What does Cognitive Phenomenology mean and why is it important to postulate it? Since the foundation of the so-called philosophy of mind, as we know it, phenomenology was intended to concern mainly sensory states. There is something it is like to have a certain kind of sensory experience: to see a red cube, to hear the sound of an alarm, to taste a sip of wine, to feel the softness of a pillow. Cognitive experiences, in the past, were largely neglected. They were not supposed to possess a sui generis phenomenology or - at best - their phenomenology was supposed to be reducible to sensory states. Even though both the works of Husserl and Merleau-Ponty highlighted the role that cognitive states have in our phenomenology, this hypothesis was underestimated. Nonetheless, in the early 90's the phenomenology of thought went through a massive rediscovery by a number of theorists. Arguments in favour of Cognitive Phenomenology appealed for instance to Introspection and Phenomenal Contrast. The debate so far is divided between opponents and supporters of the existence of a sui generis Cognitive Phenomenology. In this work I am going to assess the plausibility of the arguments held by both the groups of theorists and, finally, I will conclude by an overall judgement on the benefits of postulating cognitive phenomenology, in the light of the discussion held so far. Even though we should not reach an agreement on the topic, I will argue that it is worth talking of the nature of cognitive phenomenology in order to bring a glimpse of clarity into the tangled and puzzling landscape of the human mind.
Cos'è la fenomenologia cognitiva e perché è importante postularla? Fin dagli inizi della cosiddetta filosofia della mente l'oggetto di indagine originario della fenomenologia erano principalmente gli stati sensoriali. Vi è un certo effetto che fa l'avere un certo tipo di esperienza sensoriale: vedere un cubo rosso, sentire il suono di un allarme, assaggiare un sorso di vino e sentire la morbidezza di un cuscino. Le esperienze cognitive, nel passato, sono state ampiamente trascurate. Si pensava, infatti, che non possedessero una fenomenologia sui generis o - nel migliore dei casi - che la loro fenomenologia fosse riducibile agli stati sensoriali. Nonostante sia le opere di Husserl, sia quelle di Merleau-Ponty avessero sottolineato il ruolo che gli stati cognitivi giocano nella nostra fenomenologia, questa ipotesi è stata sottovalutata. Tuttavia, nella prima metà degli anni novanta, la fenomenologia del pensiero fu oggetto di una grande riscoperta da parte di alcuni studiosi. Gli argomenti in favore della fenomenologia cognitiva hanno fatto appello, per esempio, all'introspezione e al contrasto fenomenico. Il dibattito finora è diviso tra detrattori e sostenitori dell'esistenza di una fenomenologia cognitiva sui generis. In questo elaborato verificherò la plausibilità degli argomenti sostenuti da entrambi i gruppi di studiosi e, infine, concluderò con un giudizio globale sui benefici che comporta il postulare la fenomenologia cognitiva in virtù di quanto detto finora. Anche se non si dovesse raggiungere un accordo sull'argomento, sosterrò che vale la pena parlare della natura della fenomenologia cognitiva in modo da apportare un contributo chiarificatore nell'intricato e complesso panorama della mente umana.
"Dogs dogs dog dog dogs" or: what Cognitive Phenomenology is
MAGRO, BENEDETTA
2015/2016
Abstract
Cos'è la fenomenologia cognitiva e perché è importante postularla? Fin dagli inizi della cosiddetta filosofia della mente l'oggetto di indagine originario della fenomenologia erano principalmente gli stati sensoriali. Vi è un certo effetto che fa l'avere un certo tipo di esperienza sensoriale: vedere un cubo rosso, sentire il suono di un allarme, assaggiare un sorso di vino e sentire la morbidezza di un cuscino. Le esperienze cognitive, nel passato, sono state ampiamente trascurate. Si pensava, infatti, che non possedessero una fenomenologia sui generis o - nel migliore dei casi - che la loro fenomenologia fosse riducibile agli stati sensoriali. Nonostante sia le opere di Husserl, sia quelle di Merleau-Ponty avessero sottolineato il ruolo che gli stati cognitivi giocano nella nostra fenomenologia, questa ipotesi è stata sottovalutata. Tuttavia, nella prima metà degli anni novanta, la fenomenologia del pensiero fu oggetto di una grande riscoperta da parte di alcuni studiosi. Gli argomenti in favore della fenomenologia cognitiva hanno fatto appello, per esempio, all'introspezione e al contrasto fenomenico. Il dibattito finora è diviso tra detrattori e sostenitori dell'esistenza di una fenomenologia cognitiva sui generis. In questo elaborato verificherò la plausibilità degli argomenti sostenuti da entrambi i gruppi di studiosi e, infine, concluderò con un giudizio globale sui benefici che comporta il postulare la fenomenologia cognitiva in virtù di quanto detto finora. Anche se non si dovesse raggiungere un accordo sull'argomento, sosterrò che vale la pena parlare della natura della fenomenologia cognitiva in modo da apportare un contributo chiarificatore nell'intricato e complesso panorama della mente umana.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
737901_magro_ma_thesis.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
930.86 kB
Formato
Adobe PDF
|
930.86 kB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/155450