. Dall’altro lato, in questo studio sono state prese in considerazione solo alcune tipologie di alimenti vegetali, che corrispondono a quelle previste dai programmi di controllo ufficiale nel territorio dell’ASL CN1, ma che non rappresentano la totalità degli alimenti vegetali consumati in una dieta. Al fine di stimare più accuratamente il rischio per la popolazione residente sarebbe utile avere a disposizione i dati dei residui relativi a tutti gli alimenti che fanno parte della dieta ed i livelli di consumo specifici per quella popolazione. Sarebbe inoltre interessante valutare diversi scenari, ad esempio il consumo di prodotti biologici rispetto a quelli venduti dalla grande distribuzione e quelli acquistati direttamente dagli agricoltori.
Analisi di Rischio Sanitario: residui di fitofarmaci in alimenti di origine vegetale nella Provincia di Cuneo
AVICO, PAOLA LUCIA
2020/2021
Abstract
L’impiego di prodotti fitosanitari è uno dei principali sistemi attuati dall’uomo per proteggere le produzioni vegetali dagli organismi nocivi, nonché di migliorare la produzione agricola. Nella complessa interazione uomo-ambiente l’alimentazione gioca un ruolo cruciale. È necessario garantire che i residui di prodotti fitosanitari, utilizzati in agricoltura e presenti negli alimenti, non costituiscano un rischio per la salute dei consumatori. In questo lavoro di tesi è stato valutato il rischio acuto e cronico dovuto all’esposizione ai residui di prodotti fitosanitari negli alimenti di origine vegetale campionati nell’ambito dei controlli ufficiali nel territorio dell’ASL CN1, nella Provincia di Cuneo. Ogni livello massimo di residuo per ciascuna combinazione residuo/alimento è stato sottoposto ad un processo di valutazione del rischio utilizzando il modello di calcolo dell’EFSA, PRIMo (Pesticide Residue Intake Model). Nella valutazione del rischio cronico, l’esposizione stimata è stata confrontata con la dose giornaliera accettabile (ADI). Nella valutazione del rischio acuto, invece, l’esposizione è stata confrontata con la dose di riferimento acuta (ARfD). Sono stati esaminati i risultati delle analisi svolte su 79 campioni di alimenti vegetali nel biennio 2019-2020. Nei campioni considerati sono stati riscontrati livelli quantificabili di residui per 29 residui su 185 ricercati, i quali sono stati sottoposti alla valutazione del rischio. Dei 79 campioni totali, 28 presentavano residui di fitofarmaci a livelli quantificabili, 15 campioni erano multiresiduo ed in 5 campioni sono stati riscontrati livelli di prodotti fitosanitari superiori ai limiti massimi di residuo (LMR). I risultati della valutazione del rischio cronico per gli adulti e per i bambini indicano che i livelli di residui indagati non dovrebbero rappresentare un rischio per la salute dei consumatori. Lo stesso si può affermare per la valutazione del rischio acuto per i consumatori adulti. Nella valutazione del rischio acuto per i bambini invece, per due sostanze attive, Pyraclostrobin e Tebuconazole, sono stati rilevati in tre prodotti alimentari livelli di esposizione superiori alla ARfD. Tuttavia, è importante considerare il fatto che per la valutazione del rischio è stato utilizzato un modello di calcolo conservativo che fornisce una sovrastima dell’esposizione. Dall’altro lato, in questo studio sono state prese in considerazione solo alcune tipologie di alimenti vegetali, che corrispondono a quelle previste dai programmi di controllo ufficiale nel territorio dell’ASL CN1, ma che non rappresentano la totalità degli alimenti vegetali consumati in una dieta. Al fine di stimare più accuratamente il rischio per la popolazione residente sarebbe utile avere a disposizione i dati dei residui relativi a tutti gli alimenti che fanno parte della dieta ed i livelli di consumo specifici per quella popolazione. Sarebbe inoltre interessante valutare diversi scenari, ad esempio il consumo di prodotti biologici rispetto a quelli venduti dalla grande distribuzione e quelli acquistati direttamente dagli agricoltori.File | Dimensione | Formato | |
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