In uno scenario imminente di cambiamenti climatici, l’agroforestry è considerata uno strumento efficace, in grado di sostenere gli agroecosistemi e la produzione. Definita come “la deliberata consociazione tra colture arboree, arbustive ed erbacee, con l’eventuale presenza di animali sulla stessa unità di superficie” (Nair, 1989), è tradizionalmente presente negli areali tropicali, mentre nelle zone temperate ha subito un rapido declino con la crescente specializzazione dell’agricoltura. Ad oggi, i sistemi agroforestali si stanno nuovamente diffondendo, ritenuti un’opzione multifunzionale e Climate-Smart (Renting et al., 2009; FAO, 2013), per i loro potenziali benefici: sequestro di carbonio, riduzione delle emissioni di gas climalteranti, aumento di biodiversità e di produttività e maggiore efficienza nell’utilizzo di risorse come acqua e nutrienti. Tuttavia, per la loro complessità e diversità, le loro performances ambientali sono state ancora poco studiate rispetto ai sistemi tradizionali e sono finora limitati anche i tentativi di caratterizzazione dei sistemi mediante il calcolo di indicatori agroambientali. Lo scopo di questo lavoro è la ricerca ed applicazione di indicatori agro-ambientali, al fine di caratterizzarli ed evidenziarne i tratti peculiari. Gli indicatori scelti hanno origine diversa: alcuni progettati appositamente per sistemi integrati, altri sviluppati in questo lavoro, altri ancora ideati per sistemi tradizionali ma adattabili all’agroforestry: stock di carbonio, variazione dello stock di carbonio nel suolo (su lungo periodo), emissioni di gas climalteranti (CO2, CH4, N2O) o inquinanti (NH3, PM), bilancio di nutrienti, lisciviazione di N, multifunzionalità, (bio)diversità strutturale (diversità botanica, integrazione, densità, stratificazione, complessità strutturale, forma degli appezzamenti), produttività. Gli indicatori sono stati applicati a sette aziende agroforestali Italiane, con sistemi molto diversi tra loro per dimensioni e tipologia: un sistema silvopastorale, due sistemi silvoarabili, una coltura promiscua tradizionale, due casi di sistemi orticoli misti ed una consociazione tra olivo, asparago selvatico e galline ovaiole. Questa diversità è importante al fine di verificare che gli indicatori scelti siano effettivamente standardizzabili nonostante la varietà di sistemi considerati. La raccolta dati è avvenuta tramite interviste agli agricoltori, basate su un questionario appositamente preparato. L’applicazione degli indicatori ha risaltato i limiti di alcuni applicativi utilizzati e concepiti per sistemi tradizionali e la mancanza di dati relativi agli input di C derivanti dalle colture arboree, come lettiera fogliare e turnover radicale. Il lavoro ha evidenziato la necessità di adattare gli indicatori esistenti alle condizioni specifiche dei sistemi agroforestali e di svilupparne di nuovi, includendo aspetti quali il paesaggio, il bilancio di nutrienti in relazione alle interazioni arboree-erbacee, stima della lettiera fogliare ed intercettazione di nutrienti dagli strati più profondi del suolo, erosione ed approfondimento sulla (bio)diversità strutturale anche grazie a campionamenti diretti.

Agroforestry:proposta di indicatori agroambientali per la caratterizzazione dei sistemi

MICHELONE, CHIARA
2019/2020

Abstract

In uno scenario imminente di cambiamenti climatici, l’agroforestry è considerata uno strumento efficace, in grado di sostenere gli agroecosistemi e la produzione. Definita come “la deliberata consociazione tra colture arboree, arbustive ed erbacee, con l’eventuale presenza di animali sulla stessa unità di superficie” (Nair, 1989), è tradizionalmente presente negli areali tropicali, mentre nelle zone temperate ha subito un rapido declino con la crescente specializzazione dell’agricoltura. Ad oggi, i sistemi agroforestali si stanno nuovamente diffondendo, ritenuti un’opzione multifunzionale e Climate-Smart (Renting et al., 2009; FAO, 2013), per i loro potenziali benefici: sequestro di carbonio, riduzione delle emissioni di gas climalteranti, aumento di biodiversità e di produttività e maggiore efficienza nell’utilizzo di risorse come acqua e nutrienti. Tuttavia, per la loro complessità e diversità, le loro performances ambientali sono state ancora poco studiate rispetto ai sistemi tradizionali e sono finora limitati anche i tentativi di caratterizzazione dei sistemi mediante il calcolo di indicatori agroambientali. Lo scopo di questo lavoro è la ricerca ed applicazione di indicatori agro-ambientali, al fine di caratterizzarli ed evidenziarne i tratti peculiari. Gli indicatori scelti hanno origine diversa: alcuni progettati appositamente per sistemi integrati, altri sviluppati in questo lavoro, altri ancora ideati per sistemi tradizionali ma adattabili all’agroforestry: stock di carbonio, variazione dello stock di carbonio nel suolo (su lungo periodo), emissioni di gas climalteranti (CO2, CH4, N2O) o inquinanti (NH3, PM), bilancio di nutrienti, lisciviazione di N, multifunzionalità, (bio)diversità strutturale (diversità botanica, integrazione, densità, stratificazione, complessità strutturale, forma degli appezzamenti), produttività. Gli indicatori sono stati applicati a sette aziende agroforestali Italiane, con sistemi molto diversi tra loro per dimensioni e tipologia: un sistema silvopastorale, due sistemi silvoarabili, una coltura promiscua tradizionale, due casi di sistemi orticoli misti ed una consociazione tra olivo, asparago selvatico e galline ovaiole. Questa diversità è importante al fine di verificare che gli indicatori scelti siano effettivamente standardizzabili nonostante la varietà di sistemi considerati. La raccolta dati è avvenuta tramite interviste agli agricoltori, basate su un questionario appositamente preparato. L’applicazione degli indicatori ha risaltato i limiti di alcuni applicativi utilizzati e concepiti per sistemi tradizionali e la mancanza di dati relativi agli input di C derivanti dalle colture arboree, come lettiera fogliare e turnover radicale. Il lavoro ha evidenziato la necessità di adattare gli indicatori esistenti alle condizioni specifiche dei sistemi agroforestali e di svilupparne di nuovi, includendo aspetti quali il paesaggio, il bilancio di nutrienti in relazione alle interazioni arboree-erbacee, stima della lettiera fogliare ed intercettazione di nutrienti dagli strati più profondi del suolo, erosione ed approfondimento sulla (bio)diversità strutturale anche grazie a campionamenti diretti.
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