The spread of phenomena such as globalization and the shift to the service sector of the economy have led to an increase in contact with the public which, in turn, has increased work demands in terms of emotional labour and exposure to emerging psychosocial risks such as episodes of violence by users. In the Italian context, another emerging psychosocial risk is represented by the aging of the active population, especially in the health sector of the Public Administration, as a result of demographic trends and reforms on hiring and the pension system. A professional group that is involved in an intersectional way by the two phenomena, occupational violence and the aging of the active population, is the healthcare personnel, in which there is a notable increase in the average age and in the number of the victims of occupational violence episodes, with physical, psychological, and emotional repercussions on the quality of working life and on the desire to continue to practice their profession. With the aim of exploring the phenomenon of occupational violence and aging in order to better understand the relationships existing between the two phenomena and their effect on the quality of working life, a secondary analysis was carried out on the data collected among the staff of a health facility in the Turin area. The results showed that age and professional seniority determine a lower incidence of violent episodes and incivility in the workplace, which in turn determine a reduction in the perception of health and work ability, in terms of physical and mental skills necessary to successfully complete work activities. It was also found that exposure to episodes of violence increases the perception of job demands and compromises the well-being of the worker by increasing the levels of burnout and depression. Finally, the protective role of social support and the violence-prevention climate in the workplace with respect to the occurrence of episodes of occupational violence and the development of burnout was demonstrated. In conclusion, in the perspective of an effective extension of career paths and promotion of mature worker's well-being, the results suggest the importance of designing organizational policies for healthcare workers that integrate age management interventions and measures aimed at preventing violent episodes in the workplace through multilevel strategies that focus on the environment and the reorganization of work, health promotion and lifelong learning.
La diffusione di fenomeni quali la globalizzazione e la terziarizzazione dell'economia hanno determinato l'aumento del contatto con il pubblico che, a sua volta, ha accresciuto le richieste lavorative in termini di emotional labour e l'esposizione a rischi psicosociali emergenti quali gli episodi di violenza da parte dell'utenza. Nel contesto italiano, un altro rischio psicosociale emergente è rappresentato dall'invecchiamento della popolazione attiva, soprattutto nella Pubblica Amministrazione, come risultato dell'andamento demografico e delle riforme sulle assunzioni e sul sistema pensionistico. Un gruppo professionale che è coinvolto in modo intersezionale dai due fenomeni, la violenza occupazionale e l'invecchiamento della popolazione attiva, è il personale sanitario, nel quale si registra sia un notevole aumento dell'età media sia degli episodi di violenza occupazionale di cui sono vittime, con ripercussioni fisiche, psicologiche ed emotive sulla qualità di vita lavorativa e sulla volontà di continuare a esercitare la propria professione. Con l'obiettivo di esplorare il fenomeno della violenza occupazionale e dell'invecchiamento per meglio comprendere le relazioni sussistenti tra i due fenomeni e il loro effetto sulla qualità della vita lavorativa, è stata realizzata un'analisi secondaria su dei dati raccolti tra il personale di una struttura sanitaria del torinese. I risultati hanno dimostrato che l'età e l'anzianità professionale determinano una minore incidenza di episodi violenti e di inciviltà sul posto di lavoro, che a loro volta determinano una riduzione della percezione dello stato di salute e dell'abilità lavorativa, in termini di capacità fisiche e mentali necessarie per portare a termine con successo le attività lavorative. Si è rilevato inoltre che l'esposizione a episodi di violenza accresce la percezione delle richieste lavorative e compromette il benessere del lavoratore accrescendo i livelli di burnout e di depressione. Infine, è stato dimostrato il ruolo protettivo del supporto sociale e del clima di prevenzione della violenza sul posto di lavoro rispetto al verificarsi di episodi di violenza occupazionale e allo sviluppo del burnout. In conclusione, nella prospettiva di un prolungamento efficace dei percorsi di carriera e di promozione del benessere del lavoratore maturo, i risultati suggeriscono l'importanza di progettare politiche organizzative per il personale sanitario che integrino interventi di age management e misure orientate alla prevenzione degli episodi violenti sul luogo di lavoro attraverso strategie multilivello che si focalizzino sull'ambiente e la riorganizzazione del lavoro, sulla promozione della salute e sulla formazione permanente.
Ageing e violenza occupazionale: fattori di rischio e fattori protettivi
CARIA, MICHELA
2019/2020
Abstract
La diffusione di fenomeni quali la globalizzazione e la terziarizzazione dell'economia hanno determinato l'aumento del contatto con il pubblico che, a sua volta, ha accresciuto le richieste lavorative in termini di emotional labour e l'esposizione a rischi psicosociali emergenti quali gli episodi di violenza da parte dell'utenza. Nel contesto italiano, un altro rischio psicosociale emergente è rappresentato dall'invecchiamento della popolazione attiva, soprattutto nella Pubblica Amministrazione, come risultato dell'andamento demografico e delle riforme sulle assunzioni e sul sistema pensionistico. Un gruppo professionale che è coinvolto in modo intersezionale dai due fenomeni, la violenza occupazionale e l'invecchiamento della popolazione attiva, è il personale sanitario, nel quale si registra sia un notevole aumento dell'età media sia degli episodi di violenza occupazionale di cui sono vittime, con ripercussioni fisiche, psicologiche ed emotive sulla qualità di vita lavorativa e sulla volontà di continuare a esercitare la propria professione. Con l'obiettivo di esplorare il fenomeno della violenza occupazionale e dell'invecchiamento per meglio comprendere le relazioni sussistenti tra i due fenomeni e il loro effetto sulla qualità della vita lavorativa, è stata realizzata un'analisi secondaria su dei dati raccolti tra il personale di una struttura sanitaria del torinese. I risultati hanno dimostrato che l'età e l'anzianità professionale determinano una minore incidenza di episodi violenti e di inciviltà sul posto di lavoro, che a loro volta determinano una riduzione della percezione dello stato di salute e dell'abilità lavorativa, in termini di capacità fisiche e mentali necessarie per portare a termine con successo le attività lavorative. Si è rilevato inoltre che l'esposizione a episodi di violenza accresce la percezione delle richieste lavorative e compromette il benessere del lavoratore accrescendo i livelli di burnout e di depressione. Infine, è stato dimostrato il ruolo protettivo del supporto sociale e del clima di prevenzione della violenza sul posto di lavoro rispetto al verificarsi di episodi di violenza occupazionale e allo sviluppo del burnout. In conclusione, nella prospettiva di un prolungamento efficace dei percorsi di carriera e di promozione del benessere del lavoratore maturo, i risultati suggeriscono l'importanza di progettare politiche organizzative per il personale sanitario che integrino interventi di age management e misure orientate alla prevenzione degli episodi violenti sul luogo di lavoro attraverso strategie multilivello che si focalizzino sull'ambiente e la riorganizzazione del lavoro, sulla promozione della salute e sulla formazione permanente.File | Dimensione | Formato | |
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