L'interesse è quello di approfondire il concetto di falso Sé a partire dagli scritti di Winnicott: che cos'è il falso Sé di cui ha tanto parlato? Qual è la sua funzione? E il suo corrispettivo vero Sé quali tratti presenta? La prima parte vede l'articolarsi dello sviluppo storico del concetto, a partire dal percorso personale di Winnicott, psicoanalista in costante ricerca della propria espressione autentica. Successivamente viene messo in rilievo lo sviluppo concettuale, che approfondisce le origini e il ruolo difensivo del falso Sé, le varie facce con cui si estrinseca, da un falso Sé più sano a uno decisamente patologico, e le manifestazioni del vero Sé. Infine, viene illustrato il lavoro clinico di Winnicott a contatto con i pazienti coartati dal proprio falso Sé. Vengono in seguito approfonditi gli sviluppi teorici e clinici del concetto da parte di alcuni Indipendenti della psicoanalisi contemporanea, in alcuni casi allievi e analizzandi di Winnicott: Margaret Little, Masud Khan, Nina Coltart e Christopher Bollas. Vengono riportati contrasti, somiglianze e letture originali del concetto. L'ultima parte della tesi è dedicata ai risvolti del falso Sé nella psicoanalisi contemporanea, con particolare riferimento all'azione del falso Sé in analisi. Sono messe in luce le caratteristiche del sentimento di irrealtà di cui è portatore un rigido falso Sé e il ruolo ineludibile dell'analista impegnato ad accompagnare il proprio paziente nella ricerca di una maggiore autenticità. L'intera tesi non trascura la letteratura ferencziana e neoferencziana, che con le dinamiche del concetto trattato si collega bene, soprattutto relativamente ad alcune tematiche come quelle di "identificazione con l'aggressore", "sviluppo precoce e sovrainvestimento dell'intelligenza come risposta al trauma", "regressione benigna", "autenticità dell'analista" e "sentimento di realtà"; tutti concetti presenti in maniera più o meno esplicita nell'opera di Winnicott e degli altri Indipendenti britannici e le cui elaborazioni possono già essere ampiamente ritrovate nel lavoro di Ferenczi. A illustrazione di quanto esposto vengono presentati alcuni casi clinici, testimonianze preziose per afferrare quale sia il modo di agire del falso Sé in seduta e l'atteggiamento assunto da un analista "sufficientemente buono".
Il falso Sé. Approfondimenti teorici e clinici da Winnicott alla psicoanalisi contemporanea
TRIMARCHI, ILARIA MONICA
2011/2012
Abstract
L'interesse è quello di approfondire il concetto di falso Sé a partire dagli scritti di Winnicott: che cos'è il falso Sé di cui ha tanto parlato? Qual è la sua funzione? E il suo corrispettivo vero Sé quali tratti presenta? La prima parte vede l'articolarsi dello sviluppo storico del concetto, a partire dal percorso personale di Winnicott, psicoanalista in costante ricerca della propria espressione autentica. Successivamente viene messo in rilievo lo sviluppo concettuale, che approfondisce le origini e il ruolo difensivo del falso Sé, le varie facce con cui si estrinseca, da un falso Sé più sano a uno decisamente patologico, e le manifestazioni del vero Sé. Infine, viene illustrato il lavoro clinico di Winnicott a contatto con i pazienti coartati dal proprio falso Sé. Vengono in seguito approfonditi gli sviluppi teorici e clinici del concetto da parte di alcuni Indipendenti della psicoanalisi contemporanea, in alcuni casi allievi e analizzandi di Winnicott: Margaret Little, Masud Khan, Nina Coltart e Christopher Bollas. Vengono riportati contrasti, somiglianze e letture originali del concetto. L'ultima parte della tesi è dedicata ai risvolti del falso Sé nella psicoanalisi contemporanea, con particolare riferimento all'azione del falso Sé in analisi. Sono messe in luce le caratteristiche del sentimento di irrealtà di cui è portatore un rigido falso Sé e il ruolo ineludibile dell'analista impegnato ad accompagnare il proprio paziente nella ricerca di una maggiore autenticità. L'intera tesi non trascura la letteratura ferencziana e neoferencziana, che con le dinamiche del concetto trattato si collega bene, soprattutto relativamente ad alcune tematiche come quelle di "identificazione con l'aggressore", "sviluppo precoce e sovrainvestimento dell'intelligenza come risposta al trauma", "regressione benigna", "autenticità dell'analista" e "sentimento di realtà"; tutti concetti presenti in maniera più o meno esplicita nell'opera di Winnicott e degli altri Indipendenti britannici e le cui elaborazioni possono già essere ampiamente ritrovate nel lavoro di Ferenczi. A illustrazione di quanto esposto vengono presentati alcuni casi clinici, testimonianze preziose per afferrare quale sia il modo di agire del falso Sé in seduta e l'atteggiamento assunto da un analista "sufficientemente buono".File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/153886