Background: Una clinical prediction rule (CPR), o regola di predizione clinica, si definisce come una serie di caratteristiche cliniche attraverso le quali individuare uno o più sottogruppi di pazienti omogenei e che si comportano in modo simile applicando il medesimo strumento diagnostico, prognostico o terapeutico. Da una decina di anni si parla di CPR anche in Riabilitazione, ed una delle tematiche maggiormente affrontate è la gestione dei disordini muscoloscheletrici del rachide. I dati epidemiologici indicano che i disordini muscoloscheletrici del rachide hanno un'incidenza molto alta nella popolazione; tali problematiche costituiscono inoltre una fonte potenziale di cronicizzazione della sintomatologia, di disabilità anche permanente e di assenza dal lavoro. Scopo: L'intento del presente lavoro è quello di definire l'importanza e l'efficacia delle CPR nella gestione dei disordini muscolo scheletrici del rachide, andando a verificare se permettono di: I - individuare - in fase precoce - i soggetti che, affetti da questi disordini, presentano caratteristiche che più spesso si associano alla tendenza alla cronicizzazione per prevenire questa eventualità; II -applicare a ciascun sottogruppo di pazienti le terapie ritenute le più idonee per la risoluzione della sintomatologia e della disabilità. Materiali e metodi: E' stata fatta una ricerca delle evidenze scientifiche disponibili su Medline attraverso l'interfaccia OVID per reperire gli studi esistenti sulle CPR con riferimento alla gestione dei disordini muscolo scheletrici del rachide. Sono state individuate 2 revisioni sistematiche, 9 RCT e 9 studi di coorte prospettici. Risultati: Dalle evidenze reperite è emersa una crescente importanza dell'individuazione di caratteristiche specifiche con le quali individuare sottogruppi di pazienti con disordini muscoloscheletrici del rachide. L'applicazione delle CPR ha consentito di individuare dei fattori che caratterizzano i soggetti più a rischio di cronicizzazione e di verificare che specifiche tipologie di trattamento sono più efficaci se somministrate a determinati sottogruppi di pazienti con disordini muscoloscheletrici del rachide. Discussione: Le CPR esistenti sono state derivazione, ma non sono ancora validate; tuttavia esse possono già essere introdotte nella gestione di pazienti con caratteristiche simili a quelle degli studi fino ad ora condotti. Questo fa supporre ad un miglioramento qualitativo del servizio sanitario in tali ambiti ed un conseguente risparmio di risorse, anche se a tutt'oggi non esistono studi sull'analisi d'impatto della CPR in riabilitazione dei disordini muscoloscheletrici. Conclusioni: Le evidenze attualmente a disposizione indicano che l'applicazione delle CPR (e quindi di sistemi di classificazione dei pazienti in sottogruppi) nella gestione dei disordini muscolo scheletrici del rachide potrebbe avere ricadute positive rispetto all'attuale applicazione delle LG sia per il LBP che per il NP. Tuttavia le prove esistenti non rendono ad oggi possibile l'individuazione di CPR certe per l'identificazione di ciascun sottogruppo di pazienti. La futura ricerca ha quindi l'obiettivo di sviluppare sistemi di classificazione che possano essere validati a livello internazionale e correlati a specifici interventi riabilitativi sulla base di studi di più elevata qualità metodologica. In ambito nazionale, la ricerca potrebbe orientarsi verso la validazione delle CPR esistenti e precedentemente derivate.
CLINICAL PREDICTION RULES: RUOLO, IMPORTANZA ED EFFICACIA NELLA GESTIONE DEI DISORDINI MUSCOLOSCHELETRICI DEL RACHIDE.
DOVETTA, ELENA
2009/2010
Abstract
Background: Una clinical prediction rule (CPR), o regola di predizione clinica, si definisce come una serie di caratteristiche cliniche attraverso le quali individuare uno o più sottogruppi di pazienti omogenei e che si comportano in modo simile applicando il medesimo strumento diagnostico, prognostico o terapeutico. Da una decina di anni si parla di CPR anche in Riabilitazione, ed una delle tematiche maggiormente affrontate è la gestione dei disordini muscoloscheletrici del rachide. I dati epidemiologici indicano che i disordini muscoloscheletrici del rachide hanno un'incidenza molto alta nella popolazione; tali problematiche costituiscono inoltre una fonte potenziale di cronicizzazione della sintomatologia, di disabilità anche permanente e di assenza dal lavoro. Scopo: L'intento del presente lavoro è quello di definire l'importanza e l'efficacia delle CPR nella gestione dei disordini muscolo scheletrici del rachide, andando a verificare se permettono di: I - individuare - in fase precoce - i soggetti che, affetti da questi disordini, presentano caratteristiche che più spesso si associano alla tendenza alla cronicizzazione per prevenire questa eventualità; II -applicare a ciascun sottogruppo di pazienti le terapie ritenute le più idonee per la risoluzione della sintomatologia e della disabilità. Materiali e metodi: E' stata fatta una ricerca delle evidenze scientifiche disponibili su Medline attraverso l'interfaccia OVID per reperire gli studi esistenti sulle CPR con riferimento alla gestione dei disordini muscolo scheletrici del rachide. Sono state individuate 2 revisioni sistematiche, 9 RCT e 9 studi di coorte prospettici. Risultati: Dalle evidenze reperite è emersa una crescente importanza dell'individuazione di caratteristiche specifiche con le quali individuare sottogruppi di pazienti con disordini muscoloscheletrici del rachide. L'applicazione delle CPR ha consentito di individuare dei fattori che caratterizzano i soggetti più a rischio di cronicizzazione e di verificare che specifiche tipologie di trattamento sono più efficaci se somministrate a determinati sottogruppi di pazienti con disordini muscoloscheletrici del rachide. Discussione: Le CPR esistenti sono state derivazione, ma non sono ancora validate; tuttavia esse possono già essere introdotte nella gestione di pazienti con caratteristiche simili a quelle degli studi fino ad ora condotti. Questo fa supporre ad un miglioramento qualitativo del servizio sanitario in tali ambiti ed un conseguente risparmio di risorse, anche se a tutt'oggi non esistono studi sull'analisi d'impatto della CPR in riabilitazione dei disordini muscoloscheletrici. Conclusioni: Le evidenze attualmente a disposizione indicano che l'applicazione delle CPR (e quindi di sistemi di classificazione dei pazienti in sottogruppi) nella gestione dei disordini muscolo scheletrici del rachide potrebbe avere ricadute positive rispetto all'attuale applicazione delle LG sia per il LBP che per il NP. Tuttavia le prove esistenti non rendono ad oggi possibile l'individuazione di CPR certe per l'identificazione di ciascun sottogruppo di pazienti. La futura ricerca ha quindi l'obiettivo di sviluppare sistemi di classificazione che possano essere validati a livello internazionale e correlati a specifici interventi riabilitativi sulla base di studi di più elevata qualità metodologica. In ambito nazionale, la ricerca potrebbe orientarsi verso la validazione delle CPR esistenti e precedentemente derivate.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/15339