Peculiarità innata del genere umano è quello di concepire e descrivere il mondo come popolato da numerosi oggetti fisici. Tuttavia, sia le scienze fisiche che la filosofia ci offrono sovente descrizioni del mondo in cui la nozione ordinaria di oggetto viene abbondantemente ripensata, e talvolta addirittura abbandonata in favore di nozioni teoriche (la meccanica classica ad esempio ha sostituito gli oggetti materiali con i punti materiali). Questa tesi ha l'obiettivo di esaminare la tensione tra la concezione del mondo propria del senso comune (descritta dalla metafisica descrittiva) e quelle ontologie che modificano o rinnegano la concezione ordinaria di oggetto fisico (le metafisiche revisionarie), discriminare gli scopi di ogni posizione e suggerire quali strumenti utilizzare in un caso piuttosto che nell'altro. Nel capitolo primo presenterò alcune scoperte sullo statuto degli oggetti materiali nell'ontologia del senso comune esponendo le posizioni di due metafisici descrittivi (Peter Frederick Strawson e Maurizio Ferraris) e alcune critiche mosse al loro progetto e all'idea stessa di metafisica descrittiva; infine, attraverso il celebre rompicapo della ¿Nave di Teseo¿ cercherò di evidenziare alcuni problemi dell'ontologia del senso comune, quali quello dell'identità degli oggetti attraverso il tempo. Il capitolo secondo si apre valutando alcune soluzioni che le metafisiche revisionarie possono offrire ai problemi di identità attraverso il tempo (ovvero di persistenza) degli oggetti. Prenderò in esame due famiglie di posizioni denominate comunemente tridimensionalismo e quadridimensionalismo, soppesando pregi e difetti, e presenterò le obiezioni scettiche di Eli Hirsch, secondo cui la disputa è meramente verbale e va risolta con l'appello al senso comune, per rifiutarle in favore della metafisica revisionaria. Nel terzo capitolo cercherò traccerrò un bilancio volto a chiarire lo statuto del senso comune: argomenterò che l'ontologia del senso comune (e in particolare la fisica ingenua, ovvero la metafisica ingenua degli oggetti materiali) è un insieme di teorie utili ma spesso false, sostenendo così l'inadeguatezza della metafisica descrittiva quale descrizione veridica del mondo, ma riabilitandola come indagine cognitiva sulla nostra struttura mentale imprescindibilmente connessa alle scienze cognitive.

Lo statuto degli oggetti materiali tra metafisiche descrittive e revisionarie

VIOLA, MARCO
2009/2010

Abstract

Peculiarità innata del genere umano è quello di concepire e descrivere il mondo come popolato da numerosi oggetti fisici. Tuttavia, sia le scienze fisiche che la filosofia ci offrono sovente descrizioni del mondo in cui la nozione ordinaria di oggetto viene abbondantemente ripensata, e talvolta addirittura abbandonata in favore di nozioni teoriche (la meccanica classica ad esempio ha sostituito gli oggetti materiali con i punti materiali). Questa tesi ha l'obiettivo di esaminare la tensione tra la concezione del mondo propria del senso comune (descritta dalla metafisica descrittiva) e quelle ontologie che modificano o rinnegano la concezione ordinaria di oggetto fisico (le metafisiche revisionarie), discriminare gli scopi di ogni posizione e suggerire quali strumenti utilizzare in un caso piuttosto che nell'altro. Nel capitolo primo presenterò alcune scoperte sullo statuto degli oggetti materiali nell'ontologia del senso comune esponendo le posizioni di due metafisici descrittivi (Peter Frederick Strawson e Maurizio Ferraris) e alcune critiche mosse al loro progetto e all'idea stessa di metafisica descrittiva; infine, attraverso il celebre rompicapo della ¿Nave di Teseo¿ cercherò di evidenziare alcuni problemi dell'ontologia del senso comune, quali quello dell'identità degli oggetti attraverso il tempo. Il capitolo secondo si apre valutando alcune soluzioni che le metafisiche revisionarie possono offrire ai problemi di identità attraverso il tempo (ovvero di persistenza) degli oggetti. Prenderò in esame due famiglie di posizioni denominate comunemente tridimensionalismo e quadridimensionalismo, soppesando pregi e difetti, e presenterò le obiezioni scettiche di Eli Hirsch, secondo cui la disputa è meramente verbale e va risolta con l'appello al senso comune, per rifiutarle in favore della metafisica revisionaria. Nel terzo capitolo cercherò traccerrò un bilancio volto a chiarire lo statuto del senso comune: argomenterò che l'ontologia del senso comune (e in particolare la fisica ingenua, ovvero la metafisica ingenua degli oggetti materiali) è un insieme di teorie utili ma spesso false, sostenendo così l'inadeguatezza della metafisica descrittiva quale descrizione veridica del mondo, ma riabilitandola come indagine cognitiva sulla nostra struttura mentale imprescindibilmente connessa alle scienze cognitive.
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