Una poetica di una vita esemplare analizzata attraverso le raccolte di Umberto Fiori e la figura dell'io

Questo lavoro di ricerca prende in analisi il poeta Umberto Fiori e le sue raccolte attraverso l'elaborazione in tre capitoli; nel primo viene esaminata l'ultima opera intitolata Il Conoscente, di cui è descritta la trama e i temi principali che la legano con le altre raccolte. Questo capitolo è diviso in tre paragrafi che rappresentano i tre momenti principali del viaggio che il conosciuto compie all'interno del libro: ognuno di questi ha causato un cambiamento nel protagonista. Nel secondo capitolo si analizza la figura dell'Io, minimo comune denominatore in ogni raccolta, prendendo in considerazione le relazioni tra io e realtà circostante, perché il modo in cui la percepisce dice molto della sua natura; è stato anche preso in considerazione il rapporto tra io - adulto e io - bambino, che influenza costantemente la maniera di rapportarsi a ciò che abbiamo di fronte perchè rimanda ad emozioni contrastanti che nascono nella fase primordiale della nostra vita. Infine, nell'ultimo paragrafo viene differenziato l'io - cantante dall' io - poeta, segnalando elementi di differenziazione e di continuità, che cosa comporta questo cambiamento e concezione della parola (attraverso cui si esprime l' Io) nei differenti generi. Nell'ultimo capitolo viene sottolineato il rapporto tra Io e Altri che contribuisce alla definizione di entrambi i protagonisti, attraverso il contrasto costante e con l'esplicazione della parola, che per Fiori è un'entità difficile da definire ma necessaria per poter affrontare tutto. L'obiettivo è stato dimostrare come, essendo caratterizzati dalle stesse tematiche (anche se espresse con modalità differenti), le opere di Fiori possono essere considerate tante tessere di un unico mosaico. L'aspetto critico è stato costruito ricercando e selezionando articoli critici e facendone una collazione; dal punto di vista antologico la poesia di Fiori è ancora poco presente, sebbene inizia ad essere accennata in qualche capitolo delle opere di Andrea Afribo, che sono state illuminanti.