Il presente elaborato ha preso in esame il dipinto raffigurante Gesù tra i Dottori del Tempio, opera rinvenuta nei depositi del Castello di Racconigi nell'estate del 2009, in occasione di uno stage organizzato per gli studenti del Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, in collaborazione con il Centro di Conservazione e Restauro ¿La Venaria Reale¿. Al momento del rinvenimento il dipinto si presentava protetto da una pesante velinatura, che non permetteva di riconoscere il soggetto rappresentato. Essa venne eseguita prima del 1951 per preservare l'opera, già in precarie condizioni, presumibilmente durante gli spostamenti nelle varie residenze Sabaude o forse in occasione dell'avventurosa epopea della tutela messa in atto nel secondo conflitto mondiale e di cui questo elaborato rende conto. In accordo con la dottoressa Rossana Vitiello, funzionario della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici, Etnoantropologici del Piemonte è stata eseguita la rimozione della velinatura, che ha permesso di portare alla luce il soggetto del dipinto e di riconoscere la mano di Giovan Battista Beinaschi, pittore di origine piemontese che lavorò tra Roma e Napoli e di cui quest'opera rappresenta la prima testimonianza rinvenuta in patria. Tale attribuzione è stata dunque occasione per riflettere, alla luce dei nuovi dati, sul percorso piemontese dell'artista. Il già menzionato, primo delicato intervento, di rimozione della velinatura è stato eseguito negli ambienti del castello; successivamente l'opera è stata trasferita presso il Centro di Conservazione e Restauro ¿La Venaria Reale¿ dove sono state eseguite le operazioni orientate al recupero della stabilità di tutti gli strati originali. Lo studio sulla tecnica esecutiva, sugli interventi di restauro e sullo stato di conservazione dell'opera che verrà descritto nel presente lavoro, ha visto coinvolti non solo i restauratori, ma anche il personale scientifico dei laboratori del Centro di Conservazione e Restauro ¿La Venaria Reale¿. L'impiego di numerose tecniche di indagine ha permesso di raccogliere diverse informazioni sulla metodologia di lavoro adottata dall'artista, che si auspica possano rivelarsi un valido punto di partenza per approfondire lo studio di questo autore tanto affascinante quanto poco conosciuto. L'analisi del dipinto è stata anche occasione per spiegare la discordanza tra due tecniche di indagine non invasive che nella campitura del cielo hanno fornito indicazioni contrastanti. A tal proposito è stata eseguita una sperimentazione che ha fornito indicazioni significative sulla controversa presenza dello smaltino. Nell'ultima parte dell'elaborato si è affrontata l'analisi volta a comprendere gli interventi che l'opera ha subito nel corso del tempo e le sue condizioni conservative, presupposti necessari prima di procedere al restauro.

Un'opera inedita di Giovan Battista Beinaschi rinvenuta nel Castello di Racconigi: ¿Gesù tra i Dottori del Tempio¿. Studio della tecnica esecutiva e delle vicende conservative

SAMPIETRO, MARIA RITA
2009/2010

Abstract

Il presente elaborato ha preso in esame il dipinto raffigurante Gesù tra i Dottori del Tempio, opera rinvenuta nei depositi del Castello di Racconigi nell'estate del 2009, in occasione di uno stage organizzato per gli studenti del Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, in collaborazione con il Centro di Conservazione e Restauro ¿La Venaria Reale¿. Al momento del rinvenimento il dipinto si presentava protetto da una pesante velinatura, che non permetteva di riconoscere il soggetto rappresentato. Essa venne eseguita prima del 1951 per preservare l'opera, già in precarie condizioni, presumibilmente durante gli spostamenti nelle varie residenze Sabaude o forse in occasione dell'avventurosa epopea della tutela messa in atto nel secondo conflitto mondiale e di cui questo elaborato rende conto. In accordo con la dottoressa Rossana Vitiello, funzionario della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici, Etnoantropologici del Piemonte è stata eseguita la rimozione della velinatura, che ha permesso di portare alla luce il soggetto del dipinto e di riconoscere la mano di Giovan Battista Beinaschi, pittore di origine piemontese che lavorò tra Roma e Napoli e di cui quest'opera rappresenta la prima testimonianza rinvenuta in patria. Tale attribuzione è stata dunque occasione per riflettere, alla luce dei nuovi dati, sul percorso piemontese dell'artista. Il già menzionato, primo delicato intervento, di rimozione della velinatura è stato eseguito negli ambienti del castello; successivamente l'opera è stata trasferita presso il Centro di Conservazione e Restauro ¿La Venaria Reale¿ dove sono state eseguite le operazioni orientate al recupero della stabilità di tutti gli strati originali. Lo studio sulla tecnica esecutiva, sugli interventi di restauro e sullo stato di conservazione dell'opera che verrà descritto nel presente lavoro, ha visto coinvolti non solo i restauratori, ma anche il personale scientifico dei laboratori del Centro di Conservazione e Restauro ¿La Venaria Reale¿. L'impiego di numerose tecniche di indagine ha permesso di raccogliere diverse informazioni sulla metodologia di lavoro adottata dall'artista, che si auspica possano rivelarsi un valido punto di partenza per approfondire lo studio di questo autore tanto affascinante quanto poco conosciuto. L'analisi del dipinto è stata anche occasione per spiegare la discordanza tra due tecniche di indagine non invasive che nella campitura del cielo hanno fornito indicazioni contrastanti. A tal proposito è stata eseguita una sperimentazione che ha fornito indicazioni significative sulla controversa presenza dello smaltino. Nell'ultima parte dell'elaborato si è affrontata l'analisi volta a comprendere gli interventi che l'opera ha subito nel corso del tempo e le sue condizioni conservative, presupposti necessari prima di procedere al restauro.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/15567