I rifiuti plastici costituiscono un problema ambientale di molti paesi dell'area del Sahel, il Niger in particolare. La crescita economica è rallentata da numerosi problemi tra i quali vi è la diffusione dei rifiuti plastici sul territorio. Oggetti di uso quotidiano come imballaggi e shoppers vengono abbandonati nell'ambiente e creano danni come intasamento dei canali di scolo, riduzione della produttività dei terreni agricoli, deturpamento del paesaggio. Dal 2006 la cooperazione tra il Comune di Carmagnola e la Città di Niamey (capitale nigerina) ha sviluppato un progetto (Labodec), che si occupa di recuperare i sacchetti e gli imballaggi sul territorio e di trasformarli con opportune lavorazioni in mattonelle autobloccanti per la pavimentazione di strade e cortili o in pannelli per il rivestimento di edifici. A tale scopo è stato necessario caratterizzare il materiale plastico. Sul territorio della capitale nigerina, sono stati raccolti 2 kg di rifiuti costituiti da sacchetti e imballaggi. Essi sono stati opportunamente preparati alla caratterizzazione con un lavaggio e divisi in tre macro categorie: sacchetti dello Yogurt, sacchetti trasparenti per imballaggi e sacchetti neri per la nettezza urbana. Per ogni categoria sono stati ottenuti tre campioni ¿medi¿ mediante un miscelatore Compounding di tipo Braebender e successivamente stampati dei film. Per la caratterizzazione dei campioni sono state utilizzate diverse tecniche: analisi infrarossa e a riflessione interna attenuata, analisi termiche, misure di densità, prove meccaniche con dinamometro, analisi termogravimetriche. Dai risultati delle analisi è emerso che tutti gli shoppers e gli imballaggi sono costituiti da HDPE (con una lieve percentuale di LDPE per i sacchetti dello Yogurt). Non è stata trovata un'ossidazione rilevante del materiale salvo una lieve fotossidazione in alcuni campioni a causa della prolungata esposizione al sole. Nei sacchetti neri sono state trovate importanti percentuali di sabbia, silice e carbonati oltre al nerofumo utilizzato come antiossidante. Ai fini di un eventuale riciclo/ritrasformazione tutto il materiale ha un feedback positivo. Materiale parzialmente ossidato come alcuni sacchetti risulta funzionale per creare compositi con fibra vegetale essendo più polare, mentre la presenza di sabbia o silice non è dannosa per creare il pavé per le strade. Il progetto è ancora in via di sviluppo poiché si vogliono perfezionare le tecniche di lavorazione del materiale. Va evidenziato il fatto che l'impatto ambientale principale derivante dall'abbandono dei sacchetti sia principalmente di tipo visivo perché il PE degradando (in tempi estremamente lunghi) non produce rifiuti tossici come ad esempio il PVC. Per questi motivi i sacchetti vengono utilizzati anche come combustibile per le attività di trasformazione sopra descritte. Sicuramente non si ovvia al problema dell'inquinamento ma lo si riduce utilizzando le risorse a disposizione; nello stesso tempo si offre un'opportunità alla popolazione locale di crescita economica e di fonte occupazionale. Per risolvere il problema dell'inquinamento occorrerebbe non tanto eliminare i sacchetti di plastica dall'uso quotidiano come si sta attualmente facendo in Europa, bensì abbandonare il concetto dell'uso e getta in favore del riutilizzo.
Caratterizzazione chimico-fisica dei sacchetti di PE nigerini post consumo
FO', MAURIZIO
2009/2010
Abstract
I rifiuti plastici costituiscono un problema ambientale di molti paesi dell'area del Sahel, il Niger in particolare. La crescita economica è rallentata da numerosi problemi tra i quali vi è la diffusione dei rifiuti plastici sul territorio. Oggetti di uso quotidiano come imballaggi e shoppers vengono abbandonati nell'ambiente e creano danni come intasamento dei canali di scolo, riduzione della produttività dei terreni agricoli, deturpamento del paesaggio. Dal 2006 la cooperazione tra il Comune di Carmagnola e la Città di Niamey (capitale nigerina) ha sviluppato un progetto (Labodec), che si occupa di recuperare i sacchetti e gli imballaggi sul territorio e di trasformarli con opportune lavorazioni in mattonelle autobloccanti per la pavimentazione di strade e cortili o in pannelli per il rivestimento di edifici. A tale scopo è stato necessario caratterizzare il materiale plastico. Sul territorio della capitale nigerina, sono stati raccolti 2 kg di rifiuti costituiti da sacchetti e imballaggi. Essi sono stati opportunamente preparati alla caratterizzazione con un lavaggio e divisi in tre macro categorie: sacchetti dello Yogurt, sacchetti trasparenti per imballaggi e sacchetti neri per la nettezza urbana. Per ogni categoria sono stati ottenuti tre campioni ¿medi¿ mediante un miscelatore Compounding di tipo Braebender e successivamente stampati dei film. Per la caratterizzazione dei campioni sono state utilizzate diverse tecniche: analisi infrarossa e a riflessione interna attenuata, analisi termiche, misure di densità, prove meccaniche con dinamometro, analisi termogravimetriche. Dai risultati delle analisi è emerso che tutti gli shoppers e gli imballaggi sono costituiti da HDPE (con una lieve percentuale di LDPE per i sacchetti dello Yogurt). Non è stata trovata un'ossidazione rilevante del materiale salvo una lieve fotossidazione in alcuni campioni a causa della prolungata esposizione al sole. Nei sacchetti neri sono state trovate importanti percentuali di sabbia, silice e carbonati oltre al nerofumo utilizzato come antiossidante. Ai fini di un eventuale riciclo/ritrasformazione tutto il materiale ha un feedback positivo. Materiale parzialmente ossidato come alcuni sacchetti risulta funzionale per creare compositi con fibra vegetale essendo più polare, mentre la presenza di sabbia o silice non è dannosa per creare il pavé per le strade. Il progetto è ancora in via di sviluppo poiché si vogliono perfezionare le tecniche di lavorazione del materiale. Va evidenziato il fatto che l'impatto ambientale principale derivante dall'abbandono dei sacchetti sia principalmente di tipo visivo perché il PE degradando (in tempi estremamente lunghi) non produce rifiuti tossici come ad esempio il PVC. Per questi motivi i sacchetti vengono utilizzati anche come combustibile per le attività di trasformazione sopra descritte. Sicuramente non si ovvia al problema dell'inquinamento ma lo si riduce utilizzando le risorse a disposizione; nello stesso tempo si offre un'opportunità alla popolazione locale di crescita economica e di fonte occupazionale. Per risolvere il problema dell'inquinamento occorrerebbe non tanto eliminare i sacchetti di plastica dall'uso quotidiano come si sta attualmente facendo in Europa, bensì abbandonare il concetto dell'uso e getta in favore del riutilizzo.File | Dimensione | Formato | |
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