L’elaborato finale dal titolo “Economia sommersa e criminalità dei colletti bianchi” è strutturato in sei capitoli e si propone di analizzare in particolare i concetti di economia e sommerso economico, per poi affrontare casi di criminalità economica. Come si evince dal titolo, non si può parlare di sommerso economico senza avere quantomeno l’ausilio della categoria dei c.d “colletti bianchi”, i quali sono stati descritti a partire dagli scritti di Edwin Sutherland, criminologo e sociologo statunitense, nonché padre fondatore del concetto di “white collar crime”. I sei capitoli sono stati scelti in modo da seguire un filo logico: l’introduzione introduce una breve definizione di “colletto bianco”. Il primo capitolo si concentra in seguito sulle categorie imprenditoriali delineate dal codice civile italiano, nonché sulle definizioni di impresa e di imprenditore, quest’ultima ripresa testualmente dall’art. 2082 c.c. Il secondo capitolo tratta i casi più eclatanti di white collar crime in Italia, come ad esempio Tangentopoli e il crac Parmalat S.p.a. Per redigere questo capitolo si è ricorso ampiamente a letteratura grigia e a fonti giornalistiche. Compatibilmente con la natura di questo mio lavoro (segnatamente giuridica e al tempo stesso sociologica) è stata ripresa la sentenza n. del 27 dicembre 2003, con la quale il Tribunale di Parma ha accertato lo stato di insolvenza della Parmalat S.p.a. Si è dunque fatto riferimento alla “teoria dell’associazione differenziale” di E. Sutherland, sulla cui base sono state elaborate considerazioni e riflessioni personali, anche attraverso il confronto con alcuni casi recenti di white collar crime italiani. Nel terzo capitolo si tratta del caso Watergate, i corporate crimes e gli occupational crimes. In questo capitolo si giunge alla definizione di reato dei colletti bianchi e il ruolo della Restorative Justice nei confronti degli white collars, principalmente nella commisurazione della pena. Nel quarto capitolo, a partire di alcuni articoli scientifici della Professoressa Rossi, è stato analizzato il tipico reato del colletto bianco, ossia il riciclaggio e l’autoriciclaggio. Per un’analisi completa, è stata operata una breve comparazione delle fattispecie in Francia e in Spagna. Nel quinto capitolo, in cui sono stati raccolti molteplici casi di riciclaggio, autoriciclaggio e corruzione, sono state elaborate possibili “vie”, che possano contribuire alla riduzione della criminalità dei colletti bianchi, provando a definire in maniera chiara gli offshore. Infine, l’ultimo capitolo tratta la repressione dei casi di criminalità economica organizzata e tratta il sequestro e la confisca come misure più adatte a sottrarre al soggetto i patrimoni illecitamente percepiti.
Economia sommersa e criminalità dei colletti bianchi
POPOVICI, PAUL CONSTANTIN
2019/2020
Abstract
L’elaborato finale dal titolo “Economia sommersa e criminalità dei colletti bianchi” è strutturato in sei capitoli e si propone di analizzare in particolare i concetti di economia e sommerso economico, per poi affrontare casi di criminalità economica. Come si evince dal titolo, non si può parlare di sommerso economico senza avere quantomeno l’ausilio della categoria dei c.d “colletti bianchi”, i quali sono stati descritti a partire dagli scritti di Edwin Sutherland, criminologo e sociologo statunitense, nonché padre fondatore del concetto di “white collar crime”. I sei capitoli sono stati scelti in modo da seguire un filo logico: l’introduzione introduce una breve definizione di “colletto bianco”. Il primo capitolo si concentra in seguito sulle categorie imprenditoriali delineate dal codice civile italiano, nonché sulle definizioni di impresa e di imprenditore, quest’ultima ripresa testualmente dall’art. 2082 c.c. Il secondo capitolo tratta i casi più eclatanti di white collar crime in Italia, come ad esempio Tangentopoli e il crac Parmalat S.p.a. Per redigere questo capitolo si è ricorso ampiamente a letteratura grigia e a fonti giornalistiche. Compatibilmente con la natura di questo mio lavoro (segnatamente giuridica e al tempo stesso sociologica) è stata ripresa la sentenza n. del 27 dicembre 2003, con la quale il Tribunale di Parma ha accertato lo stato di insolvenza della Parmalat S.p.a. Si è dunque fatto riferimento alla “teoria dell’associazione differenziale” di E. Sutherland, sulla cui base sono state elaborate considerazioni e riflessioni personali, anche attraverso il confronto con alcuni casi recenti di white collar crime italiani. Nel terzo capitolo si tratta del caso Watergate, i corporate crimes e gli occupational crimes. In questo capitolo si giunge alla definizione di reato dei colletti bianchi e il ruolo della Restorative Justice nei confronti degli white collars, principalmente nella commisurazione della pena. Nel quarto capitolo, a partire di alcuni articoli scientifici della Professoressa Rossi, è stato analizzato il tipico reato del colletto bianco, ossia il riciclaggio e l’autoriciclaggio. Per un’analisi completa, è stata operata una breve comparazione delle fattispecie in Francia e in Spagna. Nel quinto capitolo, in cui sono stati raccolti molteplici casi di riciclaggio, autoriciclaggio e corruzione, sono state elaborate possibili “vie”, che possano contribuire alla riduzione della criminalità dei colletti bianchi, provando a definire in maniera chiara gli offshore. Infine, l’ultimo capitolo tratta la repressione dei casi di criminalità economica organizzata e tratta il sequestro e la confisca come misure più adatte a sottrarre al soggetto i patrimoni illecitamente percepiti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/155517