E' stato svolto un lavoro di ricerca sperimentale applicando tecniche di indagine colorimetrica a un ciclo di opere d'arte contemporanea allo scopo di documentarne le caratteristiche cromatiche attuali in funzione di un potenziale restauro futuro e di creare una base idonea a seguirne le variazioni di colore nel tempo. Oggetto dello studio sono otto opere dal titolo ¿Cieli di velluto¿ dell'artista torinese Ennio Bertrand. I ¿Cieli¿ , datati dalla fine degli anni '80 al 2008, sono realizzati attraverso l'uso di pezzature di velluto di diverso colore (blu, rosso, giallo e nero), trapuntate da decine di led che, collegati ad un circuito elettronico, si illuminano con in modo casuale, suggerendo la presenza di stelle in un cielo notturno. La colorimetria si propone di identificare nel modo più oggettivo possibile, le caratteristiche cromatiche della materia, superando le differenze legate alla soggettività della percezione visiva. Nel campo della conservazione dei beni culturali, l'applicazione di tecniche di indagine colorimetrica offre un decisivo apporto alla soluzione di varie problematiche, tra cui alcune legate alla conservazione. In particolare, in questo lavoro si è costituita una raccolta di dati che descrive in termini numerici le caratteristiche cromatiche dei tessuti osservati. Prima di procedere con le analisi sulle opere è stato necessario effettuare delle prove su campioni di velluto al fine di individuare le modalità di lavoro adeguate. La rilevazione dei dati è stata effettuata con uno spettrofotometro in riflettanza dopo aver definito la densità e la distribuzione dei punti di campionamento. L'insieme delle rilevazioni eseguite su ciascuna opera ha consentito di individuare l'intervallo di variabilità delle coordinate di colore, definito dalla loro deviazione standard. I dati sono stati anche rappresentati graficamente per permettere una migliore visualizzazione e interpretazione. In primo luogo si è verificata l'eventuale presenza, in ogni singola opera, di aree caratterizzate da variazioni sistematiche del colore rispetto al resto della superficie, che fossero collegabili alle condizioni di esposizione dell'opera. Per due "Cieli", prodotti con tessuto della dalla medesima pezzatura di velluto, ma collocate in luoghi diversi, è stato possibile evidenziare, attraverso un confronto diretto delle caratteristiche cromatiche, le modificazioni intervenute. Per altre due opere si è anche documentata la cromia di alcune aree visibilmente degradate. Infine, attraverso il calcolo della cosiddetta "distanza di colore" (espressa dal parametro definito deltaE) riferita ai singoli punti d'indagine di ogni opera ed alla media di tutte le misure effettuate su ogni ¿Cielo¿, si è stabilito se le differenze cromatiche rilevate per via strumentale fossero associate a variazioni cromatiche percepibili. Lo studio è completato da un inquadramento generale delle problematiche conservative nell'ambito dei beni culturali, con particolare riferimento all'arte contemporanea, dalla presentazione di alcuni casi di studio relativi all' applicazione delle tecniche colorimetriche nel campo dei beni culturali, da un approfondimento sull'attività di Ennio Bertrand e da un'intervista all'artista.

Conoscere per conservare: archivio colorimetrico di un ciclo di opere dell'artista Ennio Bertrand

BERTELLI, ANTONIA
2009/2010

Abstract

E' stato svolto un lavoro di ricerca sperimentale applicando tecniche di indagine colorimetrica a un ciclo di opere d'arte contemporanea allo scopo di documentarne le caratteristiche cromatiche attuali in funzione di un potenziale restauro futuro e di creare una base idonea a seguirne le variazioni di colore nel tempo. Oggetto dello studio sono otto opere dal titolo ¿Cieli di velluto¿ dell'artista torinese Ennio Bertrand. I ¿Cieli¿ , datati dalla fine degli anni '80 al 2008, sono realizzati attraverso l'uso di pezzature di velluto di diverso colore (blu, rosso, giallo e nero), trapuntate da decine di led che, collegati ad un circuito elettronico, si illuminano con in modo casuale, suggerendo la presenza di stelle in un cielo notturno. La colorimetria si propone di identificare nel modo più oggettivo possibile, le caratteristiche cromatiche della materia, superando le differenze legate alla soggettività della percezione visiva. Nel campo della conservazione dei beni culturali, l'applicazione di tecniche di indagine colorimetrica offre un decisivo apporto alla soluzione di varie problematiche, tra cui alcune legate alla conservazione. In particolare, in questo lavoro si è costituita una raccolta di dati che descrive in termini numerici le caratteristiche cromatiche dei tessuti osservati. Prima di procedere con le analisi sulle opere è stato necessario effettuare delle prove su campioni di velluto al fine di individuare le modalità di lavoro adeguate. La rilevazione dei dati è stata effettuata con uno spettrofotometro in riflettanza dopo aver definito la densità e la distribuzione dei punti di campionamento. L'insieme delle rilevazioni eseguite su ciascuna opera ha consentito di individuare l'intervallo di variabilità delle coordinate di colore, definito dalla loro deviazione standard. I dati sono stati anche rappresentati graficamente per permettere una migliore visualizzazione e interpretazione. In primo luogo si è verificata l'eventuale presenza, in ogni singola opera, di aree caratterizzate da variazioni sistematiche del colore rispetto al resto della superficie, che fossero collegabili alle condizioni di esposizione dell'opera. Per due "Cieli", prodotti con tessuto della dalla medesima pezzatura di velluto, ma collocate in luoghi diversi, è stato possibile evidenziare, attraverso un confronto diretto delle caratteristiche cromatiche, le modificazioni intervenute. Per altre due opere si è anche documentata la cromia di alcune aree visibilmente degradate. Infine, attraverso il calcolo della cosiddetta "distanza di colore" (espressa dal parametro definito deltaE) riferita ai singoli punti d'indagine di ogni opera ed alla media di tutte le misure effettuate su ogni ¿Cielo¿, si è stabilito se le differenze cromatiche rilevate per via strumentale fossero associate a variazioni cromatiche percepibili. Lo studio è completato da un inquadramento generale delle problematiche conservative nell'ambito dei beni culturali, con particolare riferimento all'arte contemporanea, dalla presentazione di alcuni casi di studio relativi all' applicazione delle tecniche colorimetriche nel campo dei beni culturali, da un approfondimento sull'attività di Ennio Bertrand e da un'intervista all'artista.
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