La tesi si occupa dei programmi di educazione per adulti trasmessi dalla RAI a partire dai suoi esordi, nello specifico di quelli rivolti alla fascia più anziana della popolazione con un intento di alfabetizzazione. Il percorso si snoda attraverso la realtà sociale, economica e culturale dell' Italia dalla nascita della televisione per arrivare ai nostri giorni. Si parte dal capostipite dei programmi educativi per adulti, Non è mai troppo tardi del maestro Alberto Manzi, che viene analizzato come prodotto televisivo (e quindi scenografia, inquadrature, tempi¿) ma soprattutto come grande successo sociale grazie all' innovativo metodo didattico del suo conduttore. La televisione degli inizi si caratterizza dunque per un deciso orientamento pedagogico ed in prima linea contro i mali che caratterizzavano la società di allora, in questo caso la forte percentuale di analfabetismo tra gli adulti. Il segno profondo lasciato dal programma, sia tra gli addetti ai lavori che tra il pubblico, trova conferma nel fatto che le linee di fondo dell' opera di Manzi si riscontrano in molti progetti educativi successivi, con la RAI sempre impegnata nella società che si evolve; ad esempio negli anni Novanta lo stesso Manzi viene chiamato ad insegnare l' italiano agli stranieri. Assistiamo all' avvento della televisione privata con le conseguenze negative per il servizio pubblico; la concorrenza fa cambiare le linee guida anche della RAI: alla ricerca di audience e sponsor, la televisione di Stato accantona l' intento educativo per volgere decisamente al commerciale o, quando ancora educa, lo fa con strategie che decretano il fallimento dei progetti (come gli orari di messa in onda sfavorevoli o la discontinuità sul palinsesto). Questo discorso si confà perfettamente al progetto di Perini Non è m@i troppo tardi del 2004 che, sulla scia di Manzi, si proponeva di rispondere all' emergenza dell' analfabetismo del Terzo Millennio, quello informatico. Cinquanta anni fa gli anziani non sapevano leggere e scrivere, oggi non sanno utilizzare il computer ed internet e nella società odierna questo tipo di analfabetismo è fortemente penalizzante per via della sempre maggior informatizzazione dei servizi di utilità quotidiana. Il progetto, ampio ed articolato, coinvolgeva la televisione ¿in chiaro¿ (Rai2), il satellite (Rai Edu2), internet (www.maitardi.rai.it), i Centri ricreativi per anziani (adibiti a novelli PAT di memoria manziana) ed era sostenuto, come già Non è mai troppo tardi, dal Ministero della Pubblica Istruzione. Il fallimento, per strategie di azienda condizionate dal fattore economico, porta ad una riflessione su come la televisione, soprattutto quella pubblica, debba rielaborare una strategia volta ad offrire al cittadino informazione e cultura: i progetti ci sono, molto validi ed educativi, ed il fatto che falliscano per ragioni economiche non è accettabile.
Dall' " A B C" di Manzi alla "chiocciola" di Perini.L' alfabetizzazione nel progetto educativo della RAI
GOSS, ISMAELA
2009/2010
Abstract
La tesi si occupa dei programmi di educazione per adulti trasmessi dalla RAI a partire dai suoi esordi, nello specifico di quelli rivolti alla fascia più anziana della popolazione con un intento di alfabetizzazione. Il percorso si snoda attraverso la realtà sociale, economica e culturale dell' Italia dalla nascita della televisione per arrivare ai nostri giorni. Si parte dal capostipite dei programmi educativi per adulti, Non è mai troppo tardi del maestro Alberto Manzi, che viene analizzato come prodotto televisivo (e quindi scenografia, inquadrature, tempi¿) ma soprattutto come grande successo sociale grazie all' innovativo metodo didattico del suo conduttore. La televisione degli inizi si caratterizza dunque per un deciso orientamento pedagogico ed in prima linea contro i mali che caratterizzavano la società di allora, in questo caso la forte percentuale di analfabetismo tra gli adulti. Il segno profondo lasciato dal programma, sia tra gli addetti ai lavori che tra il pubblico, trova conferma nel fatto che le linee di fondo dell' opera di Manzi si riscontrano in molti progetti educativi successivi, con la RAI sempre impegnata nella società che si evolve; ad esempio negli anni Novanta lo stesso Manzi viene chiamato ad insegnare l' italiano agli stranieri. Assistiamo all' avvento della televisione privata con le conseguenze negative per il servizio pubblico; la concorrenza fa cambiare le linee guida anche della RAI: alla ricerca di audience e sponsor, la televisione di Stato accantona l' intento educativo per volgere decisamente al commerciale o, quando ancora educa, lo fa con strategie che decretano il fallimento dei progetti (come gli orari di messa in onda sfavorevoli o la discontinuità sul palinsesto). Questo discorso si confà perfettamente al progetto di Perini Non è m@i troppo tardi del 2004 che, sulla scia di Manzi, si proponeva di rispondere all' emergenza dell' analfabetismo del Terzo Millennio, quello informatico. Cinquanta anni fa gli anziani non sapevano leggere e scrivere, oggi non sanno utilizzare il computer ed internet e nella società odierna questo tipo di analfabetismo è fortemente penalizzante per via della sempre maggior informatizzazione dei servizi di utilità quotidiana. Il progetto, ampio ed articolato, coinvolgeva la televisione ¿in chiaro¿ (Rai2), il satellite (Rai Edu2), internet (www.maitardi.rai.it), i Centri ricreativi per anziani (adibiti a novelli PAT di memoria manziana) ed era sostenuto, come già Non è mai troppo tardi, dal Ministero della Pubblica Istruzione. Il fallimento, per strategie di azienda condizionate dal fattore economico, porta ad una riflessione su come la televisione, soprattutto quella pubblica, debba rielaborare una strategia volta ad offrire al cittadino informazione e cultura: i progetti ci sono, molto validi ed educativi, ed il fatto che falliscano per ragioni economiche non è accettabile.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/15463