Negli ultimi anni è stato osservato un aumento di reati agevolati dall'uso di sostanze psicoattive, denominati Drug-facilitated Crimes, tra i quali vi sono aggressioni a scopo di violenza sessuale, Drug facilitated sexual assaults. Le aggressioni sessuali facilitate da droghe si verificano quando l'alcol o sostanze psicoattive sono usati per compromettere la capacità difensiva e la resistenza della vittima. Tra le sostanze psicoattive usate vi sono benzodiazepine, GHB, GBL, ketamina, cocaina e altre sostanze. Nella maggior parte dei casi la sostanza utilizzata è il GHB, acido γ-idrossibutirrico, conosciuto anche come liquid ecstasy, liquid X, scoop, easy-date ecc..., e i suoi analoghi strutturali, come il GBL, γ-butirrolattone. Queste sostanze si presentano in forma liquida, incolore, inodore e sono miscibili con bevande alcoliche ed analcoliche, nelle quali la sostanza è aggiunta all'insaputa della vittima. Sono utilizzate in quanto inducono un iniziale stato d'euforia e di disinibizione che mettono la vittima in una situazione d'empatia e socializzazione con l'aggressore, facilitandogli l'approccio. Lo stato euforico è poi seguito da uno stato di sedazione e stordimento che consente all'aggressore di agire in totale facilità e tranquillità senza una resistenza da parte della vittima. Ma l'utilizzo principale è dovuto allo stato di amnesia anterograda che comporta la frammentazione del ricordo dell'accaduto, impedendone così la ricostruzione. Il GHB viene somministrato o come acido puro o nella forma salificata, conosciuta come ossibato di sodio. Dunque la domanda alla base di questo lavoro di tesi è: sarebbe possibile quantificare la sostanza aggiunta alla bevanda alcolica e/o analcolica? Questo lavoro di tesi è stato realizzato con l'obiettivo di determinare un metodo diffrattometrico che permetta di quantificare il GHB ed i suoi analoghi strutturali in bevande alcoliche e analcoliche. La tecnica utilizzata per l'analisi dei campioni di bevande è stata la tecnica di diffrazione a raggi X da polveri cristalline utilizzata sia per l'analisi qualitativa e sia per l'analisi quantitativa del campione d'interesse. Il vantaggio di utilizzare questa tecnica, oltre all'essere una tecnica non distruttiva, è quello di poter effettuare analisi in tempi molto brevi sia per l'analisi diffrattometrica in se sia per la preparazione del campione. Il lavoro di tesi è stato incentrato sulla determinazione di questa nuova tecnica analitica in quanto i tempi di scomparsa molto rapidi di GHB ed analoghi introducono diverse difficoltà diagnostiche, in quanto spesso le vittime ricostruiscono l'accaduto dopo qualche giorno dall'evento. E' possibile in questi casi utilizzare la matrice cheratinica per determinare tale assunzione anche dopo settimane o mesi. Inoltre un'altra matrice che potrebbe essere utile alla ricostruzione dei fatti è il bicchiere contenente i residui della bevanda alterata, che permetterebbe l'identificazione e la conferma del luogo nel quale la violenza si è consumata e anche chi ha commesso il reato in se. Per determinare questo metodo diffrattometrico le bevande alcoliche e analcoliche sono state alterate in laboratorio, utilizzando BHB, acido β-idrossibutirrico, salificato. Inoltre, sono stati cristallizzati altri sali MBHB (M=Na, Li, K, Ca, Mg) con l'obiettivo di determinarne la struttura con la diffrazione dei raggi X da cristallo singolo.

Sviluppo di un metodo di diffrazione dei raggi X per la determinazione di γ-idrossibutirrato (GHB) in bevande alcoliche e analcoliche

COLONNA, NUNZIA
2020/2021

Abstract

Negli ultimi anni è stato osservato un aumento di reati agevolati dall'uso di sostanze psicoattive, denominati Drug-facilitated Crimes, tra i quali vi sono aggressioni a scopo di violenza sessuale, Drug facilitated sexual assaults. Le aggressioni sessuali facilitate da droghe si verificano quando l'alcol o sostanze psicoattive sono usati per compromettere la capacità difensiva e la resistenza della vittima. Tra le sostanze psicoattive usate vi sono benzodiazepine, GHB, GBL, ketamina, cocaina e altre sostanze. Nella maggior parte dei casi la sostanza utilizzata è il GHB, acido γ-idrossibutirrico, conosciuto anche come liquid ecstasy, liquid X, scoop, easy-date ecc..., e i suoi analoghi strutturali, come il GBL, γ-butirrolattone. Queste sostanze si presentano in forma liquida, incolore, inodore e sono miscibili con bevande alcoliche ed analcoliche, nelle quali la sostanza è aggiunta all'insaputa della vittima. Sono utilizzate in quanto inducono un iniziale stato d'euforia e di disinibizione che mettono la vittima in una situazione d'empatia e socializzazione con l'aggressore, facilitandogli l'approccio. Lo stato euforico è poi seguito da uno stato di sedazione e stordimento che consente all'aggressore di agire in totale facilità e tranquillità senza una resistenza da parte della vittima. Ma l'utilizzo principale è dovuto allo stato di amnesia anterograda che comporta la frammentazione del ricordo dell'accaduto, impedendone così la ricostruzione. Il GHB viene somministrato o come acido puro o nella forma salificata, conosciuta come ossibato di sodio. Dunque la domanda alla base di questo lavoro di tesi è: sarebbe possibile quantificare la sostanza aggiunta alla bevanda alcolica e/o analcolica? Questo lavoro di tesi è stato realizzato con l'obiettivo di determinare un metodo diffrattometrico che permetta di quantificare il GHB ed i suoi analoghi strutturali in bevande alcoliche e analcoliche. La tecnica utilizzata per l'analisi dei campioni di bevande è stata la tecnica di diffrazione a raggi X da polveri cristalline utilizzata sia per l'analisi qualitativa e sia per l'analisi quantitativa del campione d'interesse. Il vantaggio di utilizzare questa tecnica, oltre all'essere una tecnica non distruttiva, è quello di poter effettuare analisi in tempi molto brevi sia per l'analisi diffrattometrica in se sia per la preparazione del campione. Il lavoro di tesi è stato incentrato sulla determinazione di questa nuova tecnica analitica in quanto i tempi di scomparsa molto rapidi di GHB ed analoghi introducono diverse difficoltà diagnostiche, in quanto spesso le vittime ricostruiscono l'accaduto dopo qualche giorno dall'evento. E' possibile in questi casi utilizzare la matrice cheratinica per determinare tale assunzione anche dopo settimane o mesi. Inoltre un'altra matrice che potrebbe essere utile alla ricostruzione dei fatti è il bicchiere contenente i residui della bevanda alterata, che permetterebbe l'identificazione e la conferma del luogo nel quale la violenza si è consumata e anche chi ha commesso il reato in se. Per determinare questo metodo diffrattometrico le bevande alcoliche e analcoliche sono state alterate in laboratorio, utilizzando BHB, acido β-idrossibutirrico, salificato. Inoltre, sono stati cristallizzati altri sali MBHB (M=Na, Li, K, Ca, Mg) con l'obiettivo di determinarne la struttura con la diffrazione dei raggi X da cristallo singolo.
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