In questo elaborato viene analizzata la violenza di genere con un focus speciale sullo stupro di guerra, attraverso fonti in lingua italiana ed in lingua inglese. Lo studio inizia nella cornice temporale del Novecento, un secolo vede nell’incontro tra scienza, progresso tecnologico e violenza una triade fatale. Il secolo viene infatti attraversato da molti conflitti, ma il cambiamento effettivo di violenza si riscontra con l’avvento della Prima guerra mondiale in cui a cambiare è proprio la struttura della guerra stessa. I civili entrano a far parte del mirino degli eserciti, diventando le principali vittime della Grande guerra ed in particolar modo lo saranno anche nella Seconda guerra mondiale; In seguito, si passa ad un'indagine sullo stupro di guerra: gli studiosi che si sono adoperati nello studio di questo argomento si sono impegnati a ricercarne l’origine e le condizioni che lo rendono possibile oltre che a trovarne delle spiegazioni plausibili. Un cambiamento si verifica negli anni Settanta con le correnti femministe che rimettono in luce il tema della violenza sessuale ed in seguito nel 1992 con la questione relativa agli stupri delle donne in ex-Jugoslavia. Vengono presi in considerazione due casi: quello avvenuto in Germania nel 1945 ai danni delle donne tedesche da parte dei soldati sovietici dell’Armata Rossa e quello avvenuto in Italia ai danni della popolazione civile da parte dell’esercito coloniale francese. Il caso tedesco è comunque ben documentato, anche se l’interesse verso di questo è svanito per molti anni per via dei crimini commessi dai tedeschi e dall’idea del tedesco che viene scaturita dagli esiti di questo conflitto e dall’Alleanza. Il caso italiano è, invece, uno stupro di massa avvenuto durante la campagna d’Italia del 1944, in questa situazione drammatica, l’esercito coloniale francese composto da soldati provenienti dal Nord Africa, i cosiddetti ‘goumiers’ compiono diverse violenze ai danni della popolazione italiana, ma il nuovo equilibrio internazionale non è interessato a questa vicenda e gli italiani preferiscono non parlarne perché altrimenti verrebbero presi in considerazione anche i loro crimini commessi in guerra sotto il regime fascista. Ovviamente il punto di vista da parte dei Paesi di appartenenza dei soldati Goumiers è differente, infatti questi vengono considerati eroi; questo punto di vista vale anche per la Francia. Nonostante la richiesta di indennizzi fatta subito dopo gli eventi, l’evento non è mai stato riconosciuto e nessuna scusa ufficiale è mai stata posta. Nel secondo capitolo si apre con una ricostruzione della vita dopo le ‘marocchinate’: si passa dal tentativo di ottenere degli indennizzi irrisori prima, ad una vera e propria pensione di guerra dopo. Un ruolo molto importante per il riconoscimento delle vittime delle marocchinate, in quanto tali, e un sostegno forte per ottenere le pensioni viene svolto dalle donne dell’UDI in collaborazione con altre associazioni come l’Associazione delle donne del Cassinate. Il secondo capitolo prosegue con l’analisi del mosaico composito della memoria riguardo le “marocchinate”, la differenza tra la memoria nazionale, locale e internazionale. Il problema fondamentale di tutte queste differenti ricostruzioni di memoria deriva dal fatto che manca un riconoscimento nazionale e non solo dell’evento: scavando più a fondo c’è un problema di base che passa dalla dicotomia vittima – carnefice; non sempre questi ruoli sono ben distinti, anzi spe
Violenza di guerra, violenza di genere e ruolo pubblico femminile nell’età della guerra totale: il caso italiano nello scenario europeo.
MARANGI, FRANCESCA
2019/2020
Abstract
In questo elaborato viene analizzata la violenza di genere con un focus speciale sullo stupro di guerra, attraverso fonti in lingua italiana ed in lingua inglese. Lo studio inizia nella cornice temporale del Novecento, un secolo vede nell’incontro tra scienza, progresso tecnologico e violenza una triade fatale. Il secolo viene infatti attraversato da molti conflitti, ma il cambiamento effettivo di violenza si riscontra con l’avvento della Prima guerra mondiale in cui a cambiare è proprio la struttura della guerra stessa. I civili entrano a far parte del mirino degli eserciti, diventando le principali vittime della Grande guerra ed in particolar modo lo saranno anche nella Seconda guerra mondiale; In seguito, si passa ad un'indagine sullo stupro di guerra: gli studiosi che si sono adoperati nello studio di questo argomento si sono impegnati a ricercarne l’origine e le condizioni che lo rendono possibile oltre che a trovarne delle spiegazioni plausibili. Un cambiamento si verifica negli anni Settanta con le correnti femministe che rimettono in luce il tema della violenza sessuale ed in seguito nel 1992 con la questione relativa agli stupri delle donne in ex-Jugoslavia. Vengono presi in considerazione due casi: quello avvenuto in Germania nel 1945 ai danni delle donne tedesche da parte dei soldati sovietici dell’Armata Rossa e quello avvenuto in Italia ai danni della popolazione civile da parte dell’esercito coloniale francese. Il caso tedesco è comunque ben documentato, anche se l’interesse verso di questo è svanito per molti anni per via dei crimini commessi dai tedeschi e dall’idea del tedesco che viene scaturita dagli esiti di questo conflitto e dall’Alleanza. Il caso italiano è, invece, uno stupro di massa avvenuto durante la campagna d’Italia del 1944, in questa situazione drammatica, l’esercito coloniale francese composto da soldati provenienti dal Nord Africa, i cosiddetti ‘goumiers’ compiono diverse violenze ai danni della popolazione italiana, ma il nuovo equilibrio internazionale non è interessato a questa vicenda e gli italiani preferiscono non parlarne perché altrimenti verrebbero presi in considerazione anche i loro crimini commessi in guerra sotto il regime fascista. Ovviamente il punto di vista da parte dei Paesi di appartenenza dei soldati Goumiers è differente, infatti questi vengono considerati eroi; questo punto di vista vale anche per la Francia. Nonostante la richiesta di indennizzi fatta subito dopo gli eventi, l’evento non è mai stato riconosciuto e nessuna scusa ufficiale è mai stata posta. Nel secondo capitolo si apre con una ricostruzione della vita dopo le ‘marocchinate’: si passa dal tentativo di ottenere degli indennizzi irrisori prima, ad una vera e propria pensione di guerra dopo. Un ruolo molto importante per il riconoscimento delle vittime delle marocchinate, in quanto tali, e un sostegno forte per ottenere le pensioni viene svolto dalle donne dell’UDI in collaborazione con altre associazioni come l’Associazione delle donne del Cassinate. Il secondo capitolo prosegue con l’analisi del mosaico composito della memoria riguardo le “marocchinate”, la differenza tra la memoria nazionale, locale e internazionale. Il problema fondamentale di tutte queste differenti ricostruzioni di memoria deriva dal fatto che manca un riconoscimento nazionale e non solo dell’evento: scavando più a fondo c’è un problema di base che passa dalla dicotomia vittima – carnefice; non sempre questi ruoli sono ben distinti, anzi speFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/154273