Il presente elaborato si occupa di indagare le dinamiche che interessano le zone rurali italiane e in particolare l’area dell’Alto Tavoliere in Puglia. Tale ricerca parte da un’ampia definizione del concetto di ruralità, esaminando il legame tra la ruralità e il settore agricolo. Spesso infatti le aree rurali, prevalentemente interessate dal settore agricolo e dal lavoro degli agricoltori, sono percepite come zone periferiche, che lontane dai centri abitati, sono dominate da una situazione di arretratezza, di assenza dei servizi e quindi di povertà. Nel corso delle pagine ci si rende conto di come, anche grazie alle politiche comunitarie, queste aree siano state interessate da iniziative di rivalutazione, attraverso azioni mirate di recupero del territorio. In particolare, tali misure sono state pensate per sfruttare le risorse del settore agricolo rendendole fondamentali per la creazione di valore, non solo economico ma anche culturale e sociale. La riuscita delle politiche comunitarie, che rientrano nella cornice della PAC, dipende, tuttavia, anche dallo stato di salute del territorio e dal livello di sviluppo locale che lo caratterizza. Le condizioni economiche delle aziende agricole, infatti, ci dicono molto sulla qualità della vita degli abitanti di tali aree e ci aiutano a comprendere meglio quali settori, connessi all’agricoltura, andrebbero potenziati, in modo tale da produrre valore e ricchezza. È indubbio che un contesto ricco sia in grado di offrire servizi mirati, con un livello qualitativo alto, che quindi sia in grado di migliorare l’immagine del territorio. Seppure “semplice” da immaginare, tale scenario risulta particolarmente difficile da creare realmente. Le zone rurali, infatti, come si legge anche nelle pagine del secondo capitolo, sono caratterizzate dalla presenza di imprese agricole condotte perlopiù da capi azienda anziani, poco propensi al cambiamento e che spesso concepiscono la loro attività soltanto in termini di guadagno legati alla funzione produttiva dell’agricoltura. Per facilitare il passaggio verso un’agricoltura più sostenibile che sia in grado di contribuire, cooperando con gli altri settori, allo sviluppo locale dei territori rurali, la Comunità Europea, attraverso i fondi dedicati al II pilastro della Politica Agricola Comune, svolge un grande ruolo di finanziamento economico e di coordinamento di azioni mirate. Un ruolo fondamentale è svolto dal programma LEADER e dai Gruppi di Azione Locale, partenariati composti da operatori pubblici e privati, che lavorano per la creazione e l’adozione di strategie in grado di valorizzare il territorio. Nonostante i grandi sforzi e il lavoro svolto, vi sono delle criticità e delle problematiche che andrebbero risolte, prima fra tutte la lentezza causata dall’eccessivo carico burocratico e amministrativo che grava sulle aziende e sugli enti territoriali e che a volte impedisce a questi ultimi di godere dei finanziamenti del caso.

Il settore agricolo e lo sviluppo rurale. Iniziative di sviluppo locale nella regione Puglia

CALABRESE, FEDERICA
2020/2021

Abstract

Il presente elaborato si occupa di indagare le dinamiche che interessano le zone rurali italiane e in particolare l’area dell’Alto Tavoliere in Puglia. Tale ricerca parte da un’ampia definizione del concetto di ruralità, esaminando il legame tra la ruralità e il settore agricolo. Spesso infatti le aree rurali, prevalentemente interessate dal settore agricolo e dal lavoro degli agricoltori, sono percepite come zone periferiche, che lontane dai centri abitati, sono dominate da una situazione di arretratezza, di assenza dei servizi e quindi di povertà. Nel corso delle pagine ci si rende conto di come, anche grazie alle politiche comunitarie, queste aree siano state interessate da iniziative di rivalutazione, attraverso azioni mirate di recupero del territorio. In particolare, tali misure sono state pensate per sfruttare le risorse del settore agricolo rendendole fondamentali per la creazione di valore, non solo economico ma anche culturale e sociale. La riuscita delle politiche comunitarie, che rientrano nella cornice della PAC, dipende, tuttavia, anche dallo stato di salute del territorio e dal livello di sviluppo locale che lo caratterizza. Le condizioni economiche delle aziende agricole, infatti, ci dicono molto sulla qualità della vita degli abitanti di tali aree e ci aiutano a comprendere meglio quali settori, connessi all’agricoltura, andrebbero potenziati, in modo tale da produrre valore e ricchezza. È indubbio che un contesto ricco sia in grado di offrire servizi mirati, con un livello qualitativo alto, che quindi sia in grado di migliorare l’immagine del territorio. Seppure “semplice” da immaginare, tale scenario risulta particolarmente difficile da creare realmente. Le zone rurali, infatti, come si legge anche nelle pagine del secondo capitolo, sono caratterizzate dalla presenza di imprese agricole condotte perlopiù da capi azienda anziani, poco propensi al cambiamento e che spesso concepiscono la loro attività soltanto in termini di guadagno legati alla funzione produttiva dell’agricoltura. Per facilitare il passaggio verso un’agricoltura più sostenibile che sia in grado di contribuire, cooperando con gli altri settori, allo sviluppo locale dei territori rurali, la Comunità Europea, attraverso i fondi dedicati al II pilastro della Politica Agricola Comune, svolge un grande ruolo di finanziamento economico e di coordinamento di azioni mirate. Un ruolo fondamentale è svolto dal programma LEADER e dai Gruppi di Azione Locale, partenariati composti da operatori pubblici e privati, che lavorano per la creazione e l’adozione di strategie in grado di valorizzare il territorio. Nonostante i grandi sforzi e il lavoro svolto, vi sono delle criticità e delle problematiche che andrebbero risolte, prima fra tutte la lentezza causata dall’eccessivo carico burocratico e amministrativo che grava sulle aziende e sugli enti territoriali e che a volte impedisce a questi ultimi di godere dei finanziamenti del caso.
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