Il Complesso degli Schistes lustrés del Queyras rappresenta l’originario complesso di accrezione alpino subdotto a profondità compatibili con il picco metamorfico in facies scisti blu e caratterizzato dalla presenza di blocchi meta-ofiolitici, fino a sub-chilometrici, inglobati internamente ad una potente successione di calcescisti. Lo scopo di questa Tesi di Laurea è stato la comprensione dell’evoluzione tettono-stratigrafica di un settore del Complesso degli Schistes lustrés del Queyras ubicato presso il Vallone di Mollasco, in Alta Val Maira. Particolare attenzione è stata rivolta al riconoscimento e alla descrizione di eventuali tracce della deformazione fragile e fragile-duttile che comunemente caratterizzano l’evoluzione dei prismi di accrezione a livelli strutturali superficiali, precedentemente al raggiungimento del picco metamorfico. Le metodologie utilizzate sono state il rilevamento geologico-strutturale a scala 1:5.000, che ha portato alla realizzazione di una carta geologico-strutturale a scala 1:12.500, l’analisi strutturale alla meso- e microscala e osservazioni in catodoluminescenza dei sistemi di vene studiati. Il rilevamento geologico e l’analisi strutturale hanno permesso di evidenziare che, all’interno del settore studiato, la successione litostratigrafica, caratterizzata dalla presenza di blocchi meta-ofiolitici inglobati internamente ai calcescisti, rappresenta il risultato dello smembramento tettonico durante le fasi di subduzione-esumazione di un’originaria porzione di basamento oceanico e relative coperture sedimentarie deposte tra il Giurassico medio e il Cretacico superiore nel Bacino oceanico Ligure-Piemontese. L’evoluzione strutturale è stata caratterizzata da tre principali fasi deformative prevalentemente duttili (F1, F2 e F3) e una fragile F4. La fase F1 è correlabile a processi tettonici avvenuti durante la subduzione oceanica che ha comportato la formazione del prisma di accrezione del “Queyras”. La presenza e le caratteristiche strutturali e morfologiche di vene di taglio e vene estensionali in quarzo e quarzo-calcite sono riferibili a una deformazione fragile avvenuta a livelli strutturali superficiali, precedentemente al raggiungimento di profondità compatibili con il picco metamorfico. Le caratteristiche di questa deformazione sono ben confrontabili con quelle osservate in prismi di accrezione esumati poco o non metamorfici (e.g., Chrystalls Beach Complex in Nuova Zelanda; Shimanto Complex in Giappone). In letteratura, queste strutture sono state considerate come possibili evidenze di un’attività microsismica riferibile alla propagazione di ripetuti terremoti “lenti” o slow slip earthquakes che avrebbe quindi caratterizzato la deformazione del prisma di accrezione del “Queyras” a livelli strutturali superficiali. La fase F2 è associata all’esumazione precoce durante la fase collisionale alpina e a condizioni metamorfiche che evolvono in facies scisti verdi. La fase F3 è correlabile con il principale evento esumativo della catena. L’ultima fase deformativa (F4) è caratterizzata dalla propagazione di faglie in regime tettonico estensionale post-metamorfico.

Studio geologico-strutturale del Complesso degli Schistes lustrés del Queyras nel Vallone di Mollasco (Alta Val Maira)

PELLEREY, LUCIA
2019/2020

Abstract

Il Complesso degli Schistes lustrés del Queyras rappresenta l’originario complesso di accrezione alpino subdotto a profondità compatibili con il picco metamorfico in facies scisti blu e caratterizzato dalla presenza di blocchi meta-ofiolitici, fino a sub-chilometrici, inglobati internamente ad una potente successione di calcescisti. Lo scopo di questa Tesi di Laurea è stato la comprensione dell’evoluzione tettono-stratigrafica di un settore del Complesso degli Schistes lustrés del Queyras ubicato presso il Vallone di Mollasco, in Alta Val Maira. Particolare attenzione è stata rivolta al riconoscimento e alla descrizione di eventuali tracce della deformazione fragile e fragile-duttile che comunemente caratterizzano l’evoluzione dei prismi di accrezione a livelli strutturali superficiali, precedentemente al raggiungimento del picco metamorfico. Le metodologie utilizzate sono state il rilevamento geologico-strutturale a scala 1:5.000, che ha portato alla realizzazione di una carta geologico-strutturale a scala 1:12.500, l’analisi strutturale alla meso- e microscala e osservazioni in catodoluminescenza dei sistemi di vene studiati. Il rilevamento geologico e l’analisi strutturale hanno permesso di evidenziare che, all’interno del settore studiato, la successione litostratigrafica, caratterizzata dalla presenza di blocchi meta-ofiolitici inglobati internamente ai calcescisti, rappresenta il risultato dello smembramento tettonico durante le fasi di subduzione-esumazione di un’originaria porzione di basamento oceanico e relative coperture sedimentarie deposte tra il Giurassico medio e il Cretacico superiore nel Bacino oceanico Ligure-Piemontese. L’evoluzione strutturale è stata caratterizzata da tre principali fasi deformative prevalentemente duttili (F1, F2 e F3) e una fragile F4. La fase F1 è correlabile a processi tettonici avvenuti durante la subduzione oceanica che ha comportato la formazione del prisma di accrezione del “Queyras”. La presenza e le caratteristiche strutturali e morfologiche di vene di taglio e vene estensionali in quarzo e quarzo-calcite sono riferibili a una deformazione fragile avvenuta a livelli strutturali superficiali, precedentemente al raggiungimento di profondità compatibili con il picco metamorfico. Le caratteristiche di questa deformazione sono ben confrontabili con quelle osservate in prismi di accrezione esumati poco o non metamorfici (e.g., Chrystalls Beach Complex in Nuova Zelanda; Shimanto Complex in Giappone). In letteratura, queste strutture sono state considerate come possibili evidenze di un’attività microsismica riferibile alla propagazione di ripetuti terremoti “lenti” o slow slip earthquakes che avrebbe quindi caratterizzato la deformazione del prisma di accrezione del “Queyras” a livelli strutturali superficiali. La fase F2 è associata all’esumazione precoce durante la fase collisionale alpina e a condizioni metamorfiche che evolvono in facies scisti verdi. La fase F3 è correlabile con il principale evento esumativo della catena. L’ultima fase deformativa (F4) è caratterizzata dalla propagazione di faglie in regime tettonico estensionale post-metamorfico.
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