PotenziaMente. Un software per insegnare la matematica nella scuola primaria La scuola primaria si rivela, per ogni bambino, un'imperdibile ¿occasione¿ per scoprire la propria PERSONALITÀ, sviluppare delle competenze e la sensazione di essere competenti, ma soprattutto elasticità emotiva e mentale e consapevolezza del proprio valore. Affinché questo possa avvenire, l'insegnante dovrebbe effettuare un cambio di prospettiva rispetto all'idealizzazione del proprio ruolo, modificare vecchi stereotipi comportamentali, proiettandosi verso una strategia di rafforzamento del sistema scolastico, dei livelli di apprendimento, attraverso il canale della FORMAZIONE di quelle abilità mentali superiori che vanno oltre i semplici ¿processi cognitivi¿ primari (leggere, scrivere, far di conto...). Questo andare al di là dalla cognizione significa innanzitutto sviluppare la consapevolezza di quello che si sta facendo, del perché si fa e in quali condizioni. C'è da dire però che quello che normalmente viene insegnato nelle scuole sono le cosiddette ¿abilità accademiche¿ o ¿discipline¿, piuttosto che ¿le abilità cognitive¿. Ritengo che la scuola possa e debba attivarsi maggiormente per fornire agli studenti gli strumenti tecnici e cognitivi per affrontare criticamente le importanti questioni della qualità e della quantità delle informazioni disponibili. Il presente lavoro affronta il tema dello sviluppo cognitivo (capitolo I) e individua alcuni strumenti didattici in grado di garantirne un potenziamento e uno sviluppo nell'ambiente scolastico. In particolare l'utilizzo dei software didattici influenza, sopporta e migliora l'approccio all'apprendimento, potenzia il percorso formativo e concorre al superamento di alcune barriere quali le intolleranze, le diversità di culture irripetibile. e religioni tra i soggetti, ognuno con la propria storia, unica e La mia esperienza universitaria a Torino è stata molto breve, avendo sostenuto quasi tutti gli esami nell'Ateneo di Palermo, ma in questo breve percorso, ho avuto la fortuna d'incontrare una persona speciale che mi ha offerto la possibilità di conoscere e soprattutto di sperimentare in modo parallelo a quello reale, un approccio nuovo verso i bambini, di cui noi educatori ed insegnanti siamo responsabili: mi riferisco al prof. Trinchero. È grazie a lui che ho conosciuto il progetto PotenziaMente (capitolo II), e grazie a lui ho scoperto che si può giocare ¿alla matematica¿, e nel farlo ho eliminato la distanza maestro-alunno; mi son divertita con i bambini e mentre essi giocavano, apprendevano e ho appreso anch'io. Ho capito, osservando l'entusiasmo con cui quei piccolini si approcciavano alle attività proposte (capitolo III), che la vecchia teoria del ¿ludendo docere¿, cioè dell'insegnare giocando, non è più un'utopia. ho potuto tracciare le modalità del Grazie all'uso di un diario di bordo percorso effettuato dagli alunni durante la fase di sperimentazione, al fine di valutarne le potenzialità effettive di applicazione nonché il grado di apprendimento che ne è conseguito. l'operato svolto dagli alunni, anche oltre il loro orario di lavoro. I genitori e le istituzioni ci affidano i bambini e noi siamo responsabili non solo di loro stessi, ma anche di quello che domani diventeranno.

PotenziaMente. Un software per insegnare la matematica nella scuola primaria

SABATINO, GISELLA
2009/2010

Abstract

PotenziaMente. Un software per insegnare la matematica nella scuola primaria La scuola primaria si rivela, per ogni bambino, un'imperdibile ¿occasione¿ per scoprire la propria PERSONALITÀ, sviluppare delle competenze e la sensazione di essere competenti, ma soprattutto elasticità emotiva e mentale e consapevolezza del proprio valore. Affinché questo possa avvenire, l'insegnante dovrebbe effettuare un cambio di prospettiva rispetto all'idealizzazione del proprio ruolo, modificare vecchi stereotipi comportamentali, proiettandosi verso una strategia di rafforzamento del sistema scolastico, dei livelli di apprendimento, attraverso il canale della FORMAZIONE di quelle abilità mentali superiori che vanno oltre i semplici ¿processi cognitivi¿ primari (leggere, scrivere, far di conto...). Questo andare al di là dalla cognizione significa innanzitutto sviluppare la consapevolezza di quello che si sta facendo, del perché si fa e in quali condizioni. C'è da dire però che quello che normalmente viene insegnato nelle scuole sono le cosiddette ¿abilità accademiche¿ o ¿discipline¿, piuttosto che ¿le abilità cognitive¿. Ritengo che la scuola possa e debba attivarsi maggiormente per fornire agli studenti gli strumenti tecnici e cognitivi per affrontare criticamente le importanti questioni della qualità e della quantità delle informazioni disponibili. Il presente lavoro affronta il tema dello sviluppo cognitivo (capitolo I) e individua alcuni strumenti didattici in grado di garantirne un potenziamento e uno sviluppo nell'ambiente scolastico. In particolare l'utilizzo dei software didattici influenza, sopporta e migliora l'approccio all'apprendimento, potenzia il percorso formativo e concorre al superamento di alcune barriere quali le intolleranze, le diversità di culture irripetibile. e religioni tra i soggetti, ognuno con la propria storia, unica e La mia esperienza universitaria a Torino è stata molto breve, avendo sostenuto quasi tutti gli esami nell'Ateneo di Palermo, ma in questo breve percorso, ho avuto la fortuna d'incontrare una persona speciale che mi ha offerto la possibilità di conoscere e soprattutto di sperimentare in modo parallelo a quello reale, un approccio nuovo verso i bambini, di cui noi educatori ed insegnanti siamo responsabili: mi riferisco al prof. Trinchero. È grazie a lui che ho conosciuto il progetto PotenziaMente (capitolo II), e grazie a lui ho scoperto che si può giocare ¿alla matematica¿, e nel farlo ho eliminato la distanza maestro-alunno; mi son divertita con i bambini e mentre essi giocavano, apprendevano e ho appreso anch'io. Ho capito, osservando l'entusiasmo con cui quei piccolini si approcciavano alle attività proposte (capitolo III), che la vecchia teoria del ¿ludendo docere¿, cioè dell'insegnare giocando, non è più un'utopia. ho potuto tracciare le modalità del Grazie all'uso di un diario di bordo percorso effettuato dagli alunni durante la fase di sperimentazione, al fine di valutarne le potenzialità effettive di applicazione nonché il grado di apprendimento che ne è conseguito. l'operato svolto dagli alunni, anche oltre il loro orario di lavoro. I genitori e le istituzioni ci affidano i bambini e noi siamo responsabili non solo di loro stessi, ma anche di quello che domani diventeranno.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/15469