Lavorare da remoto in tempi di COVID-19: uno studio condotto su un campione di nazionalità portoghese

Sebbene già da alcuni i paesi occidentali più sviluppati faccio ampio uso del telelavoro, fino allo scoppio della pandemia generata dal Covid-19 le modalità di lavoro da remoto erano ancora poco utilizzate. Ma poi, di pari passo con il diffondersi del virus e con l'entrata in vigore di nuove regole che tutelassero la vita dei cittadini, in poche settimane c'è stata un'improvvisa impennata dei numeri dei lavoratori da remoto. Di conseguenza molte persone hanno iniziato a lavorare da casa dovendo anche riprogrammare le proprie giornate, riorganizzare il proprio lavoro e i propri spazi in casa. Se da un lato, ritrovandosi a casa, le persone hanno avuto molto più tempo da passare con la propria famiglia o con le persone a cui tengono di più, dall'altra parte lo spostamento del lavoro all'interno delle mura domestiche può aver creato interferenze tra il lavoro e la vita privata. In sostanza, i cambiamenti nel modo di lavorare, negli spazi e nei tempi, possono aver creato nei lavoratori da remoto alcuni effetti negativi quali stress o insoddisfazione lavorativa. Con questa ricerca, l'obiettivo è di individuare e spiegare quali dinamiche entrano in gioco quando si lavora da casa invece che in ufficio, quando si è a contatto con la famiglia invece che con i colleghi, quando gli spazi di casa vanno riorganizzati e adattati al lavoro.