Parlare di Addictions non è facile. Nel farlo, si riconosce lo smarrimento dato dall'approcciarsi a materia così vasta, complessa, e legata a doppio filo all'andamento e all'evoluzione di una società moderna. La storia della classificazione delle malattie mentali, Addictions comprese, è anche la storia di come l'Occidente ha concepito il funzionamento della psiche e l'eziologia dei disturbi psichici nel corso dei secoli. Una storia che ruota attorno a due protagonisti, il positivismo e lo sviluppo scientifico nel campo della medicina biologica, animati dagli ostacoli incontrati per spiegare le «manifestazioni più evolute della vita» (Tissot, 1979) e dalla quota necessaria di “comprensione” per superarle. Il binomio spiegazione - comprensione rappresenta il nodo epistemologico che accompagna la riflessione in Psichiatria e in Psicopatologia fin da tempo immemore e che ancor oggi ci interroga sull'effettivo rapporto tra validità e affidabilità dei sistemi diagnostici in uso: non può passare inosservato infatti il dato per cui a circa la metà delle persone che soffrono di una malattia mentale viene diagnosticato anche un Disturbo da uso di sostanze (DUS) nel corso della vita e viceversa (Kelly, 2013). Analizzando l'evoluzione storica che ha interessato le tossicodipendenze, si nota il passaggio da una concettualizzazione che fino agli anni '80 del secolo scorso ha classificato i Disturbi da abuso e/o dipendenza da sostanze come manifestazioni caratteropatiche, al riconoscervi il ruolo di malattia psichiatrica indipendente (A.P.A., 1980), fino ai radicali cambiamenti che hanno caratterizzato la categoria dei “Disturbi correlati a sostanze e di-sturbi da addiction” (A.P.A., 2013). Tutto ciò ha permesso l'adozione di un approccio differente, passando da strategie punitive a politiche di intervento terapeutiche (Chandler, 2009). Altrettanto importante è stato il progressivo avanzamento delle tecniche di neuroimaging, occorso negli ultimi venti anni, che ha contribuito ulteriormente a una più ricca spiegazione del fenomeno. Quanto invece sembra essere ancora molto distante è l'individuazione di un'eziologia del disturbo sufficientemente stabile e in grado di resistere alla frammentazione prodotta dalla moltitudine della casistica clinica, sufficiente a puntellare la teoria nei versanti di maggiore fragilità. A tal proposito, la domanda centrale che l'elaborato si è posto verte circa la possibile teorizzazione di una personalità tossicodipendente. Tale interrogativo sorge alla luce del recente consenso scientifico circa una possibile tassonomia di tratti della personalità (A.P.A., 2013) e considerando: la frequente comorbilità tra disturbi di personalità e dipendenze (Szerman, 2015), la possibilità che alcuni tratti specifici giochino un ruolo importante per l'acquisizione, lo sviluppo e il mantenimento di comportamenti di di-pendenza (Griffiths, 2017) o che sia addirittura possibile teorizzare l'esistenza di un set di tratti esclusivi e prodromici del disturbo (Swann, 2012). Operativamente, da una prima analisi della letteratura, sono stati individuati due tratti specifici di personalità, Impulsività e Aggressività, frequentemente riscontrati tra la popolazione clinica addicted, e l'interesse per il costrutto di Teoria della mente. È stata quindi condotta una revisione sistematica della letteratura seguendo le regole PRISMA con l'obiettivo di approfondire il rapporto tra diagnosi di DUS e i costrutti in oggetto. I risultati emersi dall'indagine sono stati quindi analizzati sia qualitativamente che quantitativamente. E' stata infine proposta l'adozione di una prospettiva inversa, bottom-up, per una comprensione differente del fenomeno.
Disturbo da uso di sostanze (DUS) e Personalità: una ricerca quali-quantitativa dei costrutti di Impulsività, Aggressività e Teoria della mente.
GABETTA, FILIPPO
2019/2020
Abstract
Parlare di Addictions non è facile. Nel farlo, si riconosce lo smarrimento dato dall'approcciarsi a materia così vasta, complessa, e legata a doppio filo all'andamento e all'evoluzione di una società moderna. La storia della classificazione delle malattie mentali, Addictions comprese, è anche la storia di come l'Occidente ha concepito il funzionamento della psiche e l'eziologia dei disturbi psichici nel corso dei secoli. Una storia che ruota attorno a due protagonisti, il positivismo e lo sviluppo scientifico nel campo della medicina biologica, animati dagli ostacoli incontrati per spiegare le «manifestazioni più evolute della vita» (Tissot, 1979) e dalla quota necessaria di “comprensione” per superarle. Il binomio spiegazione - comprensione rappresenta il nodo epistemologico che accompagna la riflessione in Psichiatria e in Psicopatologia fin da tempo immemore e che ancor oggi ci interroga sull'effettivo rapporto tra validità e affidabilità dei sistemi diagnostici in uso: non può passare inosservato infatti il dato per cui a circa la metà delle persone che soffrono di una malattia mentale viene diagnosticato anche un Disturbo da uso di sostanze (DUS) nel corso della vita e viceversa (Kelly, 2013). Analizzando l'evoluzione storica che ha interessato le tossicodipendenze, si nota il passaggio da una concettualizzazione che fino agli anni '80 del secolo scorso ha classificato i Disturbi da abuso e/o dipendenza da sostanze come manifestazioni caratteropatiche, al riconoscervi il ruolo di malattia psichiatrica indipendente (A.P.A., 1980), fino ai radicali cambiamenti che hanno caratterizzato la categoria dei “Disturbi correlati a sostanze e di-sturbi da addiction” (A.P.A., 2013). Tutto ciò ha permesso l'adozione di un approccio differente, passando da strategie punitive a politiche di intervento terapeutiche (Chandler, 2009). Altrettanto importante è stato il progressivo avanzamento delle tecniche di neuroimaging, occorso negli ultimi venti anni, che ha contribuito ulteriormente a una più ricca spiegazione del fenomeno. Quanto invece sembra essere ancora molto distante è l'individuazione di un'eziologia del disturbo sufficientemente stabile e in grado di resistere alla frammentazione prodotta dalla moltitudine della casistica clinica, sufficiente a puntellare la teoria nei versanti di maggiore fragilità. A tal proposito, la domanda centrale che l'elaborato si è posto verte circa la possibile teorizzazione di una personalità tossicodipendente. Tale interrogativo sorge alla luce del recente consenso scientifico circa una possibile tassonomia di tratti della personalità (A.P.A., 2013) e considerando: la frequente comorbilità tra disturbi di personalità e dipendenze (Szerman, 2015), la possibilità che alcuni tratti specifici giochino un ruolo importante per l'acquisizione, lo sviluppo e il mantenimento di comportamenti di di-pendenza (Griffiths, 2017) o che sia addirittura possibile teorizzare l'esistenza di un set di tratti esclusivi e prodromici del disturbo (Swann, 2012). Operativamente, da una prima analisi della letteratura, sono stati individuati due tratti specifici di personalità, Impulsività e Aggressività, frequentemente riscontrati tra la popolazione clinica addicted, e l'interesse per il costrutto di Teoria della mente. È stata quindi condotta una revisione sistematica della letteratura seguendo le regole PRISMA con l'obiettivo di approfondire il rapporto tra diagnosi di DUS e i costrutti in oggetto. I risultati emersi dall'indagine sono stati quindi analizzati sia qualitativamente che quantitativamente. E' stata infine proposta l'adozione di una prospettiva inversa, bottom-up, per una comprensione differente del fenomeno.File | Dimensione | Formato | |
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