L'elaborato ha l'obiettivo di fornire una traduzione ed un commento in lingua italiana (ad oggi inesistenti) dell'Or. 55, Su Omero e Socrate di Dione Crisostomo. La vita e l'opera di Dione sono analizzate sullo sfondo di un difficile momento storico (la transizione dalla dinastia Flavia al principato adottivo del tardo primo secolo d. C.) di cui il Prusense fu anche, in un certo modo, vittima, in quanto subì, nel'82, una condanna all'esilio. Sono poi approfonditi i tratti di maggiore interesse che questa orazione presenta: anzitutto vengono fatte alcune considerazioni circa la sua forma dialogica, il cui grado di ¿letterarietà¿ e stato variamente valutato, e circa le caratteristiche qualificano i due interlocutori. Si analizza, inoltre, la particolare definizione di μαθητὴς offerta dal Prusense, contestualizzandola mediante l'esame del rapporto che lega, in questa orazione ed in tutto il corpus, Dione ad Omero, con particolare attenzione al caso unico dell'Or. 11, Troiano, sul fatto che Ilio non e stata presa. Vengono, poi, studiati i punti di contatto che Dione individua tra Socrate ed Omero e l'inconsueta lettura che il Crisostomo fornisce di entrambi, nell'intento di dimostrare la propria tesi per cui il filosofo sarebbe allievo del grande poeta. È infine fornito il testo greco, assieme alla sua traduzione in lingua italiana cui fa seguito un commento per lemmi che studia il testo del Prusense, discutendone la storia filologica ed interpretativa e riconnettendolo continuamente al resto della produzione dionea e, più in generale, della tradizione classica.
Aquile e vasai: tecniche retoriche per l'edificazione morale. Traduzione e commento dell'Or. 55 di Dione Crisostomo.
BÉTHAZ, ANNIE
2015/2016
Abstract
L'elaborato ha l'obiettivo di fornire una traduzione ed un commento in lingua italiana (ad oggi inesistenti) dell'Or. 55, Su Omero e Socrate di Dione Crisostomo. La vita e l'opera di Dione sono analizzate sullo sfondo di un difficile momento storico (la transizione dalla dinastia Flavia al principato adottivo del tardo primo secolo d. C.) di cui il Prusense fu anche, in un certo modo, vittima, in quanto subì, nel'82, una condanna all'esilio. Sono poi approfonditi i tratti di maggiore interesse che questa orazione presenta: anzitutto vengono fatte alcune considerazioni circa la sua forma dialogica, il cui grado di ¿letterarietà¿ e stato variamente valutato, e circa le caratteristiche qualificano i due interlocutori. Si analizza, inoltre, la particolare definizione di μαθητὴς offerta dal Prusense, contestualizzandola mediante l'esame del rapporto che lega, in questa orazione ed in tutto il corpus, Dione ad Omero, con particolare attenzione al caso unico dell'Or. 11, Troiano, sul fatto che Ilio non e stata presa. Vengono, poi, studiati i punti di contatto che Dione individua tra Socrate ed Omero e l'inconsueta lettura che il Crisostomo fornisce di entrambi, nell'intento di dimostrare la propria tesi per cui il filosofo sarebbe allievo del grande poeta. È infine fornito il testo greco, assieme alla sua traduzione in lingua italiana cui fa seguito un commento per lemmi che studia il testo del Prusense, discutendone la storia filologica ed interpretativa e riconnettendolo continuamente al resto della produzione dionea e, più in generale, della tradizione classica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/155648