“Come ridimensionare la scuola di oggi. Imparare a insegnare col cuore” è il titolo della mia tesi di laurea, il quale oggetto fondamentale dell'argomentazione è la scuola, da sempre considerata il luogo dell'educazione e dell'istruzione, “teatro di crescita” per bambini, ragazzi e adolescenti che ha lo scopo di formare ed educare i giovani e non tanto di assegnare i compiti, far imparare nozioni e giudicare lo studente attraverso la valutazione di un risultato. La scuola di oggi è più debole rispetto al passato perché sembra non essere più in grado di sviluppare quelle competenze necessarie a formare individui appartenenti a una società industriale avanzata, poiché distaccata dalle vere esigenze del mondo del lavoro. Si parla di una scuola odiata, una scuola in cui non si apprende più con voglia ed entusiasmo, ma con noia e, talvolta, disprezzo. La parola “crisi” rispecchia quella perdita di valori e di principi che ormai la scuola del nostro tempo non è in grado di trasmettere e di insegnare, sta ad indicare il disorientamento, il sentirsi “spaesati” in una società e in un mondo che sembra non appartenerci più. La crisi dell'apprendimento deriva anzitutto da una crisi dell'insegnamento. Per questo è opportuno ridimensionare le istituzioni scolastiche grazie all'aiuto di docenti colti e preparati non soltanto dal punto di vista didattico ma anche emotivo-relazionale. Per far sì che gli allievi imparino efficacemente hanno bisogno di buon insegnanti. E' fondamentale ripensare a un riordino della scuola di oggi non soltanto attraverso nuove modalità didattiche accompagnate dall'utilizzo di risorse sempre più innovative, ma anche e soprattutto attraverso il ruolo dell'insegnante che deve avere, non solo in ambito didattico-formativo, quella competenza necessaria per poter instaurare buoni rapporti con i propri allievi, conoscerli attraverso il dialogo ed essere in grado di sostenerli, ascoltarli ed aiutarli in qualsiasi momento, puntando anche a una valorizzazione della dimensione emozionale sia all'interno della relazione con gli allievi sia in rapporto con se stesso e con la propria professione. I docenti devono riscoprire il desiderio di insegnare, avvertire l'esigenza di un cambiamento e di un rinnovamento che possa portarli a recuperare la motivazione e la passione per il proprio lavoro, occorre essere disposti a mettersi in gioco con sentimento. Ecco perché parlo di “imparare a insegnare col cuore”: l'idea di base è che un buon insegnamento sta tutto nel trasmettere ai giovani l'amore per ciò che ancora non si conosce e che si apprende con interesse, costanza e motivazione. Cooperazione, collaborazione e co-costruzione sono le basi per poter pensare a una scuola che si potrebbe cominciare anche un po' ad amare. Insegnare “col cuore” è l'essenza che fa dell'insegnamento una forma di cura, di responsabilità verso l'altro, è far sì che tutti gli studenti abbiano l'opportunità di fare grandi cose. E' necessario che gli insegnanti ridefiniscano il loro ruolo come singoli professionisti, esprimendo e trasmettendo la propria passione e il proprio entusiasmo, rendendo vivo ciò che insegnano, creando ore di lezione che sappiano incuriosire, motivare e aprire nuovi mondi e orizzonti agli allievi. Insegnare è “un'azione di cuore”, perché la scuola non è solo insegnamento e apprendimento ma è qualcosa di più profondo, che va al di là della semplice acquisizione del sapere… è imparare a vivere e ad amare.

Come ridimensionare la scuola di oggi. Imparare a insegnare col cuore

ADRAGNA, VINCENZA
2019/2020

Abstract

“Come ridimensionare la scuola di oggi. Imparare a insegnare col cuore” è il titolo della mia tesi di laurea, il quale oggetto fondamentale dell'argomentazione è la scuola, da sempre considerata il luogo dell'educazione e dell'istruzione, “teatro di crescita” per bambini, ragazzi e adolescenti che ha lo scopo di formare ed educare i giovani e non tanto di assegnare i compiti, far imparare nozioni e giudicare lo studente attraverso la valutazione di un risultato. La scuola di oggi è più debole rispetto al passato perché sembra non essere più in grado di sviluppare quelle competenze necessarie a formare individui appartenenti a una società industriale avanzata, poiché distaccata dalle vere esigenze del mondo del lavoro. Si parla di una scuola odiata, una scuola in cui non si apprende più con voglia ed entusiasmo, ma con noia e, talvolta, disprezzo. La parola “crisi” rispecchia quella perdita di valori e di principi che ormai la scuola del nostro tempo non è in grado di trasmettere e di insegnare, sta ad indicare il disorientamento, il sentirsi “spaesati” in una società e in un mondo che sembra non appartenerci più. La crisi dell'apprendimento deriva anzitutto da una crisi dell'insegnamento. Per questo è opportuno ridimensionare le istituzioni scolastiche grazie all'aiuto di docenti colti e preparati non soltanto dal punto di vista didattico ma anche emotivo-relazionale. Per far sì che gli allievi imparino efficacemente hanno bisogno di buon insegnanti. E' fondamentale ripensare a un riordino della scuola di oggi non soltanto attraverso nuove modalità didattiche accompagnate dall'utilizzo di risorse sempre più innovative, ma anche e soprattutto attraverso il ruolo dell'insegnante che deve avere, non solo in ambito didattico-formativo, quella competenza necessaria per poter instaurare buoni rapporti con i propri allievi, conoscerli attraverso il dialogo ed essere in grado di sostenerli, ascoltarli ed aiutarli in qualsiasi momento, puntando anche a una valorizzazione della dimensione emozionale sia all'interno della relazione con gli allievi sia in rapporto con se stesso e con la propria professione. I docenti devono riscoprire il desiderio di insegnare, avvertire l'esigenza di un cambiamento e di un rinnovamento che possa portarli a recuperare la motivazione e la passione per il proprio lavoro, occorre essere disposti a mettersi in gioco con sentimento. Ecco perché parlo di “imparare a insegnare col cuore”: l'idea di base è che un buon insegnamento sta tutto nel trasmettere ai giovani l'amore per ciò che ancora non si conosce e che si apprende con interesse, costanza e motivazione. Cooperazione, collaborazione e co-costruzione sono le basi per poter pensare a una scuola che si potrebbe cominciare anche un po' ad amare. Insegnare “col cuore” è l'essenza che fa dell'insegnamento una forma di cura, di responsabilità verso l'altro, è far sì che tutti gli studenti abbiano l'opportunità di fare grandi cose. E' necessario che gli insegnanti ridefiniscano il loro ruolo come singoli professionisti, esprimendo e trasmettendo la propria passione e il proprio entusiasmo, rendendo vivo ciò che insegnano, creando ore di lezione che sappiano incuriosire, motivare e aprire nuovi mondi e orizzonti agli allievi. Insegnare è “un'azione di cuore”, perché la scuola non è solo insegnamento e apprendimento ma è qualcosa di più profondo, che va al di là della semplice acquisizione del sapere… è imparare a vivere e ad amare.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/153171