This work consists of anthropological research carried out through participant observation and semi-structured interviews, within the refugee camp of Diavata, Thessaloniki, Greece. The issue of refugees and asylum seekers is dealt with through a double vision, both external, of the present literature, and internal, of the people who live there. Most of the refugees in Greece come from the Middle East and are fleeing wars and ethnic persecutions. Deepening the reasons for their departure and the modalities, times and consequences of their long journeys, we can investigate the condition in which they have to live when they arrive in Europe: the refugee camps. Defined as spaces outside, the fields are the emblem of depersonalization and exclusion. The life of the refugees is squeezed between excruciating expectations and struggles for survival. There are some attempts by the EU to insert and integrate refugees into the society but mostly unsuccessful. It is here, in fact, that the role of NGOs is fundamental, in supporting and often replacing the shortcomings of governments that are building more and more walls. The NGO present at the Diavata camp, Q.R.T. Quick Response Team, takes care of accompanying refugees in a path of resilience and self-reconstruction, on various fronts and with different tools. Bringing back dignity, self-esteem and beauty, to support these people from being passive subjects of destiny to active protagonists of their future. ​
Il presente lavoro consiste in una ricerca antropologica svolta attraverso osservazione partecipante ed interviste semi-strutturate, all'interno del campo profughi di Diavata, Salonicco, Grecia. Il tema dei profughi, rifugiati e richiedenti asilo, viene trattato attraverso una doppia visione, sia esterna, della letteratura presente, sia interna, delle persone che lì vivono. La maggior parte dei rifugiati in Grecia proviene dal medio oriente e fugge da guerre e da persecuzioni etniche. Approfondendo le ragioni della partenza e le modalità, tempi e conseguenze dei loro lunghi viaggi, si arriva ad indagare la condizione in cui si trovano a vivere giunti in Europa: i campi profughi. Definiti come spazi del fuori, i campi sono l'emblema della spersonalizzazione e dell'esclusione. La vita dei rifugiati è stretta tra strazianti attese e lotte per la sopravvivenza. Esistono alcuni tentativi da parte dell'UE di inserimento ed integrazione dei rifugiati nel tessuto sociale ma prevalentemente fallimentari. Proprio qui, infatti, si rivela fondamentale il ruolo delle ONG, nell'affiancamento e spesso surroga alle mancanze dei governi che costruiscono sempre più muri. La ONG presente al campo di Diavata, Q.R.T. Quick Response Team, si occupa di accompagnare i rifugiati in un percorso di resilienza e ricostruzione del sé, su vari fronti e con diversi strumenti. Riportare dignità, autostima e bellezza, per supportare queste persone da essere soggetti passivi del destino a protagonisti attivi del loro futuro. ​
Dalla fuga alla speranza. Antropologia dei campi profughi e dei percorsi di accoglienza dei rifugiati in grecia, a Salonicco.
DEMARCHI, FRANCESCA
2019/2020
Abstract
Il presente lavoro consiste in una ricerca antropologica svolta attraverso osservazione partecipante ed interviste semi-strutturate, all'interno del campo profughi di Diavata, Salonicco, Grecia. Il tema dei profughi, rifugiati e richiedenti asilo, viene trattato attraverso una doppia visione, sia esterna, della letteratura presente, sia interna, delle persone che lì vivono. La maggior parte dei rifugiati in Grecia proviene dal medio oriente e fugge da guerre e da persecuzioni etniche. Approfondendo le ragioni della partenza e le modalità, tempi e conseguenze dei loro lunghi viaggi, si arriva ad indagare la condizione in cui si trovano a vivere giunti in Europa: i campi profughi. Definiti come spazi del fuori, i campi sono l'emblema della spersonalizzazione e dell'esclusione. La vita dei rifugiati è stretta tra strazianti attese e lotte per la sopravvivenza. Esistono alcuni tentativi da parte dell'UE di inserimento ed integrazione dei rifugiati nel tessuto sociale ma prevalentemente fallimentari. Proprio qui, infatti, si rivela fondamentale il ruolo delle ONG, nell'affiancamento e spesso surroga alle mancanze dei governi che costruiscono sempre più muri. La ONG presente al campo di Diavata, Q.R.T. Quick Response Team, si occupa di accompagnare i rifugiati in un percorso di resilienza e ricostruzione del sé, su vari fronti e con diversi strumenti. Riportare dignità, autostima e bellezza, per supportare queste persone da essere soggetti passivi del destino a protagonisti attivi del loro futuro. File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/155128