Nel corso della sua lunga e affascinante storia, la critica leopardiana si è imbattuta spesso nei gorghi ermeneutici generati dalle diverse spinte che agitano il pensiero del poeta. L'incapacità di collocare con fermezza la sua personalità poetica e filosofica entro i limiti di una corrente culturale si deve, almeno in parte, alla potenza sprigionata da quelle idee-universo - natura, ragione, felicità, piacere, immaginazione, amore e morte - che popolano la sua opera. All'interno di questa costellazione di concetti, figura anche quello di dolore, sul quale si sofferma questo lavoro. Che il dolore sia una passione caratteristica del pensiero leopardiano è fuor di dubbio, tant'è vero che valse a Leopardi la fama postuma di “poeta del dolore”, attribuitagli da De Sanctis. Nondimeno, uno studio approfondito di questa passione può essere utile a comprendere in che misura l'esperienza del patire incida sulla scrittura e sul pensiero dell'autore. Cupa presenza già sullo sfondo delle prime Canzoni, il dolore prende forma più nitida nello sviluppo della teoria del piacere e dei motivi vitalistici e materialistici del pensiero. La certezza agghiacciante che tutto sia vano al di fuori del dolore assegna un carattere tragico alla rappresentazione leopardiana della vita umana, ma la certezza è latrice di nuove domande e di dubbi insolubili; essa spinge il poeta oltre se stesso, lo costringe a interrogare l'essere, a cercare una risposta e un senso che siano in grado di giustificare la presenza dell'uomo nel mondo e la sua sofferenza. Il pensiero di Leopardi sul dolore, però, si sviluppa pur sempre entro un orizzonte materialistico, erede del grande dibattito settecentesco. Pertanto, il sensismo e il materialismo del poeta impongono un'analisi critica della passione dolorosa che tenga conto dell'interazione tra la dimensione morale e quella corporea. Oltre a individuare la natura specifica di questa passione, la sua origine e le sue manifestazioni, la tesi tenta di considerare l'influenza che il sapere medico e fisiologico del tempo esercita sulla riflessione di Leopardi intorno al dolore fisico e all'espressione del dolore morale. Infine, il rapporto dinamico che il problema del dolore umano intrattiene con i motivi centrali della poesia leopardiana e con lo sviluppo del pensiero morale induce a soffermarsi sulle irriducibili tensioni che caratterizzano l'opera del poeta.
Il pensiero del dolore nell'opera di Giacomo Leopardi
MAURELLA, VALENTINA
2019/2020
Abstract
Nel corso della sua lunga e affascinante storia, la critica leopardiana si è imbattuta spesso nei gorghi ermeneutici generati dalle diverse spinte che agitano il pensiero del poeta. L'incapacità di collocare con fermezza la sua personalità poetica e filosofica entro i limiti di una corrente culturale si deve, almeno in parte, alla potenza sprigionata da quelle idee-universo - natura, ragione, felicità, piacere, immaginazione, amore e morte - che popolano la sua opera. All'interno di questa costellazione di concetti, figura anche quello di dolore, sul quale si sofferma questo lavoro. Che il dolore sia una passione caratteristica del pensiero leopardiano è fuor di dubbio, tant'è vero che valse a Leopardi la fama postuma di “poeta del dolore”, attribuitagli da De Sanctis. Nondimeno, uno studio approfondito di questa passione può essere utile a comprendere in che misura l'esperienza del patire incida sulla scrittura e sul pensiero dell'autore. Cupa presenza già sullo sfondo delle prime Canzoni, il dolore prende forma più nitida nello sviluppo della teoria del piacere e dei motivi vitalistici e materialistici del pensiero. La certezza agghiacciante che tutto sia vano al di fuori del dolore assegna un carattere tragico alla rappresentazione leopardiana della vita umana, ma la certezza è latrice di nuove domande e di dubbi insolubili; essa spinge il poeta oltre se stesso, lo costringe a interrogare l'essere, a cercare una risposta e un senso che siano in grado di giustificare la presenza dell'uomo nel mondo e la sua sofferenza. Il pensiero di Leopardi sul dolore, però, si sviluppa pur sempre entro un orizzonte materialistico, erede del grande dibattito settecentesco. Pertanto, il sensismo e il materialismo del poeta impongono un'analisi critica della passione dolorosa che tenga conto dell'interazione tra la dimensione morale e quella corporea. Oltre a individuare la natura specifica di questa passione, la sua origine e le sue manifestazioni, la tesi tenta di considerare l'influenza che il sapere medico e fisiologico del tempo esercita sulla riflessione di Leopardi intorno al dolore fisico e all'espressione del dolore morale. Infine, il rapporto dinamico che il problema del dolore umano intrattiene con i motivi centrali della poesia leopardiana e con lo sviluppo del pensiero morale induce a soffermarsi sulle irriducibili tensioni che caratterizzano l'opera del poeta.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
796635_ilpensierodeldolorenelloperadileopardi.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.03 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.03 MB | Adobe PDF |
Se sei interessato/a a consultare l'elaborato, vai nella sezione Home in alto a destra, dove troverai le informazioni su come richiederlo. I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/153040