Questo lavoro ha l'ambizione di individuare le motivazioni storiche e politiche che hanno portato alla marginalizzazione del movimento anarchico a partire dal Secondo dopoguerra. I gruppi anarchici, rinati nello spazio legale con la caduta del fascismo e rinvigoritisi nelle loro strutture organizzative e nella presenza sul territorio, oltre che nell'impegno d'informazione, durante il biennio della Resistenza, di fronte alle nuove strutture dell'Italia repubblicana registrano un'inaspettata battuta d'arresto. Il movimento si dimostra frammentato, incapace - in primis a causa delle sue caratteristiche intrinseche - di raccogliere ampio consenso tra le masse, che sembrano invece guardare molto di più alle strutture partitiche uscite dal CLN (DC e PCI tra tutti). La stessa stampa anarchica registra, a partire dal 1946, un calo drastico delle adesioni alla causa libertaria. L'intento primario di questo elaborato è quello di comprendere come mai, di fronte alla nuova stagione di apertura democratica inauguratasi con la nascita della Repubblica italiana il movimento anarchico intraprende un processo di isolamento, di passaggio da forza politica e sociale a riferimento ormai perlopiù culturale. In quest'ottica saranno analizzate le motivazioni di contesto, le ragioni ideologiche e il peso di una tradizione e di una storia in continua evoluzione. Si cercherà di raggiungere tale intento attraverso il ricorso alle opere storiografiche attinenti ma anche attraverso il ricorso a una massiccia consultazione della stampa anarchica a partire dagli anni della Resistenza in poi.
Il movimento anarchico e la Resistenza: processi e prospettive nel secondo dopoguerra
SPARNACCI, NICCOLÒ
2019/2020
Abstract
Questo lavoro ha l'ambizione di individuare le motivazioni storiche e politiche che hanno portato alla marginalizzazione del movimento anarchico a partire dal Secondo dopoguerra. I gruppi anarchici, rinati nello spazio legale con la caduta del fascismo e rinvigoritisi nelle loro strutture organizzative e nella presenza sul territorio, oltre che nell'impegno d'informazione, durante il biennio della Resistenza, di fronte alle nuove strutture dell'Italia repubblicana registrano un'inaspettata battuta d'arresto. Il movimento si dimostra frammentato, incapace - in primis a causa delle sue caratteristiche intrinseche - di raccogliere ampio consenso tra le masse, che sembrano invece guardare molto di più alle strutture partitiche uscite dal CLN (DC e PCI tra tutti). La stessa stampa anarchica registra, a partire dal 1946, un calo drastico delle adesioni alla causa libertaria. L'intento primario di questo elaborato è quello di comprendere come mai, di fronte alla nuova stagione di apertura democratica inauguratasi con la nascita della Repubblica italiana il movimento anarchico intraprende un processo di isolamento, di passaggio da forza politica e sociale a riferimento ormai perlopiù culturale. In quest'ottica saranno analizzate le motivazioni di contesto, le ragioni ideologiche e il peso di una tradizione e di una storia in continua evoluzione. Si cercherà di raggiungere tale intento attraverso il ricorso alle opere storiografiche attinenti ma anche attraverso il ricorso a una massiccia consultazione della stampa anarchica a partire dagli anni della Resistenza in poi.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
907216_tesin.sparnacci.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
914.55 kB
Formato
Adobe PDF
|
914.55 kB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/153531