La biopsia transbronchiale è la tecnica utilizzata per il monitoraggio dei pazienti sottoposti a trapianto di polmone e per la diagnosi di rigetto. Si tratta di una procedura gravata da costi elevanti, invasiva perché deve essere effettuata in sedazione e con potenziali rischi di complicanze infettive e di sanguinamento per il paziente. Studi recenti si sono concentrati sull’identificazione di marcatori circolanti di rigetto, in modo da potere monitorare l’andamento del trapianto in modo meno invasivo e rischioso per il paziente. Il presente lavoro di tesi è focalizzato sulla ricerca del DNA libero circolante derivante dal donatore (dd-cfDNA) e sulla sua validazione quale potenziale marcatore precoce di rigetto. Per la quantificazione del dd-cfDNA è stata usata la droplet digital PCR (ddPCR) sfruttando un pannello di sonde specifico per gli alleli del locus HLA-DRB1. La coorte di pazienti inclusa nello studio comprende 23 pazienti (15 maschi, 65%) riceventi trapianto di polmone, singolo, doppio o in combinazione con altri organi, trapiantati tra giugno 2019 e agosto 2020. Le analisi mostrano un generale aumento dei livelli di dd-cfDNA nel primo periodo post-trapianto, in accordo al documentato danno da ischemia-riperfusione. In seguito, i livelli di dd-cfDNA si stabilizzano nei pazienti che non presentano rigetto o infezioni, mentre nei pazienti con rigetto acuto o infezioni concomitanti si riscontra un aumento proporzionale all’entità del danno d’organo. In conclusione, il dd-cfDNA si dimostra un efficace marcatore di danno da rigetto acuto e infezione nei pazienti sottoposti a trapianto di polmone. La tecnica della ddPCR, qui applicata sfruttando le differenze inter-individuali per il locus HLA-DRB1, risulta essere un approccio sensibile, economico e rapido rispetto ad altre metodiche per il monitoraggio di questi pazienti.
Trapianto di polmone e biopsia liquida: un nuovo ed efficace metodo per la diagnosi e il monitoraggio del rigetto
MIOLI, FIORENZA
2019/2020
Abstract
La biopsia transbronchiale è la tecnica utilizzata per il monitoraggio dei pazienti sottoposti a trapianto di polmone e per la diagnosi di rigetto. Si tratta di una procedura gravata da costi elevanti, invasiva perché deve essere effettuata in sedazione e con potenziali rischi di complicanze infettive e di sanguinamento per il paziente. Studi recenti si sono concentrati sull’identificazione di marcatori circolanti di rigetto, in modo da potere monitorare l’andamento del trapianto in modo meno invasivo e rischioso per il paziente. Il presente lavoro di tesi è focalizzato sulla ricerca del DNA libero circolante derivante dal donatore (dd-cfDNA) e sulla sua validazione quale potenziale marcatore precoce di rigetto. Per la quantificazione del dd-cfDNA è stata usata la droplet digital PCR (ddPCR) sfruttando un pannello di sonde specifico per gli alleli del locus HLA-DRB1. La coorte di pazienti inclusa nello studio comprende 23 pazienti (15 maschi, 65%) riceventi trapianto di polmone, singolo, doppio o in combinazione con altri organi, trapiantati tra giugno 2019 e agosto 2020. Le analisi mostrano un generale aumento dei livelli di dd-cfDNA nel primo periodo post-trapianto, in accordo al documentato danno da ischemia-riperfusione. In seguito, i livelli di dd-cfDNA si stabilizzano nei pazienti che non presentano rigetto o infezioni, mentre nei pazienti con rigetto acuto o infezioni concomitanti si riscontra un aumento proporzionale all’entità del danno d’organo. In conclusione, il dd-cfDNA si dimostra un efficace marcatore di danno da rigetto acuto e infezione nei pazienti sottoposti a trapianto di polmone. La tecnica della ddPCR, qui applicata sfruttando le differenze inter-individuali per il locus HLA-DRB1, risulta essere un approccio sensibile, economico e rapido rispetto ad altre metodiche per il monitoraggio di questi pazienti.File | Dimensione | Formato | |
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