Questo lavoro di tesi, rientrante nel programma dei progetti LIFE ¿Montecristo 2010¿ e ¿Resto con LIFE¿, riguardante il monitoraggio e la salvaguardia delle specie minori presenti sulle isole dell'Arcipelago Toscano, ha avuto come obbiettivo finale quello di individuare il reale impatto del ratto nero sulle popolazioni di pigliamosche, in particolare su un eventuale cambiamento di queste nell'utilizzo degli habitat e delle strutture per la riproduzione. Per compiere questo studio, sono state prese come riferimento l'isola di Montecristo, sulla quale nel 2012 sono stati svolti interventi di derattizzazione, e l'isola di Pianosa, la quale possiede le stesse caratteristiche climatico-geografiche della precedente, ma sulla quale è presente ancora il ratto. Dopo una parte di lavoro preliminare basata su una ricerca bibliografica, orientata alla raccolta del maggior numero d'informazioni possibile sulla biologia del pigliamosche e del ratto nero e sugli aspetti ambientali dell'arcipelago, è stata svolta un'attività di campo, per una durata totale di sei settimane, volta alla raccolta di dati sulle covate di Muscicapa striata, in particolar modo incentrata sulla distribuzione dei nidi sul territorio isolano, sulla loro posizione nei diversi habitat presenti, come vegetazione, pareti rocciose e aree edificate, sul numero di uova e pulli presenti, sul successo o meno della covata e su altre misurazioni secondarie. In totale sono stati individuati 75 nidi (44 sull'isola di Pianosa e 31 sull'isola di Montecristo), i quali mostrano alcune differenze nella loro distribuzione sul territorio isolano, come ad esempio la predilezione, per quanto riguarda la popolazione pianosina, nell'utilizzo di edifici abbandonati come strutture per la nidificazione. Analizzando i dati raccolti per ogni singolo nido, però, non è emerso nulla di particolarmente rilevante per quanto riguarda la possibilità che il pigliamosche utilizzi diversi habitat e strutture per la nidificazione, in base alla presenza o meno del ratto. Infatti, la differenza di collocamento dei nidi che è stata costata tra le due isole, è per lo più imputabile alle differenze nella disponibilità degli habitat (con Pianosa che presenta aree edificate molto più estese rispetto a quelle di Montecristo) che alla presenza del ratto, ad esclusione del fatto che su Pianosa non vengono utilizzati gli arbusti mentre su Montecristo si. Per quanto riguarda l'individuazione di eventuali differenze tra le due isole nel tasso di fallimento delle covate, sono stati utilizzati i GLM, in particolare la regressione logistica, dalla quale non è emersa nessuna differenza significativa. Inoltre questo tasso risulta essere molto basso (0,086 per un periodo di covata di 28 giorni), dimostrando che su entrambe le isole è presente un ambiente ideale alla riproduzione della specie in questione, e che il ratto non rappresenta una grossa minaccia per la loro sopravvivenza. I risultati ottenuti per M. striata, non vanno però a sminuire il reale impatto che il ratto nero ha sulle popolazioni isolane, dove rappresenta sia un predatore che un competitore. Gli interventi di derattizzazione quindi, risultano essere di fondamentale importanza per il mantenimento dei delicati ecosistemi isolani, i quali molto spesso sono privi di predatori naturali, e per questo motivo rischiano di veder scomparire sempre più specie.
Distribuzione, collocamento e successo delle covate di Muscicapa striata (Pallas, 1764) sulle isole di Pianosa e di Montecristo, in relazione alla presenza/assenza di Rattus rattus Linnaeus, 1758
PALMA, ORONZO
2015/2016
Abstract
Questo lavoro di tesi, rientrante nel programma dei progetti LIFE ¿Montecristo 2010¿ e ¿Resto con LIFE¿, riguardante il monitoraggio e la salvaguardia delle specie minori presenti sulle isole dell'Arcipelago Toscano, ha avuto come obbiettivo finale quello di individuare il reale impatto del ratto nero sulle popolazioni di pigliamosche, in particolare su un eventuale cambiamento di queste nell'utilizzo degli habitat e delle strutture per la riproduzione. Per compiere questo studio, sono state prese come riferimento l'isola di Montecristo, sulla quale nel 2012 sono stati svolti interventi di derattizzazione, e l'isola di Pianosa, la quale possiede le stesse caratteristiche climatico-geografiche della precedente, ma sulla quale è presente ancora il ratto. Dopo una parte di lavoro preliminare basata su una ricerca bibliografica, orientata alla raccolta del maggior numero d'informazioni possibile sulla biologia del pigliamosche e del ratto nero e sugli aspetti ambientali dell'arcipelago, è stata svolta un'attività di campo, per una durata totale di sei settimane, volta alla raccolta di dati sulle covate di Muscicapa striata, in particolar modo incentrata sulla distribuzione dei nidi sul territorio isolano, sulla loro posizione nei diversi habitat presenti, come vegetazione, pareti rocciose e aree edificate, sul numero di uova e pulli presenti, sul successo o meno della covata e su altre misurazioni secondarie. In totale sono stati individuati 75 nidi (44 sull'isola di Pianosa e 31 sull'isola di Montecristo), i quali mostrano alcune differenze nella loro distribuzione sul territorio isolano, come ad esempio la predilezione, per quanto riguarda la popolazione pianosina, nell'utilizzo di edifici abbandonati come strutture per la nidificazione. Analizzando i dati raccolti per ogni singolo nido, però, non è emerso nulla di particolarmente rilevante per quanto riguarda la possibilità che il pigliamosche utilizzi diversi habitat e strutture per la nidificazione, in base alla presenza o meno del ratto. Infatti, la differenza di collocamento dei nidi che è stata costata tra le due isole, è per lo più imputabile alle differenze nella disponibilità degli habitat (con Pianosa che presenta aree edificate molto più estese rispetto a quelle di Montecristo) che alla presenza del ratto, ad esclusione del fatto che su Pianosa non vengono utilizzati gli arbusti mentre su Montecristo si. Per quanto riguarda l'individuazione di eventuali differenze tra le due isole nel tasso di fallimento delle covate, sono stati utilizzati i GLM, in particolare la regressione logistica, dalla quale non è emersa nessuna differenza significativa. Inoltre questo tasso risulta essere molto basso (0,086 per un periodo di covata di 28 giorni), dimostrando che su entrambe le isole è presente un ambiente ideale alla riproduzione della specie in questione, e che il ratto non rappresenta una grossa minaccia per la loro sopravvivenza. I risultati ottenuti per M. striata, non vanno però a sminuire il reale impatto che il ratto nero ha sulle popolazioni isolane, dove rappresenta sia un predatore che un competitore. Gli interventi di derattizzazione quindi, risultano essere di fondamentale importanza per il mantenimento dei delicati ecosistemi isolani, i quali molto spesso sono privi di predatori naturali, e per questo motivo rischiano di veder scomparire sempre più specie.File | Dimensione | Formato | |
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