L'Istituto Mobiliare Italiano nacque nel 1931, anno culmine della Grande Crisi. L'IMI viene tuttora identificato come l'ente che introdusse nella tradizione bancaria italiana un nuovo metodo di selezione del credito basato sulla chiarezza dei programmi e sulla trasparenza insita nella struttura finanziaria delle imprese. A questo sistema, adottato da grandi banche ed imprese, l'Istituto aggiunse la caratteristica di essere promotore di un mercato di titoli mobiliari fondato sulla reputazione degli emittenti. Dopo un primo momento di assestamento dovuto alla fondazione ed al Secondo Conflitto Mondiale, all'uscita della Guerra l'IMI riuscì a rinascere grazie soprattutto a Stefano Silienti, suo Direttore. Tale rinascita rese possibile i 67 anni di esercizio dell'Istituto e, data la sua notorietà, le 2500 richieste di finanziamento concesse. In questo periodo i programmi di investimento americani, volti a ricostruire il Paese, resero l'industria italiana competitiva nel contesto internazionale. Fu proprio l'amministrazione americana che, per la gestione del primo importante prestito americano (quello con la EXIMBANK), scelse l'IMI come interlocutore italiano. L'IMI, inoltre, intervenne anche nell'aiuto di piccole e medie imprese italiane nella fase di ricostruzione. Tuttavia, date le difficoltà procedurale e l'estraneità del sistema americano rispetto a quello italiano, i risultati di questi interventi furono modesti. Bisogna anche tener presente come, col passare degli anni e delle congiunture politiche ed economiche internazionali, si venne a creare qualche conflitto tra la banca americana e l'Istituto italiano. Ciò, però, non influì in modo negativo sulla crescita professionale dell'Istituto che avvenne anche tramite il continuo confronto con la banca americana sull'esercizio del credito industriale. L'IMI, inoltre, preservò la sua base patrimoniale grazie ai proventi derivanti dalle gestioni speciali e se ne avvalse per la gestione ordinaria, mantenendola integra fino alla conclusione delle stesse gestioni speciali. Riuscì anche ad ottenere buoni risultati di crescita economica tramite la comprensione dei problemi di adattamento alle direttive americane e la messa in pratica di procedure efficienti. Queste scelte costituirono le basi per il successivo sviluppo dell'IMI che si rivolse anche ad operazioni di credito a medio e lungo termine in valuta estera e ad operazioni di credito all'esportazione. Tali operazioni contribuirono al boom economico del Paese.
L'Istituto Mobiliare Italiano: un profilo di storia economica
CATOZZI, FEDERICA
2009/2010
Abstract
L'Istituto Mobiliare Italiano nacque nel 1931, anno culmine della Grande Crisi. L'IMI viene tuttora identificato come l'ente che introdusse nella tradizione bancaria italiana un nuovo metodo di selezione del credito basato sulla chiarezza dei programmi e sulla trasparenza insita nella struttura finanziaria delle imprese. A questo sistema, adottato da grandi banche ed imprese, l'Istituto aggiunse la caratteristica di essere promotore di un mercato di titoli mobiliari fondato sulla reputazione degli emittenti. Dopo un primo momento di assestamento dovuto alla fondazione ed al Secondo Conflitto Mondiale, all'uscita della Guerra l'IMI riuscì a rinascere grazie soprattutto a Stefano Silienti, suo Direttore. Tale rinascita rese possibile i 67 anni di esercizio dell'Istituto e, data la sua notorietà, le 2500 richieste di finanziamento concesse. In questo periodo i programmi di investimento americani, volti a ricostruire il Paese, resero l'industria italiana competitiva nel contesto internazionale. Fu proprio l'amministrazione americana che, per la gestione del primo importante prestito americano (quello con la EXIMBANK), scelse l'IMI come interlocutore italiano. L'IMI, inoltre, intervenne anche nell'aiuto di piccole e medie imprese italiane nella fase di ricostruzione. Tuttavia, date le difficoltà procedurale e l'estraneità del sistema americano rispetto a quello italiano, i risultati di questi interventi furono modesti. Bisogna anche tener presente come, col passare degli anni e delle congiunture politiche ed economiche internazionali, si venne a creare qualche conflitto tra la banca americana e l'Istituto italiano. Ciò, però, non influì in modo negativo sulla crescita professionale dell'Istituto che avvenne anche tramite il continuo confronto con la banca americana sull'esercizio del credito industriale. L'IMI, inoltre, preservò la sua base patrimoniale grazie ai proventi derivanti dalle gestioni speciali e se ne avvalse per la gestione ordinaria, mantenendola integra fino alla conclusione delle stesse gestioni speciali. Riuscì anche ad ottenere buoni risultati di crescita economica tramite la comprensione dei problemi di adattamento alle direttive americane e la messa in pratica di procedure efficienti. Queste scelte costituirono le basi per il successivo sviluppo dell'IMI che si rivolse anche ad operazioni di credito a medio e lungo termine in valuta estera e ad operazioni di credito all'esportazione. Tali operazioni contribuirono al boom economico del Paese.File | Dimensione | Formato | |
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