The phenomenon of baby-killers is a new form of criminal activity committed by young children, in some cases by preschoolers, involved in the commission of crimes of increasing gravity, up to perpetuation of murders. The worldwide expansion of this phenomenon which was born in the nineties in the United States has caused the need for the investigation of juvenile crimes. In this study, historical evolution of different psychological perspectives that have sought to understand the causes of violent actions during childhood and adolescence are explained in terms of social and cultural characteristics that influence human behavior by taking into consideration primarily innate tendency for infants. The new knowledge arising from the field of neuropsychology is an important source of information that contributes to the achievement of a comprehensive understanding of juvenile crime. The use of neuroimaging techniques allows us to obtain information about the structure and functioning of the brain. Within this context, the presence of anatomo-functional abnormalities of the brain can be an influential factor in the causes of criminal behavior. For this reason, another aim of the study is to identify how this scientific knowledge can be integrated into the juvenile legal framework. The results show that the most appropriate treatment for these children consists in the formulation of re-education and rehabilitation programs established depending on individual cases with the comparison between the American and Italian juvenile penal systems. In conclusion, actions aimed at empowerment must be accompanied by preventive programs aimed at raising public awareness. The implementation of knowledge on the personal, family and social risk conditions that expose young people to the possibility of being involved in criminal activities is an essential tool in order to reduce juvenile crime.

Il fenomeno dei baby-killers rappresenta una nuova forma di manifestazione criminale perpetrata dai ragazzi di minore età, talvolta anche dai bambini estremamente piccoli, coinvolti nella commissione di reati di crescente gravità, fino a giungere alla perpetuazione di omicidi. Sorta negli anni Novanta negli Stati uniti, l'espansione mondiale di tale fenomeno ha comportato la necessità di indagare le cause che implementano tale manifestazione criminale. Il presente lavoro segue un'evoluzione storica delle differenti prospettive psicologiche che hanno cercato di comprendere le cause delle manifestazioni di violenza nel corso dell'infanzia e dell'adolescenza. Da una prospettiva principalmente focalizzata sulle tendenze innate degli individui, l'attenzione venne progressivamente posta sulle caratteristiche sociali e culturali che influenzano la condotta umana. Le nuove conoscenze derivanti dall'ambito della neuropsicologia costituiscono un'importante fonte informativa che contribuisce al raggiungimento di una comprensione esaustiva della criminalità minorile. L'utilizzo delle tecniche di neuroimmagine consente di ricevere informazioni sulla struttura e sul funzionamento cerebrale. L'eventuale presenza di anomalie anatomo-funzionali del cervello può costituire un fattore influente nella manifestazione di agiti criminali. L'elaborato persegue, inoltre, l'obiettivo di individuare come tali nuove conoscenze scientifiche possano essere integrate all'interno dell'ambito giuridico minorile. Attraverso un confronto tra il sistema penale minorile americano e quello italiano emerge come il trattamento più consono per questi ragazzi consista nella formulazione di programmi rieducativi e riabilitativi stabiliti sul singolo caso. Agli interventi volti alla responsabilizzazione è, necessario, affiancare programmi preventivi volti alla sensibilizzazione pubblica. Implementare le conoscenze sulle condizioni di rischio personali, familiari e sociali che espongono i giovani alla possibilità di essere coinvolti in attività criminali, costituisce uno strumento essenziale per auspicare a una riduzione della criminalità minorile.

Il fenomeno dei Baby-killers: aspetti psicologici, sociali e giuridici per una comprensione della criminalità minorile

NUARA, MARTINA
2019/2020

Abstract

Il fenomeno dei baby-killers rappresenta una nuova forma di manifestazione criminale perpetrata dai ragazzi di minore età, talvolta anche dai bambini estremamente piccoli, coinvolti nella commissione di reati di crescente gravità, fino a giungere alla perpetuazione di omicidi. Sorta negli anni Novanta negli Stati uniti, l'espansione mondiale di tale fenomeno ha comportato la necessità di indagare le cause che implementano tale manifestazione criminale. Il presente lavoro segue un'evoluzione storica delle differenti prospettive psicologiche che hanno cercato di comprendere le cause delle manifestazioni di violenza nel corso dell'infanzia e dell'adolescenza. Da una prospettiva principalmente focalizzata sulle tendenze innate degli individui, l'attenzione venne progressivamente posta sulle caratteristiche sociali e culturali che influenzano la condotta umana. Le nuove conoscenze derivanti dall'ambito della neuropsicologia costituiscono un'importante fonte informativa che contribuisce al raggiungimento di una comprensione esaustiva della criminalità minorile. L'utilizzo delle tecniche di neuroimmagine consente di ricevere informazioni sulla struttura e sul funzionamento cerebrale. L'eventuale presenza di anomalie anatomo-funzionali del cervello può costituire un fattore influente nella manifestazione di agiti criminali. L'elaborato persegue, inoltre, l'obiettivo di individuare come tali nuove conoscenze scientifiche possano essere integrate all'interno dell'ambito giuridico minorile. Attraverso un confronto tra il sistema penale minorile americano e quello italiano emerge come il trattamento più consono per questi ragazzi consista nella formulazione di programmi rieducativi e riabilitativi stabiliti sul singolo caso. Agli interventi volti alla responsabilizzazione è, necessario, affiancare programmi preventivi volti alla sensibilizzazione pubblica. Implementare le conoscenze sulle condizioni di rischio personali, familiari e sociali che espongono i giovani alla possibilità di essere coinvolti in attività criminali, costituisce uno strumento essenziale per auspicare a una riduzione della criminalità minorile.
ITA
The phenomenon of baby-killers is a new form of criminal activity committed by young children, in some cases by preschoolers, involved in the commission of crimes of increasing gravity, up to perpetuation of murders. The worldwide expansion of this phenomenon which was born in the nineties in the United States has caused the need for the investigation of juvenile crimes. In this study, historical evolution of different psychological perspectives that have sought to understand the causes of violent actions during childhood and adolescence are explained in terms of social and cultural characteristics that influence human behavior by taking into consideration primarily innate tendency for infants. The new knowledge arising from the field of neuropsychology is an important source of information that contributes to the achievement of a comprehensive understanding of juvenile crime. The use of neuroimaging techniques allows us to obtain information about the structure and functioning of the brain. Within this context, the presence of anatomo-functional abnormalities of the brain can be an influential factor in the causes of criminal behavior. For this reason, another aim of the study is to identify how this scientific knowledge can be integrated into the juvenile legal framework. The results show that the most appropriate treatment for these children consists in the formulation of re-education and rehabilitation programs established depending on individual cases with the comparison between the American and Italian juvenile penal systems. In conclusion, actions aimed at empowerment must be accompanied by preventive programs aimed at raising public awareness. The implementation of knowledge on the personal, family and social risk conditions that expose young people to the possibility of being involved in criminal activities is an essential tool in order to reduce juvenile crime.
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