All'interno della presente tesi si è analizzato, dal punto di vista codicologico-paleografico e dei contenuti, il ms. Taur. B. VII. 13, miscellanea per l'apprendimento della lingua greca di XVI sec. conservata presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Per ciò che concerne gli aspetti codicologici, dopo un attento confronto dei cataloghi e degli inventari della biblioteca, si è tentato di ricostruire la facies originale del manoscritto: si è individuato il numero di fogli andato perduto durante l'incendio che interessò la biblioteca nel 1904; si è tentato di ristabilire l'ordine dei fogli oggi conservati, turbato in sede di restauro; si è analizzata la costituzione fascicolare e si è tentato di identificare le filigrane. Si è poi fornita una descrizione paleografica, non solo indagando il rapporto tra mano e testo all'interno dell'intero progetto editoriale ma anche focalizzando l'attenzione sulle peculiarità grafico-editoriali delle singole unità testuali. In seguito, si sono analizzati i testi contenuti nella raccolta (Christus patiens, Carmen Sibyllinum VIII vv. 217-250, Disticha Catonis nella traduzione di Massimo Planude, De constructione nominum ac verborum attribuito a Manuele Moscopulo, Grammatica, libro IV, di Teodoro Gaza) dal punto di vista della loro trasmissione, concentrandosi sulle associazioni testuali con le quali più frequentemente venivano tràditi. La tesi vede poi un'analisi più puntuale circa l'opuscolo grammaticale De constructione nominum ac verborum, descrivendone dapprima i contenuti: si è verificato che esso contiene al suo interno excerpta o compendi tràditi in opere di vari autori, in particolar modo discutendo la questione del lessico animale ivi racchiuso. Si è proposto un esame sulla tradizione manoscritta e sulle edizioni a stampa, mettendone in luce differenze e peculiarità testuali. Sulla base dei dati emersi da questa indagine, si è scoperto che il testo presente nella miscellanea torinese guardava a un testimone delle edizioni a stampa e che ha subito numerosi interventi testuali da parte del copista, probabilmente volti a finalità metodologiche-didattiche. In conclusione, si è osservato il ms. Taur. B. VII. 13 nel più ampio panorama culturale del XVI secolo come testimone dei rapporti tra produzione manoscritta e mercato dei testi a stampa.
Il "De constructione nominum ac verborum" in una miscellanea per l'apprendimento della lingua greca (ms. Taur. B. VII.13)
EVANGELISTI, SELENE
2019/2020
Abstract
All'interno della presente tesi si è analizzato, dal punto di vista codicologico-paleografico e dei contenuti, il ms. Taur. B. VII. 13, miscellanea per l'apprendimento della lingua greca di XVI sec. conservata presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Per ciò che concerne gli aspetti codicologici, dopo un attento confronto dei cataloghi e degli inventari della biblioteca, si è tentato di ricostruire la facies originale del manoscritto: si è individuato il numero di fogli andato perduto durante l'incendio che interessò la biblioteca nel 1904; si è tentato di ristabilire l'ordine dei fogli oggi conservati, turbato in sede di restauro; si è analizzata la costituzione fascicolare e si è tentato di identificare le filigrane. Si è poi fornita una descrizione paleografica, non solo indagando il rapporto tra mano e testo all'interno dell'intero progetto editoriale ma anche focalizzando l'attenzione sulle peculiarità grafico-editoriali delle singole unità testuali. In seguito, si sono analizzati i testi contenuti nella raccolta (Christus patiens, Carmen Sibyllinum VIII vv. 217-250, Disticha Catonis nella traduzione di Massimo Planude, De constructione nominum ac verborum attribuito a Manuele Moscopulo, Grammatica, libro IV, di Teodoro Gaza) dal punto di vista della loro trasmissione, concentrandosi sulle associazioni testuali con le quali più frequentemente venivano tràditi. La tesi vede poi un'analisi più puntuale circa l'opuscolo grammaticale De constructione nominum ac verborum, descrivendone dapprima i contenuti: si è verificato che esso contiene al suo interno excerpta o compendi tràditi in opere di vari autori, in particolar modo discutendo la questione del lessico animale ivi racchiuso. Si è proposto un esame sulla tradizione manoscritta e sulle edizioni a stampa, mettendone in luce differenze e peculiarità testuali. Sulla base dei dati emersi da questa indagine, si è scoperto che il testo presente nella miscellanea torinese guardava a un testimone delle edizioni a stampa e che ha subito numerosi interventi testuali da parte del copista, probabilmente volti a finalità metodologiche-didattiche. In conclusione, si è osservato il ms. Taur. B. VII. 13 nel più ampio panorama culturale del XVI secolo come testimone dei rapporti tra produzione manoscritta e mercato dei testi a stampa.File | Dimensione | Formato | |
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