I concetti di autenticità e stile coinvolgono un problema cruciale per l’arte contemporanea. Le avanguardie di inizio Novecento hanno aperto possibilità infinite agli artisti, mettendo in crisi la nozione stessa di arte e mostrando che l’arte può assumere le sembianze di pratiche nuove e molto diverse da quelle che erano state considerate come le arti canoniche. Con le teorie del secondo Novecento sulla fine dell’arte, poi, si esaurisce anche la possibilità di una grande narrazione fondata su principi stilistici, in grado di organizzare in modo organico e lineare il corso dell’arte. Non c’è più spazio per un solo stile dominante: si apre così un panorama sconfinato, transculturale e globale, con cui sia la storia dell’arte che la filosofia dell’arte devono confrontarsi. Il punto di partenza del presente lavoro è allora quello di valutare quale sia il peso dei concetti di autenticità e stile nella valutazione dell’arte e nella nozione stessa di arte che possediamo. All’artista si chiede in primo luogo di essere autentico o di rappresentare autenticamente il suo tempo, e questo paradigma si intreccia, in realtà, anche con il modo in cui valutiamo le nostre stesse vite e quelle degli altri. Il sogno di vivere potendo esprimere noi stessi in modo autentico, il nostro vero sé, è un’idea che si instaura in campo etico a partire da Rousseau e che attraversa la filosofia fino ad arrivare, nel Novecento, a permeare il pensiero di autori come Heidegger o Sartre. A partire da queste premesse, è possibile osservare che ciò che distingue un artista da un altro è quell’insieme di proprietà, presenti nelle opere, che la storia dell’arte e l’estetica hanno raggruppato sotto il nome di stile. Lo stile si configura, perciò, come quell’insieme di caratteristiche tipiche delle opere di un artista, che ne testimoniano l’originalità, o dei manufatti prodotti da una certa cultura, epoca o movimento artistico. In primo luogo, nel presente lavoro viene ripercorso, da un punto di vista storico, lo sviluppo delle nozioni di autenticità e di stile, con l’obiettivo di comprendere il contesto in cui esse sono emerse e quale funzione possedevano inizialmente. In secondo luogo, invece, viene operata un’analisi di questi due concetti, osservando le diverse definizioni che sono state avanzate durante il Novecento. Nel caso dell’autenticità, il lavoro comprende sia autori che hanno approcciato questo concetto da un punto di vista teoretico e morale, come Heidegger, Sartre, Charles Taylor e Alessandro Ferrara, sia l’analisi, proposta da Regina Wenninger, di un concetto peculiare di autenticità artistica (künstlerische Authentizität). Per quanto riguarda lo stile, invece, vengono analizzate le teorie di Schapiro, Ackerman e Gombrich (stile generale), e di Wollheim e Danto (stile individuale). Infine, vengono analizzati i rapporti tra le nozioni di autenticità e stile, cercando di rintracciare, tra le proposte contemporanee, quelle in cui l’utilizzo di questi due concetti non conduce ad un giudizio estetico eccessivamente rigido. L’obiettivo, pertanto, è quello di comprendere in che modo la coppia concettuale autenticità/stile possa risultare filosoficamente utile e rilevante nella comprensione dell’arte, in particolar modo a partire dalla questione della normatività.

Autenticità e stile. Una questione di estetica.

PIETROPAOLO, LEONARDO
2019/2020

Abstract

I concetti di autenticità e stile coinvolgono un problema cruciale per l’arte contemporanea. Le avanguardie di inizio Novecento hanno aperto possibilità infinite agli artisti, mettendo in crisi la nozione stessa di arte e mostrando che l’arte può assumere le sembianze di pratiche nuove e molto diverse da quelle che erano state considerate come le arti canoniche. Con le teorie del secondo Novecento sulla fine dell’arte, poi, si esaurisce anche la possibilità di una grande narrazione fondata su principi stilistici, in grado di organizzare in modo organico e lineare il corso dell’arte. Non c’è più spazio per un solo stile dominante: si apre così un panorama sconfinato, transculturale e globale, con cui sia la storia dell’arte che la filosofia dell’arte devono confrontarsi. Il punto di partenza del presente lavoro è allora quello di valutare quale sia il peso dei concetti di autenticità e stile nella valutazione dell’arte e nella nozione stessa di arte che possediamo. All’artista si chiede in primo luogo di essere autentico o di rappresentare autenticamente il suo tempo, e questo paradigma si intreccia, in realtà, anche con il modo in cui valutiamo le nostre stesse vite e quelle degli altri. Il sogno di vivere potendo esprimere noi stessi in modo autentico, il nostro vero sé, è un’idea che si instaura in campo etico a partire da Rousseau e che attraversa la filosofia fino ad arrivare, nel Novecento, a permeare il pensiero di autori come Heidegger o Sartre. A partire da queste premesse, è possibile osservare che ciò che distingue un artista da un altro è quell’insieme di proprietà, presenti nelle opere, che la storia dell’arte e l’estetica hanno raggruppato sotto il nome di stile. Lo stile si configura, perciò, come quell’insieme di caratteristiche tipiche delle opere di un artista, che ne testimoniano l’originalità, o dei manufatti prodotti da una certa cultura, epoca o movimento artistico. In primo luogo, nel presente lavoro viene ripercorso, da un punto di vista storico, lo sviluppo delle nozioni di autenticità e di stile, con l’obiettivo di comprendere il contesto in cui esse sono emerse e quale funzione possedevano inizialmente. In secondo luogo, invece, viene operata un’analisi di questi due concetti, osservando le diverse definizioni che sono state avanzate durante il Novecento. Nel caso dell’autenticità, il lavoro comprende sia autori che hanno approcciato questo concetto da un punto di vista teoretico e morale, come Heidegger, Sartre, Charles Taylor e Alessandro Ferrara, sia l’analisi, proposta da Regina Wenninger, di un concetto peculiare di autenticità artistica (künstlerische Authentizität). Per quanto riguarda lo stile, invece, vengono analizzate le teorie di Schapiro, Ackerman e Gombrich (stile generale), e di Wollheim e Danto (stile individuale). Infine, vengono analizzati i rapporti tra le nozioni di autenticità e stile, cercando di rintracciare, tra le proposte contemporanee, quelle in cui l’utilizzo di questi due concetti non conduce ad un giudizio estetico eccessivamente rigido. L’obiettivo, pertanto, è quello di comprendere in che modo la coppia concettuale autenticità/stile possa risultare filosoficamente utile e rilevante nella comprensione dell’arte, in particolar modo a partire dalla questione della normatività.
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