Ancor oggi, il percolato di discarica, la cui produzione in Europa si aggira sul miliardo di ton/anno, costituisce un problema ambientale rilevante. Il percolato è solitamente smaltito con notevoli costi, dagli impianti di trattamento delle acque reflue. La sua valorizzazione come materia prima secondaria sarebbe auspicabile alla luce delle attuali direttive europee e normative italiane in materia di rifiuti. Il percolato prodotto dalle discariche controllate di rifiuti solidi urbani (RSU), è un refluo con un tenore più o meno elevato di inquinanti organici e inorganici derivante dai processi biologici e chimico-fisici instauratisi nel tempo. La valutazione della contaminazione da parte di microinquinanti organici e inorganici ha valenza puramente conoscitiva, in quanto ad oggi non esistono valori limite di legge sulla qualità del percolato. Tuttavia, nell'ottica di un recupero di materia, la valutazione della concentrazione di composti organici e inorganici è importante ai fini di un futuro impiego del percolato (ad es. in pratiche agricole). Alla luce di tali premesse, il lavoro di tesi ha riguardato lo sviluppo e l'ottimizzazione di un protocollo di estrazione ed analisi di composti organici persistenti, eventualmente presenti nei percolati da discarica urbane. In particolare, lo studio è stato focalizzato sulla determinazione dei 16 idrocarburi policiclici aromatici (IPA) indicizzati dall'EPA e di 14 policlorobifenili (PCB) che includono anche congeneri diossina-simili. Queste categorie di inquinanti sono state scelte sulla base della loro pericolosità per l'uomo e l'ambiente. Il lavoro di tesi si è svolto testando inizialmente un protocollo, messo a punto nello stesso laboratorio, per la determinazione dei medesimi inquinanti in campioni provenienti dalla frazione organica derivante dai rifiuti solidi urbani (FORSU), basato sull'estrazione assistita alle microonde (MAE) e gascromatografia accoppiata a spettrometria di massa (GC-MS). Sulla base di tale protocollo, l'estratto ottenuto dal percolato è stato purificato mediante SPE a fase diretta, per eliminare eventuali interferenti polari coestratti. L'efficacia del metodo è stata valutata determinando le rese di estrazione, tramite l'addizione al campione di composti equivalenti agli analiti target, ma marcati isotopicamente, detti surrogati. Durante il lavoro sono stati riscontrati problemi dovuti all'effetto matrice e ai numerosi interferenti (ammine e cloruri) co-estratti che hanno evidenziato i limiti del protocollo e la necessità di sviluppare nuovi approcci di estrazione. Si presentano i possibili approcci proposti che però solo parzialmente sono stati testati in laboratorio, a causa della situazione sanitaria emergenziale occorsa.

Caratterizzazione di percolati da discarica di rifiuti urbani: sviluppo di tecniche analitiche per la determinazione di microinquinanti organici

CALANNI PILERI, STEFANO
2019/2020

Abstract

Ancor oggi, il percolato di discarica, la cui produzione in Europa si aggira sul miliardo di ton/anno, costituisce un problema ambientale rilevante. Il percolato è solitamente smaltito con notevoli costi, dagli impianti di trattamento delle acque reflue. La sua valorizzazione come materia prima secondaria sarebbe auspicabile alla luce delle attuali direttive europee e normative italiane in materia di rifiuti. Il percolato prodotto dalle discariche controllate di rifiuti solidi urbani (RSU), è un refluo con un tenore più o meno elevato di inquinanti organici e inorganici derivante dai processi biologici e chimico-fisici instauratisi nel tempo. La valutazione della contaminazione da parte di microinquinanti organici e inorganici ha valenza puramente conoscitiva, in quanto ad oggi non esistono valori limite di legge sulla qualità del percolato. Tuttavia, nell'ottica di un recupero di materia, la valutazione della concentrazione di composti organici e inorganici è importante ai fini di un futuro impiego del percolato (ad es. in pratiche agricole). Alla luce di tali premesse, il lavoro di tesi ha riguardato lo sviluppo e l'ottimizzazione di un protocollo di estrazione ed analisi di composti organici persistenti, eventualmente presenti nei percolati da discarica urbane. In particolare, lo studio è stato focalizzato sulla determinazione dei 16 idrocarburi policiclici aromatici (IPA) indicizzati dall'EPA e di 14 policlorobifenili (PCB) che includono anche congeneri diossina-simili. Queste categorie di inquinanti sono state scelte sulla base della loro pericolosità per l'uomo e l'ambiente. Il lavoro di tesi si è svolto testando inizialmente un protocollo, messo a punto nello stesso laboratorio, per la determinazione dei medesimi inquinanti in campioni provenienti dalla frazione organica derivante dai rifiuti solidi urbani (FORSU), basato sull'estrazione assistita alle microonde (MAE) e gascromatografia accoppiata a spettrometria di massa (GC-MS). Sulla base di tale protocollo, l'estratto ottenuto dal percolato è stato purificato mediante SPE a fase diretta, per eliminare eventuali interferenti polari coestratti. L'efficacia del metodo è stata valutata determinando le rese di estrazione, tramite l'addizione al campione di composti equivalenti agli analiti target, ma marcati isotopicamente, detti surrogati. Durante il lavoro sono stati riscontrati problemi dovuti all'effetto matrice e ai numerosi interferenti (ammine e cloruri) co-estratti che hanno evidenziato i limiti del protocollo e la necessità di sviluppare nuovi approcci di estrazione. Si presentano i possibili approcci proposti che però solo parzialmente sono stati testati in laboratorio, a causa della situazione sanitaria emergenziale occorsa.
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