Le innumerevoli applicazioni delle nanoparticelle di argento in diversi ambiti e svariati campi ha promosso la ricerca e lo studio delle loro caratteristiche e del comportamento dei nanomateriali. Le proprietà delle nanoparticelle di argento risultano essere particolarmente influenzate da una serie di fattori e tali fattori possono influenzare a loro volta l’interazione delle AgNPs con altre molecole. Dalla letteratura è ben noto come le nanoparticelle di argento possano interagire con svariate molecole, tra cui immunoglobuline, per lo sviluppo di piattaforme diagnostiche al fine di rilevare la presenza di determinati analiti. Tuttavia quello che risulta ancora pioneristico è in che modo l’interazione con un anticorpo o comunque ciò che circonda le nanoparticelle possa influenzare tali processi. Lo scopo del presente lavoro di tesi è stato quello di caratterizzare le nanoparticelle di argento e di funzionalizzarle tramite l’utilizzo di uno specifico anticorpo (Ab policlonale di coniglio) al fine di determinare la massima quantità di anticorpo adsorbita sulla superficie delle nanoparticelle. Sono state prese in considerazione dei sol di AgNPs caratterizzate da forme e dimensioni diverse e la funzionalizzazione è stata effettuata utilizzando quantità differenti di anticorpo in ambienti di reazione diversi. La modifica dell’ambiente di reazione ha permesso la valutazione dell’influenza di alcuni ioni diversi sull’adsorbimento dell’anticorpo sulla superficie delle AgNPs. Inoltre, il presente lavoro di tesi si è focalizzato sulla misura sia quantitativa che qualitativa del legame anticorpo-nanoparticella attraverso l’utilizzo di tecniche che sfruttano l’interazione con la luce (UV VIS e DLS) e tramite l’utilizzo di saggi immunochimici (LFIA). Con le prime si è cercato di capire in che modo la presenza dell’anticorpo sulla superficie delle nanoparticelle di argento potesse influenzare la dimensione delle stesse. Utilizzando le diverse AgNPs in un sistema modello su piattaforma LFIA, si è determinata la massima quantità di anticorpo che si potesse adsorbire sulle nanoparticelle di argento andando a monitorare l’incremento dell’intensità di segnale all’aumentare della quantità di Ab aggiunta in fase di funzionalizzazione. Infine il saggio in formato ELISA è stato utilizzato per quantificare la concentrazione di anticorpo non legata sulle AgNPs post funzionalizzazione. L’obiettivo, quindi, è stato quello di trovare l’ambiente migliore per la funzionalizzazione, valutare la quantità massima di anticorpo adsorbito sulla superficie delle nanoparticelle, valutare tramite misure spettroscopiche come l’interazione AgNPs-anticorpo venisse influenzata da parametri relativi all’ambiente di reazione quali pH, utilizzo di diversi di tamponi, sintesi delle AgNP e metodiche di bloccaggio e lavaggio per ridurre la possibilità di legami aspecifici. L’impiego in piattaforma LFIA ha permesso inoltre di valutarne l’efficacia di utilizzo ed i possibili miglioramenti rispetto all’uso delle nanoparticelle di oro, classicamente utilizzate come marcatore in questo formato di test.

Nanoparticelle di argento per lo sviluppo di immunosensori colorimetrici

D'ANGELO, MIRIAM
2019/2020

Abstract

Le innumerevoli applicazioni delle nanoparticelle di argento in diversi ambiti e svariati campi ha promosso la ricerca e lo studio delle loro caratteristiche e del comportamento dei nanomateriali. Le proprietà delle nanoparticelle di argento risultano essere particolarmente influenzate da una serie di fattori e tali fattori possono influenzare a loro volta l’interazione delle AgNPs con altre molecole. Dalla letteratura è ben noto come le nanoparticelle di argento possano interagire con svariate molecole, tra cui immunoglobuline, per lo sviluppo di piattaforme diagnostiche al fine di rilevare la presenza di determinati analiti. Tuttavia quello che risulta ancora pioneristico è in che modo l’interazione con un anticorpo o comunque ciò che circonda le nanoparticelle possa influenzare tali processi. Lo scopo del presente lavoro di tesi è stato quello di caratterizzare le nanoparticelle di argento e di funzionalizzarle tramite l’utilizzo di uno specifico anticorpo (Ab policlonale di coniglio) al fine di determinare la massima quantità di anticorpo adsorbita sulla superficie delle nanoparticelle. Sono state prese in considerazione dei sol di AgNPs caratterizzate da forme e dimensioni diverse e la funzionalizzazione è stata effettuata utilizzando quantità differenti di anticorpo in ambienti di reazione diversi. La modifica dell’ambiente di reazione ha permesso la valutazione dell’influenza di alcuni ioni diversi sull’adsorbimento dell’anticorpo sulla superficie delle AgNPs. Inoltre, il presente lavoro di tesi si è focalizzato sulla misura sia quantitativa che qualitativa del legame anticorpo-nanoparticella attraverso l’utilizzo di tecniche che sfruttano l’interazione con la luce (UV VIS e DLS) e tramite l’utilizzo di saggi immunochimici (LFIA). Con le prime si è cercato di capire in che modo la presenza dell’anticorpo sulla superficie delle nanoparticelle di argento potesse influenzare la dimensione delle stesse. Utilizzando le diverse AgNPs in un sistema modello su piattaforma LFIA, si è determinata la massima quantità di anticorpo che si potesse adsorbire sulle nanoparticelle di argento andando a monitorare l’incremento dell’intensità di segnale all’aumentare della quantità di Ab aggiunta in fase di funzionalizzazione. Infine il saggio in formato ELISA è stato utilizzato per quantificare la concentrazione di anticorpo non legata sulle AgNPs post funzionalizzazione. L’obiettivo, quindi, è stato quello di trovare l’ambiente migliore per la funzionalizzazione, valutare la quantità massima di anticorpo adsorbito sulla superficie delle nanoparticelle, valutare tramite misure spettroscopiche come l’interazione AgNPs-anticorpo venisse influenzata da parametri relativi all’ambiente di reazione quali pH, utilizzo di diversi di tamponi, sintesi delle AgNP e metodiche di bloccaggio e lavaggio per ridurre la possibilità di legami aspecifici. L’impiego in piattaforma LFIA ha permesso inoltre di valutarne l’efficacia di utilizzo ed i possibili miglioramenti rispetto all’uso delle nanoparticelle di oro, classicamente utilizzate come marcatore in questo formato di test.
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