I micovirus sono virus in grado di replicare in organismi fungini. Essi sono ampiamente diffusi in natura anche se, non avendo meccanismi di trasmissione extracellulare conosciuti, ciascuna specie virale possiede uno spettro d'ospite nella maggioranza dei casi limitato ad una sola specie fungina. Le infezioni da micovirus sono inoltre generalmente latenti e asintomatiche, anche se non mancano gli esempi in cui queste vanno a modificare il fenotipo degli ospiti. Il caso più noto è quello dell'ipovirulenza di funghi fitopatogeni ma sono noti altri casi in cui l'infezione può fornire proprietà benefiche all'ospite fungino. Nel presente lavoro si è tentato di infettare 2 nuovi ospiti fungini (Cryphonectria parasitica e Penicillium janczewskii) tramite trasfezione di protoplasti con purificati virali. I purificati virali sono stati estratti da 5 ceppi di una collezione di funghi marini isolati da Posidonia oceanica nella quale sono stati recentemente identificati diversi micovirus. L'analisi dei trasfettati è stata effettuata tramite qRT-PCR ed in seguito, per gli isolati positivi, la presenza di infezione è stata confermata tramite analisi northern. Su un totale di 11 virus utilizzati nelle trasfezioni, solo uno di questi, Penicillium aurantiogriseum partiti-like virus 1 (PaPlV1), è stato in grado di replicare in uno dei potenziali ospiti, C. parasitica. La trasfezione ha permesso innanzitutto di ottenere informazioni più approfondite su questo virus: è stato chiarito che esso è dotato di un genoma a dsRNA e che non codifica per proteine capsidiali. Inoltre è stata valutata la capacità di trasmissione per anastomosi in un ceppo di C. parasitica resistente ad igromicina e quindi è stata quantificata la carica virale di ogni isolato infetto tramite qRT-PCR, rilevando un'ampia variabilità nei livelli di accumulo. Successivamente l'infezione virale è stata caratterizzata a livello fenotipico tramite confronto degli isolati virusati con linee isogeniche prive di virus. In tal senso sono state effettuate innanzitutto prove di virulenza su rami di castagno ed in seguito prove di crescita su terreni mantenuti in diverse condizioni ambientali. I risultati di queste ultime prove hanno mostrato che l'infezione virale fornisce all'ospite la capacità di tollerare maggiormente gli stress osmotici in alcune specifiche condizioni sperimentali. Infine il genoma virale è stato sequenziato e confrontato rispetto alla sua condizione iniziale nell'ospite naturale, analisi che ha permesso, per la prima volta, di caratterizzare molecolarmente l'adattamento di un micovirus ad un nuovo ospite. In conclusione, il lavoro effettuato ha permesso di confermare l'ipotesi che i micovirus possiedono una gamma d'ospiti infettabili estremamente ridotta. Inoltre è stato possibile ottenere informazioni dettagliate su PaPlV1, la più interessante delle quali, ovvero la capacità di migliorare la tolleranza agli stress osmotici del proprio ospite, rafforza l'ipotesi che le infezioni da micovirus possano talvolta fornire proprietà particolari al variare delle condizioni ambientali. Infine la caratterizzazione molecolare del virus ha permesso di chiarire che PaPlV1 ha subito un processo di adattamento al nuovo ospite. I risultati di sequenziamento, integrati con quelli sulla carica virale, sono evidenze robuste del fatto che la presenza di popolazioni virali con delezioni in posizioni specifiche sono utili, se non addirittura necessarie, per la replicazione nel nuovo ospite.
Adattamento del virus Penicillium aurantiogriseum partiti-like ad un nuovo ospite fungino, Cryphonectria parasitica
SILVESTRI, ALESSANDRO
2014/2015
Abstract
I micovirus sono virus in grado di replicare in organismi fungini. Essi sono ampiamente diffusi in natura anche se, non avendo meccanismi di trasmissione extracellulare conosciuti, ciascuna specie virale possiede uno spettro d'ospite nella maggioranza dei casi limitato ad una sola specie fungina. Le infezioni da micovirus sono inoltre generalmente latenti e asintomatiche, anche se non mancano gli esempi in cui queste vanno a modificare il fenotipo degli ospiti. Il caso più noto è quello dell'ipovirulenza di funghi fitopatogeni ma sono noti altri casi in cui l'infezione può fornire proprietà benefiche all'ospite fungino. Nel presente lavoro si è tentato di infettare 2 nuovi ospiti fungini (Cryphonectria parasitica e Penicillium janczewskii) tramite trasfezione di protoplasti con purificati virali. I purificati virali sono stati estratti da 5 ceppi di una collezione di funghi marini isolati da Posidonia oceanica nella quale sono stati recentemente identificati diversi micovirus. L'analisi dei trasfettati è stata effettuata tramite qRT-PCR ed in seguito, per gli isolati positivi, la presenza di infezione è stata confermata tramite analisi northern. Su un totale di 11 virus utilizzati nelle trasfezioni, solo uno di questi, Penicillium aurantiogriseum partiti-like virus 1 (PaPlV1), è stato in grado di replicare in uno dei potenziali ospiti, C. parasitica. La trasfezione ha permesso innanzitutto di ottenere informazioni più approfondite su questo virus: è stato chiarito che esso è dotato di un genoma a dsRNA e che non codifica per proteine capsidiali. Inoltre è stata valutata la capacità di trasmissione per anastomosi in un ceppo di C. parasitica resistente ad igromicina e quindi è stata quantificata la carica virale di ogni isolato infetto tramite qRT-PCR, rilevando un'ampia variabilità nei livelli di accumulo. Successivamente l'infezione virale è stata caratterizzata a livello fenotipico tramite confronto degli isolati virusati con linee isogeniche prive di virus. In tal senso sono state effettuate innanzitutto prove di virulenza su rami di castagno ed in seguito prove di crescita su terreni mantenuti in diverse condizioni ambientali. I risultati di queste ultime prove hanno mostrato che l'infezione virale fornisce all'ospite la capacità di tollerare maggiormente gli stress osmotici in alcune specifiche condizioni sperimentali. Infine il genoma virale è stato sequenziato e confrontato rispetto alla sua condizione iniziale nell'ospite naturale, analisi che ha permesso, per la prima volta, di caratterizzare molecolarmente l'adattamento di un micovirus ad un nuovo ospite. In conclusione, il lavoro effettuato ha permesso di confermare l'ipotesi che i micovirus possiedono una gamma d'ospiti infettabili estremamente ridotta. Inoltre è stato possibile ottenere informazioni dettagliate su PaPlV1, la più interessante delle quali, ovvero la capacità di migliorare la tolleranza agli stress osmotici del proprio ospite, rafforza l'ipotesi che le infezioni da micovirus possano talvolta fornire proprietà particolari al variare delle condizioni ambientali. Infine la caratterizzazione molecolare del virus ha permesso di chiarire che PaPlV1 ha subito un processo di adattamento al nuovo ospite. I risultati di sequenziamento, integrati con quelli sulla carica virale, sono evidenze robuste del fatto che la presenza di popolazioni virali con delezioni in posizioni specifiche sono utili, se non addirittura necessarie, per la replicazione nel nuovo ospite.File | Dimensione | Formato | |
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